venerdì 25 maggio 2012

5. conto energia energie rinnovabili

Quinto Conto Energia, per la Camera è “un deciso passo indietro rispetto al quarto” Dagli operatori del settore delle rinnovabili arriva anche la richiesta di incentivi all’efficienza energetica in edilizia di Rossella Calabrese 25/05/2012 - Pur comprendendo la necessità di razionalizzare gli incentivi al fotovoltaico, la Commissione Ambiente della Camera ritiene il quinto Conto Energia “un deciso passo indietro rispetto al quarto, che rischia di scoraggiare il settore delle rinnovabili”. La Commissione critica anche la mancata conferma del sistema autoregolante di riduzione delle tariffe, già previsto nel quarto Conto Energia, la soppressione del premio per gli impianti installati su coperture bonificate dall’amianto, la drastica riduzione del budget. Il Governo dovrebbe, invece, fare uno sforzo maggiore per salvaguardare la filiera industriale italiana delle rinnovabili. Sono queste le conclusioni della lunga indagine conoscitiva sulle politiche ambientali e sulle rinnovabili condotta nei mesi scorsi, nell’ambito della quale la Commissione ha interpellato numerosi operatori del settore. Le audizioni hanno messo in luce molti aspetti critici, a partire dal quadro degli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Incentivi che - ha sottolineato la Commissione - sono finanziati dalla collettività tramite le bollette dell’energia elettrica. Per quel che riguarda il fotovoltaico, il meccanismi di incentivazione, il Conto Energia è, secondo l’Autorità per l’energia, “oggi uno dei più profittevoli al mondo”. Quello attualmente in vigore è il quarto Conto Energia (DM 5 maggio 2011) ma è in fase di definizione il quinto Conto Energia, il cui iter è parallelo al decreto sugli incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas). Il nuovo regime di incentivi - ricorda la Commissione -, come già previsto dalla precedente normativa, entrerà in vigore al superamento della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico (previsto tra luglio e ottobre prossimi); il 1° gennaio 2013 per il non fotovoltaico, e introdurrà un sistema di governo dei volumi installati, basato su un meccanismo di aste competitive per i grandi impianti (superiori a 5 MW) e registri di prenotazione per gli impianti medio-piccoli (sono esclusi dai registri i micro impianti). LE CRITICITÀ Il primo elemento di criticità emerso dalle audizioni è l’alto costo degli incentivi alle rinnovabili. Come affermato dal presidente dell’ISTAT, “la crescita rapida nel settore delle rinnovabili è stata favorita da incentivi estremamente generosi per la generazione elettrica”. Secondo l’ENEL, se in Italia si applicassero le tariffe tedesche, il costo per i consumatori si ridurrebbe dagli attuali 3-3,5 miliardi di euro all’anno a meno di 2,5 miliardi, con una diminuzione fra il 16,6 e il 33,3% del costo sulla bolletta elettrica. All’opposto, alcuni operatori e associazioni di categoria, pur riconoscendo la necessità di scongiurare fenomeni distorsivi del mercato e speculazioni, hanno sottolineato il fatto che gli incentivi alle rinnovabili hanno un forte e positivo ritorno, in termini di diminuzione delle importazioni di fonti fossili e, quindi, di risparmio sulla bolletta energetica del Paese, nonché di maggior gettito IVA, IRPEF, IRPEG e IRAP e di nuova occupazione. Quasi unanimemente è stata riconosciuta la necessità di una riduzione degli incentivi, in ragione della diminuzione dei costi degli impianti, del contenimento degli oneri in bolletta e dell’esigenza di orientare gli investimenti non solo sull’eolico e sul fotovoltaico ma anche sulle altre filiere tecnologiche, sulla manifattura e sulla ricerca. La seconda criticità evidenziata è l’instabilità del quadro normativo. Aziende, associazioni e istituzioni hanno chiesto di porre fine ai continui ‘stop and go’ nel regime degli incentivi. Molti hanno lamentato il grave ritardo (7 anni) con cui sono state emanate le Linee Guida Nazionali per le rinnovabili e la mancata pubblicazione di provvedimenti fondamentali per una pianificazione di medio-lungo termine degli investimenti e degli interventi, come il quinto Conto Energia e il decreto sulle altre rinnovabili. La terza criticità emersa è relativa allo squilibrio degli incentivi verso il settore elettrico (e al suo interno verso il fotovoltaico e l’eolico), a danno del calore e dei trasporti e delle azioni per il risparmio energetico e per il miglioramento dell’efficienza energetica nell’edilizia e nell’industria. Per l’edilizia, Nomisma ha sottolineato l’urgenza di recepire la Direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell’edilizia, quella che introduce gli Edifici a Energia Quasi Zero, e di promuovere gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Tra le proposte avanzate, c’è ovviamente la stabilizzazione della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica che, ricordiamo, è stata prorogata a tutto il 2012 dalla Manovra Salva Italia e probabilmente verrà resa stabile dal Decreto per la crescita allo studio del Governo (leggi tutto). In conclusione, la Camera ritiene che l’Italia debba necessariamente puntare sulla green economy, convinta che, nell’attuale grave crisi economica, le rinnovabili e l’efficienza energetica rappresentano un importante volano per la ripresa, oltre a consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di rendere il nostro Paese più competitivo. Se è vero che gli incentivi alle rinnovabili pesano per circa il 10% sulla bolletta elettrica - spiega la Commissione -, è altrettanto vero che nel medio periodo i benefici supereranno di gran lunga gli oneri. Per il fotovoltaico si spendono annualmente circa 5,5 miliardi di euro; se tale importo crescesse fino a 7 miliardi di euro, il saldo positivo al 2030 sarebbe veramente notevole. E proprio in tale prospettiva - secondo la Commissione - dovrebbe muoversi il Governo con il quinto Conto Energia che, invece, stando alla bozza, appare come “un deciso passo indietro e rischia di scoraggiare il settore delle rinnovabili”. La Commissione è critica anche verso la mancata conferma del sistema autoregolante di riduzione delle tariffe già previsto nel quarto Conto Energia, la soppressione del premio per gli impianti installati su coperture bonificate dall’amianto, la drastica riduzione del budget che non garantisce continuità al mercato, e la previsione della certificazione energetica degli edifici come ‘barriera’ di accesso agli incentivi. Per questi motivi, la Commissione chiede uno sforzo ben maggiore per tutelare e salvaguardare la filiera industriale italiana delle rinnovabili, che va consolidandosi sempre più e che in molti casi ha avuto la capacità e il merito di assumere posizioni di assoluto rilievo nel mercato nazionale ed internazionale. (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/05/risparmio-energetico/quinto-conto-energia-per-la-camera-%C3%A8-un-deciso-passo-indietro-rispetto-al-quarto_27757_27.html

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