giovedì 31 maggio 2012

cittadini parte civile contro Ecoambiente a Montello

E l’associazione Acqua Pulita vuole costituirsi parte civile Il comitato per l’Acqua pulita ha chiesto ieri al Giudice per l'udienza preliminare, Guido Marcelli, di essere ammesso come parte civile nel processo. Un passaggio chiave per l'associazione che nei mesi scorsi ha raccolto centinaia di firme di adesione e che ora è pronta a dare il via ad una class action per rivendicare il diritto al risarcimento dei danni ambientali; danni che sarebbero stati provocati dall’inquinamento delle falde acquifere sottostanti il sito di via Monfalcone che ospita le discariche dei rifiuti. Come spiegato dai promotori, l'iniziativa vuole essere anche un segnale per l’intera collettività pontina in materia di autotutela sul fronte della salute e contro la cattiva amministrazione. Il comitato è appoggiato dalla Fondazione Cristoforo Colombo di Latina che infatti fornisce assistenza legale all'associazione. Sull’ammissibilità del comitato a costituirsi parte civile nel procedimento, così come s ul l ’analoga richiesta dell’e nt e provinciale, dovrà pronunciarsi il Gup che scioglierà la riserva soltanto nel corso della prossima udienza fissata davanti al Tribunale di Latina il prossimo 13 luglio. L.G. Latina Oggi 31 maggio 2012

Malagrotta minaccia a salute e ambiente 2 mesi di tempo da Ue

Dall’Ue due mesi per decidere su Malagrotta: “Minaccia a salute e ambiente” L'Italia è stata ammonita dalla Commissione europea sulle discariche laziali: "Rifiuti non trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta. Le autorità italiane hanno due mesi di tempo per conformarsi alle normative comunitarie" http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/31/lue-ci-richiama-sulla-discarica-di-malagrotta-seria-minaccia-alla-salute-umana-e/247532/ di Redazione Il Fatto Quotidiano | “Le discariche che operano in violazione della normativa dell’Ue sui rifiuti costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all’ambiente”. Ammonizione dalla Commissione europea all’Italia sulle discariche laziali, con particolare riferimento a quella di Malagrotta (Roma), ritenuta non a norma perché contiene rifiuti che non sono stati trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta. Le autorità italiane avranno quindi due mesi di tempo per conformarsi alle normative comunitarie sullo smaltimento dei rifiuti, passati i quali la Corte europea di Giustizia interverrà con un’ammenda. Nel documento diffuso oggi da Bruxelles si legge: “Vista l’interpretazione restrittiva della definizione di sufficiente pre-trattamento dei rifiuti da parte delle autorità italiane, la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto”. Quello di Malagrotta non è l’unico sito di stoccaggio nel mirino dell’Unione europea che, nel richiamo, ha sottolineato che nel Lazio altre discariche potrebbero contenere rifiuti non conformi e quindi pericolosi perché, continua il testo della Commissione: ”Da un’indagine condotta da Bruxelles è infatti emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati. Nel piano di gestione dei rifiuti per la regione Lazio adottato nel gennaio 2012 sono state riscontrate contraddizioni tra la capacità di trattamento meccanico-biologico nel Lazio e il quantitativo di rifiuti prodotto nella Regione”. Poi dall’Unione europea forniscono anche dati precisi: “Il deficit di capacità ammonta a quasi 127mila tonnellate all’anno nella provincia di Latina, e a più di 1 milione di tonnellate in quella di Roma. Di conseguenza un rilevante quantitativo di rifiuti viene interrato senza subire un adeguato pretrattamento”. Secondo le autorità italiane, però, i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati. Per Bruxelles però questo “non è sufficiente“, perché “occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento“. Oltre alla questione dello smaltimento rifiuti, dall’Unione ci inviano altri ammonimenti. La Commissione chiede all’Italia – con l’invio di un secondo avvertimento ufficiale – “di conformare entro due mesi la legislazione nazionale alle ultime norme in materia di equipaggiamento marittimo introdotte dalla normativa europea”. Anche in questo caso scaduti i termini la Commissione potrà adire la Corte di giustizia. L’ultimo richiamo riguarda il comparto difesa: Roma infatti non ha ancora recepito le norme europee relative al settore che avrebbero dovuto essere integrate, al più tardi, il 30 giugno del 2011. Se entro due mesi ciò non accadesse la Commissione potrà deferirle alla Corte di giustizia della Ue.

