sabato 29 settembre 2012

il disastro delle centrali a biogas, cosa sta accadendo in Germania


Centrali a biogas: ecco cosa sta accadendo in Germania

ambiente / provincia / regione
Centrale a biogasMONTEFELCINO – Il presidente del comitato No Biogas ha inviato la traduzione di un interessante articolo comparso recentemente  sul settimanale tedesco Der Spiegel che riguarda tutti i rischi e gli incidenti verificatisi in seguito all’inesperienza e negligenza nella gestione di impianti a biogas.
Il Comitato si chiede: “Che esperienze hanno realmente queste ditte nella gestione di impianti a biogas? Come al solito siamo in una situazione dove non solo assistiamo alla solita sospensione di democrazia ma ancora una volta non viene offerta nessuna garanzia sulla capacità che queste persone hanno nel gestire questi impianti (viste le carenze e inesattezze progettuali direi che c’è poco da star tranquilli). Vorrei ricordare a questi signori che non si tratta di impianti fotovoltaici (come quelli che queste ditte hanno costruito fino ad oggi) che una volta allacciati funzionano senza bisogno di interventi costanti”.
Di seguito il testo completo dell’articolo tradotto dal tedesco.
Il sacrificio dei contadini
Le taniche di fermentazione esplodono, gli escrementi o i resti di fermentazione fuoriescono avvelenando i ruscelli – quasi ogni settimana gli impianti a biogas vanno in avaria. Le colpe sono la negligenza e l’ignoranza (nel senso di non sapere) degli agricoltori.
La corrente marrone ha distrutto nel giro di poche ore cio’ per cui Ralph Gerken aveva lavorato anni. Nel mezzo della notte sono fuoriusciti dall’impianto a biogas 400 metri cubi di escrementi e digestato , scesi giu’ lungo un pendio, poi dentro un fosso e da li’ riversati in un torrente in Bassa Sassonia (Rotenburg -Wümme). Il giorno dopo tutto il vicinato avverte una forte puzza. Purtroppo è già tardi: Gerken e i suoi colleghi pescatori riempiono secchi pieni di pesci morti, tra cui sanguinerole, lamprede, trote.
Per anni Gerken e i suoi colleghi avevano tentato il ripopolamento ittico delle acque.
A metà aprile, solo 10 giorni dopo, accade un altro incidente. Stavolta viene colpito un torrente vicino. Si stacca un coperchio da un silos ed escono 200 metri cubi di letame.
Il Signor Gerken è frustrato, troppo spesso ha avvertito le autorità ma ogni volta nessuno si è sentito direttamente responsabile.
Questa primavera anche in Baviera i pescatori hanno trovato una moria di pesci. Nella zona del Rottal-Inn (Bassa Baviera) sono accaduti negli anni passati ben 48 incidenti con gli impianti a biogas, presso i quali le acque sono state inquinate – scrivono i pescatori in una lettera aperta. Le colpe sarebbero l’incapacità degli operatori e la non sicurezza degli impianti. Per gli agricoltori gli impianti a biogas costituiscono per lo più un buon investimento. Dalle granaglie o dagli escrementi si genera elettricità e calore. Gli operatori con questa energia riscaldano la loro azienda agricola e riforniscono di elettricità la rete. Per ogni kilowatt si ricevono dei sussidi. Questi impianti in Germania sono circa 8000. In essi il concime è come oro; la trasformazione da agricoltore ad amministratore di energia è tuttavia difficile.
Wolfgang Stachowitz vede incapacità e negligenza tutti i giorni ogni settimana.
Questo ingegnere di Kiel lavora come perito di assicurazioni e organizza corsi di formazione sulla sicurezza. Durante le sue visite presso le aziende agricole vede a volte gli agricoltori comportarsi in maniera amatoriale, come se fossero hobbisti. Ha visto appiccicare tubi di plastica comprati al supermercato per la tubatura del gas del proprio impianto, oppure ha visto dipingere di vernice gialla i tubi diventati porosi a causa della luce solare.
“Alcuni operatori sono sopraffatti con gli obblighi imposti da leggi e regolamenti, mentre altri non le conoscono affatto”, dice Stachowitz.   “Alcuni vogliono tutto a  buon mercato e rapidamente. “
In uno dei peggiori incidenti avvenuti finora in Germania sono morte quattro persone per avvelenamento.
Un´autocisterna ha scaricato una melma di resti di maiali (dovrebbe trattarsi sempre di escrementi) in una pre – fossa nella quale si trovavano altri resti di fermentazione. Tale poltiglia ha avuto una reazione chimica dalla quale é fuoriuscito idrogeno solforato velenoso. Gli operai non sono stati in grado di chiudere lo sportello della fossa perché danneggiato. Piú tardi la polizia ha misurato sul luogo dell´accaduto una concentrazione mortale di gas nel giro di pochi secondi.
