martedì 30 aprile 2013

la truffa del biogas vuole sottrarre altri 400 mila ha all'agricoltura


Per chiarire anche la discussione sulla legge "rifiuti zero" è bene ricordare cosa vogliono i biogassisti: "scarti" (spesso concimi organici, residui colturali preziosi per non impoverire il terreno di sostanza organica, materie utilizzabili per la bioedilizia per non parlare del compostaggio), Forsu, ma anche 400 mila NUOVI ETTARI di colture dedicate che sottrarranno terra alla produzione di cibo in un paese che è autosufficiente solo per il 40% e con la prospettiva che i cinesi e gli altri emergenti si accaparrino le risorse alimentari del pianeta.  
http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/04/scarti-e-400-mila-nuovi-ettari-per-il.html

fonte: http://energia24club.it/articol/0,1254,51_ART_152461,00.html
L'Italia non promuove abbastanza il biogas
Secondo il Consorzio italiano biogas, servono regole più chiare per sviluppare le bioenergie nel nostro Paese

26 Febbraio 2013

Tra le richieste periodicamente inviate dalle associazioni dell’energia al mondo politico, è di nuovo il turno del Cib, Consorzio italiano biogas. In un periodo delicatissimo per il futuro mix italiano delle fonti (il prossimo Governo confermerà la Strategia nazionale varata dall’esecutivo Monti?), il consorzio ha ricordato i numeri delle bioenergie nello Stivale. Come si legge in un comunicato dei giorni scorsi giorni, il nostro Paese potrebbe generare circa otto miliardi di metri cubi di biogas, raddoppiando così la produzione italiana di metano, «abbattendo sensibilmente la dipendenza dall’export e contribuendo a far crescere il Pil dell’agricoltura del 5%, pari a 2 miliardi di euro l’anno».

Il biogas, ha spiegato il presidente del Cib, Piero Gattoni, potrebbe così coprire il 10% dei consumi attuali in Italia di "oro azzurro", utilizzando 400.000 ettari di terreni e i residui delle biomasse (scarti agricoli, sottoprodotti, effluenti zootecnici). L’industria italiana del settore, ha poi aggiunto Gattoni, è la seconda in Europa dopo la Germania; potrebbe creare una filiera d’eccellenza nell’economia verde a livello mondiale, «grazie a una delle reti del gas più diffuse, un sistema di generazione elettrica tra i più moderni e il sesto posto nel mercato internazionale dell’autotrazione a metano». A patto, però, che il prossimo Governo assicuri norme chiare e stabili: sviluppo del biometano, investimenti pubblici per progetti di cooperazione tra centri di ricerca italiani ed europei, regole omogenee su tutto il territorio nazionale per l’utilizzo del digestato (il sottoprodotto della digestione anaerobica che degrada le biomasse), sono tutti aspetti ancora da definire.

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