Pontinia Trasco si cercano soluzioni per tutelare i lavoratori

Pontinia, Comune all’opera per tutelare i posti Trasco da smantellare, si cercano soluzioni Tombolillo: i lavoratori vanno reintegrati MOMENTO delicato per la Trasco. Oltre a colpire direttamente i lavoratori della società partecipata la legge nazionale ha quasi azzerato lo sforzo che da anni stanno portando avanti amministratori comunali come il sindaco Tombolillo e il vice sindaco Pedretti. Infatti, oltre al l’indignazione di tutta l’opposizione sono arrivate le parole dure dei due p r i n c i p a l i r a p p r e s e ntanti della nuova Giunta. «Non condivido assolutamente la posizione di h a s c r i t t o quella legge – aff e r m a con forza Pedretti -. Pontinia è una realtà in cui l a s o c i e t à par tecip ata dava ottimi risultati sia in termini di servizi sia in termini economici. Oltre a ciò dava lavoro a molte famiglie della città. Con la divisione dei servizi e l’affida - mento tramite bandi si è andato a scombinare un sistema che funzionava. Adesso spero solo che i sette lavoratori rimasti fuori da giugno possano rientrare tramite i bandi comunali». Se la delusione di Pedretti è molta figuriamoci quella del sindaco Tombolillo che, nella costituzione della Trasco c’ha investito buona parte della sua esperienza politica. «Per la società partecipata – afferma Tombolillo – ho dato anche una parte importante della mia vita economica (riferendosi ai soldi restituiti per la sentenza della Corte dei Conti). Per i servizi strumentali (manutenzione del verde) siamo stati costretti ad intervenire subito, per quelli pubblici locali, come la raccolta differenziata, le mense e il trasporto pubblico, cercheremo di trovare altre soluzioni». In effetti, dopo la sentenza della Corte dei Conti, il sindaco Tombolillo aveve restituito la somma imputatagli accendendo un mutuo, nonostante la sentenza sia stata impugnata. Intanto il primo cittadino domani sarà a Venezia per una riunione per il patto dei sindaci di tutta Italia. In questa occasione sicuramente ci sarà un confronto con altre realtà di tutta Italia in modo da poter trovare qualche soluzione utile a risolvere il problema. Per quanto riguarda i lavoratori della Trasco, che a breve avranno un incontro con i sindacati, la situazione va affrontata subito. In modo particolare, i primi a rischiare il posto sono i dipendenti che si occupano della manutenzione del verde, servizio che non verrà più rinnovato alla Trasco già da giugno. Per quanto riguarda invece le mense scolastiche il problema nell’imminente non si pone ma comunque c’è. La Trasco, in accordo con il Comune e la dirigenza scolastica aveva promosso nelle scuole il menù a chilometro zero, utilizzando prodotti locali, un fiore all’occhiello per il Comune e per la provincia. E’ ovvio quindi che si cerchino soluzioni per dare continuità al servizio. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0beccb/pag26sabaudia.pdf

