lunedì 20 maggio 2013

carta agli italiani piace riciclata

LIFE NEWS Carta, agli italiani piace riciclata http://life.wired.it/news/2013/05/17/carta-agli-italiani-piace-riciclata.html#?refresh_ce Greenpeace presenta al Salone del libro di Torino la nuova classifica Salvaforeste, eco chart dedicata alla sostenibilità dell’editoria italiana, e un sondaggio che dimostra come i lettori non trovino differenze fra fibre vergini e di seconda mano 17 maggio 2013 di Simone Cosimi Il Salone del libro di Torino è appena iniziato e già profuma di carta riciclata. A quanto pare, infatti, i lettori italiani amano moltissimo i volumi confezionati con materiale di seconda mano. L’indagine condotta da Greenpeace su 12mila persone, e presentata appunto durante la più importante kermesse italiana dedicata all’editoria, fa inoltre piazza pulita dei presunti dogmi degli editori, da sempre convinti che i clienti preferiscano carte prodotte con fibra vergine. Il 90 per cento di chi ha risposto afferma in realtà di non trovare differenze di leggibilità tra quest’ultima e la carta riciclata. A testimoniarlo anche la nuova classifica Salvaforeste, la eco chart che dal 2010 valuta la sostenibilità dei marchi editoriali italiani rispetto alle materie prime di cui si servono per le loro collane. “ I primi risultati del sondaggio – racconta Esperanza Mora della Campagna foreste di Greenpeace – sembrano chiari: i lettori italiani segnalano di non avere nessun problema con la carta riciclata. Al Salone continueremo a distribuire copie del questionario per informare i lettori sui rischi della deforestazione e conoscere la loro opinione sui libri in carta riciclata”. Tutto sommato, anche le case editrici sembrano essersene convinte sempre di più, nonostante le diverse motivazioni opposte nel corso degli anni all’uso definitivo di carte garantite: diciassette editori possono addirittura fregiarsi, secondo il documento dell’associazione ambientalista, del titolo di Amici delle Foreste. Vale a dire, utilizzano per le proprie pubblicazioni alte percentuali di carta proveniente da riciclo oppure dal circuito di fibre vergini certificate Fsc ( Forest Stewardship Council), il marchio che garantisce la gestione consapevole delle foreste e al momento l’unico in grado di evitare forniture da fonti controverse, spesso responsabili di autentici scempi ambientali. Fra questi Altraeconomia, Edizioni Ambiente, Fandango, Macro, Terra Nuova e Gaffi. Consulta la classifica completa Salvaforeste. Dietro a questa flottiglia di apripista, secondo Salvaforeste c’è un gruppo di editori definiti “ sulla buona strada”, che stampano cioè su carta certificata ma che devono alzare la percentuale di quella riciclata per puntare al vertice. Sono un’ottantina e dentro c’è di tutto, da Feltrinelli a Laterza passando per Adelphi, Fabbri, Rizzoli, Garzanti, Becco Giallo, Electa e molti altri. Diversi i segnali confortanti registrati negli ultimi 12 mesi: da Giunti che ha lanciato 45 collane in carta riciclata al gruppo Mondadori che vuole aumentare l’uso di carta Fsc nell’arco di tre anni. A rischio retrocessione tre case editrici come Fazi, Donzelli e Hoepli, che pure hanno risposto alle richieste di Greenpeace ma sono finite nella categoria Più impegno e meno rischi. Maglia nera, invece, a poco meno di trenta editori: sono quelli che non hanno fornito alcuna informazione all’associazione ambientalista. Gli italiani, insomma, non trovano alcuna differenza. E anzi, secondo Greenpeace buona parte dei lettori è ormai attentissima a ciò che compra: sa che quel gesto ha un peso ambientale. D’altronde, una tonnellata di carta riciclata permette un risparmio, rispetto allo stesso quantitativo di carta ricavata da fibre vergini, pari a 24 alberi. Senza dimenticare il consumo di 4.100 kWh di energia, 26 metri cubi d’acqua e 27 chili di CO2. Non si tratta solo di numeri e statistiche, perché la produzione di polpa di cellulosa è legata a devastanti pratiche di deforestazione e ripiantumazione coatta di alberi di acacia attuati soprattutto in Indonesia. L’Italia dovrebbe essere vicina all’autonomia: è infatti il quarto Paese in Europa per produzione di carta e cartone con le sue 8,988 tonnellate annue. Tuttavia negli ultimi tempi le importazioni dall’Indonesia sono aumentate in modo esponenziale, tanto da trasformarci nel più importante acquirente europeo della sospetta cellulosa indonesiana. Ecco perché Greenpeace tiene alta la guardia: quella carta è destinata a finire nei libri che leggiamo.

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