L’Associazione Biogas sottolinea che gli impianti sono sicuri se si gestiscono con responsabilità. Ma esattamente questo sembra mancare.
Già nel 2010 l’Associazione Biogas scriveva  in un rapporto:
“Con il numero crescente di impianti biogas aumenta  sfortunatamente anche il numero di incidenti, incendi ed altri inconvenienti.
Un cartello di avvertimento riguardo i rischi dei motori roventi per il calore sottolinea il possibile dilettantismo esistente tra certi operatori. Questa nota dice:” il vano del motore non dovrebbe essere utilizzato come uno stendibiancheria per abiti da lavoro”.
Alcuni gestori di centrali biogas dimostrano, nei fatti, una incredibile noncuranza.
Naturalmente anche gli agricoltori sanno in linea di principio che il biogas è altamente infiammabile – solo che alcuni di loro sembrano dimenticarsene.
Una volta, in inverno, un agricoltore decise di scongelare un fusibile ghiacciato del suo impianto di biogas con l’aiuto di un asciugacapelli.
Questa non fu affatto una buona idea: il fermentatore andò a fuoco.
Non ci sono dati ufficiali su quanti incidenti accadano effettivamente presso gli impianti a biogas, i danni non vengono registrati in maniera centralizzata. Solo negli ultimi quattro mesi, pero’,  sono documentati cinque incidenti in cui stallatico e digestato si sono riversati nei ruscelli uccidendo ogni specie vivente.
In un incidente accaduto nei pressi di Halle (Westfalia) il patrimonio ittico è stato per 4,5 km quasi completamente annientato, come ha accertato un perito in seguito.
Ci vorranno almeno tre anni affinchè le acque possano recuperare, afferma il perito.
L’Associazione per la Protezione e la Conservazione della Natura (NABU) ritiene che ogni anno si verificano tra i 40 e i 60 incidenti. Stime più prudenti parlano di un range che va dai 15 ai 30. La maggior parte di questi incidenti si potrebbe evitare se i gestori delle centrali e gli agricoltori fossero più attenti.
Un rapporto della Commissione sulla Sicurezza degli Impianti descrive la condizione in cui si trovano molte centrali. Periti ed esperti hanno preso in esame 159 impianti di biogas prima che questi entrassero in funzione. L’ 80 per cento di essi presentava gravi difetti: rilevatori di gas mancanti, operatori che avevano sigillato fessure dei pozzi neri con il silicone; tubi di scarico bollenti che correvano sotto soffitti in legno. A cosa può portare la negligenza si è visto nell’impianto situato vicino la città di Allgäu, dove il gas è fuoriuscito dal fermentatore e poi si è riversato tutto nella sala controllo. E’ bastata una scintilla per incendiare la miscela.
La relazione del perito assicurativo è stata: “il vano del motore e la cisterna del gas sono stati collocati in un unico edificio piuttosto che essere tenuti a sei metri di distanza l’uno dall’altro come previsto”.
Errori di statica sono stati la causa della catastrofe biogas a Riedlingen nella zona di Biberach. Appena due giorni dopo la messa in funzione dell’impianto, il fermentatore alto 22 metri e largo 17 non ha retto la pressione interna.
4000 metri cubi di digestato sono fuoriusciti riversando un mare di liquami. Il fiume di sporcizia ha divelto una stazione di trasformatori.
Un arco voltaico (detto anche arco elettrico) ha infiammato i gas in aumento – ci sono state diverse esplosioni, escrementi e macerie sono volati a  centinaia di metri. I danni sono ammontati a milioni di Euro. In particolare, i gestori agricoli sembrano sopraffatti da una situazione legislativa che non è chiara “, dice Thomas Schendler del KAS. Il punto non è la mancanza di regole. Il problema è piuttosto che ce ne sono troppe. Ogni provincia ha una propria regolamentazione e oltre a ciò si aggiungono le varie leggi federali. Questi regolamenti tutti insieme riempiono diversi raccoglitori. Spesso solo un esperto riesce a capire e interpretare.
L’Associazione Biogas indirizza volentieri verso corsi di formazione. Lì i gestori di centrali possono apprendere tutto su: biogas, quantità che possono diventare letali, creazione e  gestione di piani di emergenza, come i vigili del fuoco debbono essere informati. Tuttavia questi corsi non sono obbligatori. Il Signor Stachowitz  ritiene che alla fine sarà probabilmente di aiuto avere una sorta di “patente di guida” per i gestori di impianti di biogas, dovrebbe funzionare come l’esame per guidare la macchina – dice Stachowitz. http://www.ilmetauro.it/citta/provincia/centrali-a-biogas-ecco-cosa-sta-accadendo-in-germania.html

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