Pontinia acquisto terreni ex Onc per parcheggio

Pontinia, l’acquisizione dei terreni Parcheggi in arrivo, le proposte in Regione L'Assessore Franco Pedretti si sta impegnando per acquisire aree ancora di proprietà della Regione da destinare alla realizzazione di parcheggi per auto nel centro cittadino. Una richiesta quella delle soste che di continuo viene riproposta dai cittadini. Per questo, tramite il consigliere Claudio Moscardelli, ieri ha incontrato l'assessore Armeni delegato al Demanio e Patrimonio, presente lo stesso Moscardelli, il cosigliere Stefano Boschetto e il capo-settore architetto Coccia. Pedretti ha chiesto formalmente all'assessore Armeni di attivare la procedura per vendere al comune di Pontinia le due aree ancora di propietà regionale, la prima di mq. 3140 sita in via Mameli e l'altra di mq. 1600 in via Giulio Cesare da adibire in altrettanti parcheggi a disposizione dei cittadini. Pedretti ha colto l'occasione per chiedere ad Armeni le modalità da adottare per acquisire al patrimonio comunale anche l'ex cantoniera del Consorzio Bonifica esistente a Quartaccio che rischia di crollare per mancanza di manutenzione. A.S. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0beccb/pag26sabaudia.pdf

