giovedì 31 maggio 2012

terremoto Emilia capannoni crollati per travi e coperture solo poggiate

Terremoto in Emilia, ecco perché i capannoni sono crollati Gli ingegneri sismici di ReLUIS: stabilimenti costruiti senza dettagli sismici, non richiesti dalla normativa all’epoca della costruzione di Rossella Calabrese 31/05/2012 - Edifici sbriciolati, chiese sventrate, capannoni crollati. Questo il desolante quadro lasciato dal terremoto in Emilia, dopo le due serie di forti scosse del 20 e del 29 maggio. Mentre prosegue la fase dell’emergenza, non si può fare a meno di notare che il sisma ha abbattuto moltissimi capannoni industriali, come fossero di carta, uccidendo alcuni operai che vi lavoravano. Edilportale ha intervistato Gaetano Manfredi, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli e Presidente della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), che sta collaborando con la Protezione Civile alle attività di supporto all’emergenza in Emilia ed è già operativa sul campo nelle zone colpite. Edilportale: Le scosse del 20 e 29 maggio hanno causato il crollo di moltissimi capannoni industriali e commerciali, con la perdita di vite umane. La causa dei collassi è riconducibile alla magnitudo del sisma? Gaetano Manfredi: Sicuramente l’intensità del sisma è un fattore importante nel crollo di una struttura, ma in questo caso ha avuto un ruolo determinante la grande vulnerabilità di questa tipologia strutturale. Dai sopralluoghi emergono, a vostro parere, particolari inadeguatezze dei sistemi costruttivi o dei materiali utilizzati? I capannoni nella maggior parte dei casi sono stati costruiti senza dettagli sismici, peraltro non richiesti dalla normativa dell’epoca di costruzione. Quindi nodi tra travi e colonne senza connessioni meccaniche e piccoli appoggi. Tegoli di copertura semplicemente appoggiati. La maggior parte dei collassi è dovuta alla caduta delle travi dagli appoggi per limite di spostamento. La zona colpita era considerata, fino a poco tempo fa, a basso rischio sismico: questo ha fatto sì che non si siano applicati sistemi costruttivi antisismici? Come si dovrebbe costruire in quelle zone? Il problema è stato il ritardo dell’adozione della nuova mappa sismica che è avvenuta solo nel 2003. Tutte le costruzioni realizzate nella zona epicentrale prima di questa data non hanno nessuna capacità di resistere alle azioni sismiche. Oggi in quelle zone basta costruire seguendo la nuova norma tecnica e le mappe di pericolosità esistenti per essere sicuri. Il grande problema sono le costruzioni esistenti, costruite con regole vecchie e spesso senza regole sismiche. Le caratteristiche geologiche e geotecniche dei siti colpiti possono aver amplificato o ridotto gli effetti del sisma? Le caratteristiche del suolo sono estremamente importanti. La conformazione della zona padana, con grandi depositi alluvionali, determina amplificazioni o deamplificazioni locali. Questi effetti si sono sicuramente verificati ed hanno inciso sulle forme spettrali e quindi sulle sollecitazioni delle strutture. Quanto tempo potrebbe durare lo sciame sismico? Potrebbe durare anche molti mesi considerando i pochi precedenti storici. Il Consorzio ReLUIS ha pubblicato un Report fotografico realizzato il 29 maggio a Mirandola, che illustra i danni causati dalle scosse. (riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/05/tecnologie/terremoto-in-emilia-ecco-perch%C3%A9-i-capannoni-sono-crollati_27870_12.html L’INCHIESTA SUI CAPANNONI CROLLATI. Monta la polemica sul crollo di diversi capannoni industriali, che ha provocato diverse vittime tra lavoratori e imprenditori. Il Procuratore capo di Modena Vito Zincani ha annunciato l’apertura di un’inchiesta focalizzata proprio sui capannoni. Secondo il Procuratore, “la politica industriale a livello nazionale sulla costruzione di questi fabbricati è una politica suicida”, perché “tra magnitudo quattro e sei un sisma non è ritenuto distruttivo, ma per alcuni capannoni lo è stato”. L’indagine è affidata ai sostituti procuratori Maria Angela Sighitelli e Luca Guerzoni e punterà a verificare se sono state rispettate le norme antisismiche previste dalla direttiva regionale del 2003, ma anche se ci siano state negligenze o mancanze nella costruzione e nella progettazione e nel collaudo degli edifici stessi. Le ipotesi di reato, ancora in corso di valutazione, sono omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose - viene valutato anche il disastro colposo - e poi la violazione delle norme edilizie. ”Il risparmio nelle costruzioni”, ha commentato Zincani, si paga “con un prezzo di gran lunga superiore, che si calcola con vite umane”. VIDEO – AZIENDA DISTRUTTA A MEDOLLA, LA RABBIA DEI PARENTI DELLE VITTIME Il procuratore capo di Modena ha scritto al procuratore generale Emilio Ledonne per chiedere un coordinamento a livello regionale sulle varie inchieste aperte o che si apriranno sul sisma, comprese quelle di Ferrara, che vedono già una ventina di indagati, sempre per omicidio colposo, per i crolli di capannoni avvenuti in quella zona. La procura sta avviando le prime procedure formali, dalla localizzazione di tutti i decessi, alle identificazioni, alla ricostruzione della dinamica dei crolli. Proprio sui crolli dei capannoni era intervenuto in mattinata anche il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi: ”La polemica che sta montando mi sembra artificiosa. I capannoni come si vede dalle fotografie sui giornali di oggi, erano in assoluta normalità. E la zona non era specificata come particolarmente sismica. Sono dispiaciuto e triste per le vittime che ci sono state ma escludo la malafede dal punto di vista imprenditoriale. Non dimenticate che sono morti anche degli imprenditori direttamente nel crollo”. Squinzi ha sottolineato che il sisma, avendo colpito una delle aree più produttive d’Italia, avrà “almeno un minimo impatto sul Pil italiano”. Nell’area che vale l’1% dell’economia del paese “probabilmente assisteremo a un fermo delle attività produttive di tre-quattro mesi”. Per quanto riguarda le abitazioni sono stati anche i cosiddetti “vulcani di sabbia” a provocare il cedimento di molte case. “E’ un fenomeno dovuto alla liquefazione della sabbia che avviene nel sottosuolo, sotto la spinta di una fortissima pressione”, ha spiegato la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Paola Montone, appena rientrata da una prima campagna di rilievi nelle zone colpite dal sisma del 20 maggio. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/30/terremoto-emilia-morti-sono-trovato-quarto-operaio-delazienda-medolla/246167/

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