martedì 30 aprile 2013

fronte antidiossina da Taranto a Bruxelles"chiediamo all'Europa la tutela negata dall'Italia"


Obiettivo Bruxelles, Marescotti e Matacchiera: “Chiederemo all’Europa la tutela negata da Italia»


TARANTO - Ottenere dall’Europa l’attenzione negata dall’Italia. E’ questo il nuovo fronte per il Fondo Antidiossina onlus e Peacelink. La priorità è, come sempre, la tutela della salute. «Abbiamo sollecitato il Parlamento Europeo a continuare a garantire le proprie attenzioni sulla questione Ilva – hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti – è fondamentale sottolineare che il ruolo del Parlamento Europeo è molto importante, in quanto “forum di espressione” dei popoli europei».
I due ambientalisti sono già in contatto con il Gabinetto del Presidente del Parlamento europeo. Da fonti attendibili, hanno saputo che  il presidente Martin Schultz sta seguendo attentamente la questione ambientale tarantina ed è a conoscenza dei fatti specifici indicati dalle due associazioni nei giorni scorsi.
«Sappiamo, da vie informali,  che c’è una Commissione del Parlamento Europeo che sta investigando proprio sulle vicende Ilva – hanno aggiunto Marescotti e Matacchiera – abbiamo contattato il presidente Schultz, ed informato al riguardo gli stessi parlamentari europei italiani e tra questi il vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Molto attenti si sono dimostrati anche diversi parlamentari stranieri, in particolare quelli tedeschi e lussemburghesi”.
Tra le iniziative illustrate oggi, anche una lettera al Commissario Europeo per l’Ambiente, Janez Potocnick, e al Direttore Generale per l’Ambiente, Karl Falknenberg. «In questa lettera – hanno spiegato – abbiamo messo in evidenza  i dati reali della situazione di Taranto ed esortato la Commissione ad approfondire le investigazioni che riguardano il disastro ambientale e sanitario della città ionica. Tutto ciò, al fine di poter far applicare maggiori controlli, restrizioni e di avviare le procedure previste per la eventuale violazione delle direttive europee. In particolare, abbiamo fatto riferimento alla Direttiva EU 75/2010 che fissa delle prescrizioni per quanto riguarda le emissioni industriali».
Ora Marescotti e Matacchiera attendono una convocazione a Bruxelles per illustrare direttamente le proprie istanze. «Evidenzieremo con dovizia di particolari la non osservanza della norma europea che sancisce il principio “chi inquina paga” (art. 1 della direttiva europea n. 35 del.2004) – hanno annunciato – metteremo in mora tutti gli enti italiani che sono tenuti a far rispettare questo principio e non lo hanno fatto. La bonifica del quartiere Tamburi avverrà senza il coinvolgimento della fonte inquinante. Non vogliamo che siano i cittadini a pagare per i danni causati da altri. E’ qualcosa che non possiamo assolutamente accettare».
Alessandra Congedo per InchiostroVerde

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