Ecoambiente sotto accusa inquinamento discarica, Pontinia la Trasco

http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120531latina/index.html#/8/Discarica la provincia chiede i danni. Borgo Montello 20 anni di misteri. La provincia si costituisce parte civile. nessuna conferma dell'annuncio dell'assessore e vice sindaco di Latina Fabrizio Cirilli che aveva annunciato la costituzione di parte civile da parte del comune di Latina. Si costituisce parte civile anche un comitato di cittadini. Anche la Provincia vuole un risarcimento danni da «Ecoambiente». Ieri, nell'udienza preliminare in cui il giudice Guido Marcelli doveva decidere se rinviare a giudizio i vertici della società che gestisce la discarica di Borgo Montello dove vengono smaltiti i rifiuti del Comune di Latina, Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, rispettivamente presidente del CdA e amministratore delegato di «Ecoambiente», e Nicola Colucci, imprenditore che insieme ai fratelli gestisce larga parte del ciclo dei rifiuti in Italia, accusati di adulterazione di acque destinate all'alimentazione umana, rendendole pericolose per la salute pubblica, l'ente di via Costa ha presentato tramite l'avvocato Ilda Coluzzi una richiesta di costituzione di parte civile e depositato un'ampia documentazione. La stessa richiesta è stata quindi avanzata dal Comitato «Acqua pulita», tramite il presidente Luciano Proietti, rappresentato dall'avvocato Giuseppe Poscia, che ha depositato copia dello statuto del comitato e l'elenco degli aderenti. Per esaminare soprattutto la documentazione tecnica sulla discarica presentata dalla Provincia, i difensori dei tre imputati, gli avvocati De Angelis, Gaetano e Luigi Marino hanno quindi chiesto un rinvio dell'udienza, che il giudice ha aggiornato al 13 luglio. Tra un mese e mezzo, dunque, il giudice per l'udienza preliminare Guido Marcelli dovrà decidere se ammettere le parti civili e poi decidere sulla richiesta di giudizio avanzata dal pm Giuseppe Miliano. Il 13 luglio, però, sono previste anche delle eccezioni da parte delle difese e potrebbero essere ascoltati, come paventato da questi ultimi, sia Landi che Colucci. Le prime indagini sulle falde acquifere sottostanti la discarica di Montello sono state compiute nel 2005 dalla polizia provinciale. Monitorando i pozzi spia, erano emerse percentuali alte di arsenico, ferro, cromo e nichel. Venne coinvolta negli accertamenti l'Arpa e il sostituto procuratore Miliano aprì un'inchiesta. Gli inquirenti, certi dell'inquinamento delle falde acquifere, dovuto sembra al percolato, ovvero al liquido prodotto dalla «macerazione» dei rifiuti, cercarono di stabilire se quanto stava accadendo era da addebitare a «Ecoambiente» o a «Indeco», la società che si occupa del sito dove vengono smaltiti i rifiuti degli altri Comuni della provincia. Venne eseguito anche un incidente probatorio, che non fece però piena chiarezza su tale aspetto. Per il perito, utilizzando anche dei traccianti, non vi sarebbe stata prova che ad inquinare fosse «Ecoambiente». Restò così il dubbio su quanto avvenuto a Montello prima della gestione della società incriminata, in particolare nel bacino comunale S0, sotto accusa anche per i cosiddetti fusti tossici. Alla luce di una nuova consulenza tecnica, effettuata all'ing. Rodolfo Napoli, il sostituto Miliano ha poi chiesto il rinvio a giudizio di Rondoni, Landi e infine anche Colucci, ritenendoli responsabili dell'omesso controllo sugli invasi S0, S1, S2 e S3 e della mancata impermeabilizzazione degli stessi, nonostante l'ordinanza emessa nel 1998 dal sindaco di Latina, la relazione dell'Enea del 1995-96 e le comunicazioni dell'Arpa, inquinando così le falde acquifere. Clemente Pistilli http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120531latina/index.html#/26/ Pontinia la Trasco al lavoro fino all'ultimo giorno. intervista all'amministratore unico della società: Gobbo continueremo a garantire servizi economici con la migliore qualità possibile http://www.latina24ore.it/latina/43134/inquinamento-a-montello-processo-la-via-residenti-parte-civile Inquinamento a Montello, processo al via: residenti parte civile 31/05/2012, di Redazione (online) (modificato il 31/05/2012 alle 9:34 am). Zinco, piombo e rame nelle acque della falda che si trova nei pressi della discarica di Borgo Montello. Il caso dell’inquinamento nell’area, più volte denunciato da diversi esponenti politici, arriva finalmente in tribunale con la prima udienza preliminare che si è svolta ieri mattina. L’inchiesta è del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, specializzato in reati ambientali, che ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone: Vincenzo Rondoni, Nicola Colucci e Bruno Landi. Il giudice Marcelli ha rinviato l’udienza al 13 luglio quando deciderà sul rinvio a giudizio e sulla richiesta di costituzione di parte civile avanzata dai residenti della zona, attraverso il comitato «Acqua Pulita», e dalla Provincia di Latina. Il comitato – scrive Il Messaggero – intende tutelare gli interessi dei residenti anche attraverso una class-action in favore dei cittadini residenti a Borgo Montello e in prossimità della discarica, e di tutti coloro che si sentono danneggiati dall’inquinamento delle falde acquifere con effetti che vanno ben oltre il territorio circostante. Il progetto è ancora in fase iniziale, mentre la richiesta di costituzione come parte civile nel processo è stata formalizzata ieri dall’avvocato Alessandro Paletta che ha depositato una dettagliata documentazione, ora al vaglio del giudice. Bruno Landi è sotto accusa in qualità di amministratore delegato della società; Vincenzo Rondoni, quale presidente del consiglio di amministrazione della società che gestisce la discarica di Borgo Montello, dove vengono smaltiti i rifiuti del Comune di Latina. Nicola Colucci deve rispondere invece dell’omesso controllo sugli invasi S1-S2-S3 e S0 e della mancata esecuzione delle opere di impermeabilizzazione degli impianti. Tutte accuse da verificare nell’eventuale processo. L’ipotesi è che l’inquinamento provenga non solo dall’invaso S0, ma anche dagli altri: S1, S2 e S3. Le indagini, dopo un incidente probatorio nel 2007 con il professor Massimo Ottaviani e il dottor Giovanni Ziemaki, sono state poi arricchite dalla consulenza tecnica del professor Rodolfo Napoli, effettuata attraverso indagini geoelettriche, geomagnetiche, termoelettriche e con rilievi piezometrici. La consulenza della Procura ha potuto constatare la presenza dell’inquinamento e accertarne la provenienza. L’accusa sostiene anche l’omesso controllo da parte del gestore pubblico della discarica.

