venerdì 24 agosto 2012

Roma Nettuno, Aprilia, Terracina i conti dei clan si regolano a colpi di pistola

Da Roma a Nettuno ,da Aprilia a Terracina i conti dei clan si regolano a colpi di pistola. AntonioTurri,presidente dell’associazione “ ICittadini contro le mafie e la corruzione”, appresa la notizia dell’esecuzione avvenuta in una affollata spiaggia di Terracina del boss Gaetano Marino,  leader carismatico del clan degli scissionisti, nel primo pomeriggio del 23 agosto, dichiara in una nota stampa: “Perchè  stupirsi di questa ennesima  esecuzione mafiosa in una città del Lazio ? Da trent’anni  le mafie hanno stabilito il oro avamposti operativi nel basso Lazio e a Roma. Lo scorso 24 luglio,in pieno centro ed in pieno giorno a Nettuno un commando, probabilmente delle locali famiglie mafiose che inquinarono quella amministrazione comunale, hanno ucciso in un agguato  ModestinoPellino, 45 anni, uomo di punta del clan napoletano dei Moccia per regolare i conti e per far comprendere ai “vivi” chi comanda su quel territorio: cioè le famiglie calabresi che da anni inquinano economia e politica dell’area. Ad Aprilia,città fortemente condizionata dalla criminalità organizzata calabrese,siciliana,campana,albanese,rumena ed autoctona, solo cinque giorni fa veniva ritrovato gettato  in una discarica abusiva nella periferia della città, il cadavere del 34enne rumeno Cristian Vasilu, assassinato con quattro coltellate. Oggi il farwest a Terracina,terra dei clan della camorra di Giugliano in Campania, terra del clan Mallardo che investe nel ciclo del cemento e nell’acquisto di grandi aziende agricole sull’asse via Flacca, via pontina, Roma Eur. Cosi muore Gaetano Marino, detto “mani di legno” in vacanza in un albergo della ex tranquilla città di Terracina,continua Turri, ma questo omicidio del boss dei boss degli scissionisti napoletani è il probabile avvio di una nuova sanguinosa guerra di mafia che ha come obiettivo quello di controllare i mercati dell’illecito:droga,prostituzione,usura e del riciclaggio del denaro sporco. I Boss campani,calabresi e siciliani soggiornano stabilmente sulle spiagge dorate del Circeo e lungo il litorale romano,acquistano ville lussuose e dimorano negli alberghi più esclusivi di Ponza e Ventotene e quando non tentano di comprarsi tutto quello che c’è da comprare continuano a gestire i loro affari. Se invadono territori ed ambiti criminali altrui, muoiono ammazzati. Credo,continua Turri, che anche grazie ai  tagli operati a Dia e reparti operativi delle Forze di Polizia sul territorio, dal governo tecnico “Monti-Napolitano” sarà  probabile una  mattanza che potremmo aspettarci nei prossimi mesi e che potrebbe riguardare un confronto armato tra le diverse consorterie criminali della capitale.Complice in questo caso la crisi che a differenza di quanto sostengono alcuni,in determinati ambiti criminali, non favorisce accordi tra i boss.Non è più il tempo delle sottovalutazioni e c'è bisogno di una lettura complessiva degli episodi di violenza. C'è bisogno di mettere in collegamento  quanto sta avvenendo su questo fronte:dagli incendi  di aziende e locali commerciali, agli atti di intimidazione, agli omicidi." Antonio Turri associazione Icittadini contro le mafie

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