Servizio pubblico questa sera da Santorio Landini, Fuksas, Rizzo, Stella Daverio

puntata di Servizio Pubblico, dal titolo “Fare le cose bene“, in onda questa sera. Il terremoto in Emilia ripropone un Paese sempre più debole, fiaccato dalla crisi economica come dal continuo sfruttamento del suo territorio. E’ il colpo di grazia per un paese in recessione o l’occasione per ripartire e dimostrare che si può creare sviluppo spendendo bene le proprie risorse? Ospiti di Michele Santoro: l’architetto Massimiliano Fuksas, il segretario generale della Fiom-Cgil Maurizio Landini, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella del Corriere della Sera, il critico d’arte Philippe Daverio. In collegamento dalle zone terremotate dell’Emilia, Sandro Ruotolo.http://www.unduetre.com/2012/05/31/servizio-pubblico-%E2%80%93-puntata-del-31052012-%E2%80%93-video-e-anticipazioni-fare-le-cose-bene-con-landini-e-daverio/

terremoto Emilia capannoni crollati per travi e coperture solo poggiate

Terremoto in Emilia, ecco perché i capannoni sono crollati Gli ingegneri sismici di ReLUIS: stabilimenti costruiti senza dettagli sismici, non richiesti dalla normativa all’epoca della costruzione di Rossella Calabrese 31/05/2012 - Edifici sbriciolati, chiese sventrate, capannoni crollati. Questo il desolante quadro lasciato dal terremoto in Emilia, dopo le due serie di forti scosse del 20 e del 29 maggio. Mentre prosegue la fase dell’emergenza, non si può fare a meno di notare che il sisma ha abbattuto moltissimi capannoni industriali, come fossero di carta, uccidendo alcuni operai che vi lavoravano. Edilportale ha intervistato Gaetano Manfredi, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli e Presidente della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), che sta collaborando con la Protezione Civile alle attività di supporto all’emergenza in Emilia ed è già operativa sul campo nelle zone colpite. Edilportale: Le scosse del 20 e 29 maggio hanno causato il crollo di moltissimi capannoni industriali e commerciali, con la perdita di vite umane. La causa dei collassi è riconducibile alla magnitudo del sisma? Gaetano Manfredi: Sicuramente l’intensità del sisma è un fattore importante nel crollo di una struttura, ma in questo caso ha avuto un ruolo determinante la grande vulnerabilità di questa tipologia strutturale. Dai sopralluoghi emergono, a vostro parere, particolari inadeguatezze dei sistemi costruttivi o dei materiali utilizzati? I capannoni nella maggior parte dei casi sono stati costruiti senza dettagli sismici, peraltro non richiesti dalla normativa dell’epoca di costruzione. Quindi nodi tra travi e colonne senza connessioni meccaniche e piccoli appoggi. Tegoli di copertura semplicemente appoggiati. La maggior parte dei collassi è dovuta alla caduta delle travi dagli appoggi per limite di spostamento. La zona colpita era considerata, fino a poco tempo fa, a basso rischio sismico: questo ha fatto sì che non si siano applicati sistemi costruttivi antisismici? Come si dovrebbe costruire in quelle zone? Il problema è stato il ritardo dell’adozione della nuova mappa sismica che è avvenuta solo nel 2003. Tutte le costruzioni realizzate nella zona epicentrale prima di questa data non hanno nessuna capacità di resistere alle azioni sismiche. Oggi in quelle zone basta costruire seguendo la nuova norma tecnica e le mappe di pericolosità esistenti per essere sicuri. Il grande problema sono le costruzioni esistenti, costruite con regole vecchie e spesso senza regole sismiche. Le caratteristiche geologiche e geotecniche dei siti colpiti possono aver amplificato o ridotto gli effetti del sisma? Le caratteristiche del suolo sono estremamente importanti. La conformazione della zona padana, con grandi depositi alluvionali, determina amplificazioni o deamplificazioni locali. Questi effetti si sono sicuramente verificati ed hanno inciso sulle forme spettrali e quindi sulle sollecitazioni delle strutture. Quanto tempo potrebbe durare lo sciame sismico? Potrebbe durare anche molti mesi considerando i pochi precedenti storici. Il Consorzio ReLUIS ha pubblicato un Report fotografico realizzato il 29 maggio a Mirandola, che illustra i danni causati dalle scosse. (riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/05/tecnologie/terremoto-in-emilia-ecco-perch%C3%A9-i-capannoni-sono-crollati_27870_12.html L’INCHIESTA SUI CAPANNONI CROLLATI. Monta la polemica sul crollo di diversi capannoni industriali, che ha provocato diverse vittime tra lavoratori e imprenditori. Il Procuratore capo di Modena Vito Zincani ha annunciato l’apertura di un’inchiesta focalizzata proprio sui capannoni. Secondo il Procuratore, “la politica industriale a livello nazionale sulla costruzione di questi fabbricati è una politica suicida”, perché “tra magnitudo quattro e sei un sisma non è ritenuto distruttivo, ma per alcuni capannoni lo è stato”. L’indagine è affidata ai sostituti procuratori Maria Angela Sighitelli e Luca Guerzoni e punterà a verificare se sono state rispettate le norme antisismiche previste dalla direttiva regionale del 2003, ma anche se ci siano state negligenze o mancanze nella costruzione e nella progettazione e nel collaudo degli edifici stessi. Le ipotesi di reato, ancora in corso di valutazione, sono omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose - viene valutato anche il disastro colposo - e poi la violazione delle norme edilizie. ”Il risparmio nelle costruzioni”, ha commentato Zincani, si paga “con un prezzo di gran lunga superiore, che si calcola con vite umane”. VIDEO – AZIENDA DISTRUTTA A MEDOLLA, LA RABBIA DEI PARENTI DELLE VITTIME Il procuratore capo di Modena ha scritto al procuratore generale Emilio Ledonne per chiedere un coordinamento a livello regionale sulle varie inchieste aperte o che si apriranno sul sisma, comprese quelle di Ferrara, che vedono già una ventina di indagati, sempre per omicidio colposo, per i crolli di capannoni avvenuti in quella zona. La procura sta avviando le prime procedure formali, dalla localizzazione di tutti i decessi, alle identificazioni, alla ricostruzione della dinamica dei crolli. Proprio sui crolli dei capannoni era intervenuto in mattinata anche il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi: ”La polemica che sta montando mi sembra artificiosa. I capannoni come si vede dalle fotografie sui giornali di oggi, erano in assoluta normalità. E la zona non era specificata come particolarmente sismica. Sono dispiaciuto e triste per le vittime che ci sono state ma escludo la malafede dal punto di vista imprenditoriale. Non dimenticate che sono morti anche degli imprenditori direttamente nel crollo”. Squinzi ha sottolineato che il sisma, avendo colpito una delle aree più produttive d’Italia, avrà “almeno un minimo impatto sul Pil italiano”. Nell’area che vale l’1% dell’economia del paese “probabilmente assisteremo a un fermo delle attività produttive di tre-quattro mesi”. Per quanto riguarda le abitazioni sono stati anche i cosiddetti “vulcani di sabbia” a provocare il cedimento di molte case. “E’ un fenomeno dovuto alla liquefazione della sabbia che avviene nel sottosuolo, sotto la spinta di una fortissima pressione”, ha spiegato la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Paola Montone, appena rientrata da una prima campagna di rilievi nelle zone colpite dal sisma del 20 maggio. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/30/terremoto-emilia-morti-sono-trovato-quarto-operaio-delazienda-medolla/246167/

mercoledì 30 maggio 2012

Pontinia Mochi in caso di condanna pronto a restituire tutto

IL CONSIGLIERE PRECISA LA SUA POSIZIONE IN CASO DI CONDANNA «Pronto a restituire tutto» La replica di Mochi sulla questione indennità CONTINUA la lotta giudiziaria all’interno del comune di Pontinia. Dopo la vicenda Trasco, con la Corte dei Conti che ha emanato le sue condanne verso alcuni esponenti del centro sinistra, adesso è la stessa amministrazione Tombolillo ad andare al contrattacco chiedendo la restituzione di parte delle indennità percepite da alcuni ex assessori della giunta Mochi. Dopo l’udienza avvenuta nella scorsa settimana nel Tribunale di Latina e rimandata a dicembre, il consigliere d’opposizione, Giuseppe Mochi, tiene a precisare la sua posizione e quella di alcuni suoi ex colleghi di maggioranza. «A scanso di equivoci dico subito che se dovessi essere condannato – ha affermato Mochi -, non esiterei un momento a restituire quelle somme che qualcuno ha avallato per due anni e mezzo consecutivi», riferendosi allo stesso Tombolillo. «Voglio però ricordare – continua Mochi – che l’unico ad essere condannato a restituire i soldi è stato Tombolillo e la sua giunta quindi non voglio assolutamente processi sommari su una causa completamente inventata e suggerita al sindaco dai suoi uomini». Infatti secondo Mochi la delibera a cui si fa riferimento, per le indennità applicate ai dipendenti pubblici che ricoprivano una carica in consiglio comunale, è stata fatta nel 2002 ai tempi della seconda legislatura Tombolillo, e mai cambiata. «Penso che questa storia – conclude Mochi – sarà per la giunta Tombolillo l’ennesimo boomerang sul quale non faremo sconti a nessuno, perché non si possono utilizzare i soldi dei cittadini per voler dimostrare l’i ndi mos tr abi le ed intaccare la dignità delle persone». R.A.C. Giuseppe Mochi http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0becca/pag27sabaudia.pdf

Pontinia la fine dell'era Trasco

Pontinia, la decisione amara in Consiglio per adeguarsi alla normativa nazionale La fine dell’era Trasco La partecipata sarà smantellata: da giugno il verde assegnato a terzi CON il consiglio comunale di lunedì a Pontinia si chiude un’epoca importante, quella della Trasco. La società partecipata che per anni ha svolto molti servizi fondamentali per l’intera città dovrà riorganizzarsi. Una riorganizzazione che ha tanto il sapore di smantellamento. Il comune di Pontinia, infatti, dopo la scottante vicenda che ha coinvolto il sindaco Tombolillo e vari amministratori, costretti a risarcire più di 800mila euro alle casse comunali, proprio per la Trasco, non se la sentono di rischiare e h a n n o d e c i s o , all’unanimità, di seguire letteralmente la legge arrivata dall’alto. Una legge che semplicisticamente divide i servizi in due tronconi: servizi strumentali e servizi pubblici locali. Nella prima categoria rientrano quelli del taglio dell’erba e della manutenzione degli edifici pubblici mentre nella seconda ci sono tutti quei servizi come trasporto, mensa e raccolta differenziata. Se la seconda categoria potrà essere riorganizzata più avanti, per la manutenzione del verde pubblico le ripercussioni sono immediate. Infatti già dal prossimo mese di giugno il comune di Pontinia ha deciso di non rinnovare la convenzione con la Trasco. Una decisione importante che avrà delle ripercussioni dirette su sette lavoratori della Trasco che non avranno più la possibilità di svolgere la propria attività all’interno della stessa partecipata. Dal prossimo giugno l’amministrazione comunale dovrà affidare questi servizi a privati tramite dei bandi pubblici. Gli amministratori cercheranno poi di poter reinserire i lavoratori usciti dal progetto Trasco. Unanime è stata la condanna ad una legge nazionale che andrà a penalizzare fortemente Pontinia per diversi punti di vista: dai lavoratori che perderanno il posto, ai servizi che probabilmente saranno qualita- tivamente più bassi e ai costi di gestione che, con bandi pubblici e aziende private, lieviteranno quasi sicuramente. Tombolillo e soci, dopo aver votato la riorganizzazione all’1 e 40 di notte, hanno mosso il primo passo verso una vera e propria rivoluzione forzata dei servizi pubblici. Unico appunto da poter fare all’inte - ra maggioranza è quella di essersi mossa con grave ritardo senza aver approfondito per tempo alternative utili a salvare servizi e lavoratori. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0becca/pag27sabaudia.pdf

Pontinia Mochi darà l'esempio, addio Trasco?

Stando agli articoli di giornale di oggi su Pontinia l'ex sindaco Mochi si è detto disposto a restituire gli eventuali compensi ricevuti e non dovuti. Sembra invece tramontata l'epoca della Trasco.

martedì 29 maggio 2012

amianto dati impressionanti nel Lazio

Nel Lazio sono presenti tra le 360.000 e le 700.000 tonnellate di tetti e coperture in pericoloso cemento-amianto. È questo il dato più eclatante del dossier presentato questa mattina presso la sala Tirreno della Regione Lazio, in occasione dell'iniziativa di conclusione della "Campagna di Educazione e Sensibilizzazione alla Legalità Ambientale" che l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio ha organizzato nei mesi scorsi, grazie al contributo dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione dei popoli della Regione Lazio, con la partecipazione di 1.500 studenti in 15 scuole medie e superiori della regione. Secondo le analisi del Centro regionale amianto della ASL di Viterbo, si tratta di una enorme superficie tra i 27,7 e i 53,9 milioni di metri quadri, alla quale si aggiunge la presenza di oltre un milione di tonnellate di materiali contenenti amianto ancora in uso, negli ambienti di vita e di lavoro, certamente legati ai 572 casi scientificamente accertati di mesotelioma. 1.304 siti, dei quali 1.054 si trovano in provincia di Roma, 94 in quella di Viterbo, 65 nell'area di Frosinone, 53 in quella di Latina e 34 in provincia di Rieti. "A vent'anni dalla legge che impedisce l'estrazione e l'utilizzo dell'amianto c'é ancora tanto da fare, va conclusa la mappatura delle strutture in amianto e avviate le bonifiche, approvando anche una specifica norma regionale e favorendo la sostituzione delle coperture con tetti fotovoltaici per fermare quella che è una strage silenziosa -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. La cronaca, anche recente, racconta numerosi interventi delle Forze dell'Ordine e della Magistratura con 658 sequestri di rifiuti speciali abbandonati o smaltiti illegalmente, per un totale di 1.243 infrazioni accertate tra il 2007 e il 2010, ben 1.372 persone deferite all'autorità giudiziaria e 45 arresti." Il pericolo amianto è particolarmente sentito dai cittadini, come testimoniano i dati del Numero verde 800 92 62 48 dell'Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio: nel 2011, l'8% delle situazioni denunciate (7 su 91) ha riguardato amianto specialmente delle discariche abusive, mentre ai primi posti dei pericoli ambientali risultano per il 32% l'abbattimento di alberi, per il 13% le discariche in genere, per l'11% lavori edili, per il 10% inquinamento acque e per il 9% inquinamento elettromagnetico. La nuova edizione della campagna di sensibilizzazione sulla Legalità Ambientale si conclude dopo molti mesi di incontri di formazione e discussione sui temi della legalità, della corretta gestione del territorio, della cittadinanza attiva e della stessa partecipazione democratica, con numerosi lavori e diverse forme espressive utilizzate tra gli altri dagli studenti degli istituti Neumann, della scuola media Casal Bianco, dei Licei Cavour, Majorana, Peano e Tacito presenti alla premiazione. "Con cinque edizioni della campagna per la legalità ambientale, abbiamo coinvolto migliaia di ragazzi e ragazze, sono loro il miglior presidio contro le illegalità, la criminalità, la mafia -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. I lavori presentati e premiati, i racconti delle piccole esperienze di legalità su rifiuti, acque, amianto e nuovi inquinamenti, la creatività dimostrata dai giovani, sono ancora più importanti in un momento così drammatico per l'Italia, dopo l'attentato di Brindisi, per continuare a lavorare con forza ancora maggiore tutti i giorni per rendere migliore la nostra regione." Hanno partecipato, tra gli altri: Marco Mattei, Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio; Colonnello Antonio Menga, comandante Carabinieri Provincia Frosinone; Tenente Colonnello Carlo Bellotti, Comandante Carabinieri gruppo tutela ambiente di Roma; Comandante di Fregata Antonio Lofù, Comandante in Seconda Capitaneria di Porto di Roma; Maggiore Piergiorgio Vanni, Nucleo di Polizia Tributaria Guardia di Finanza; Valentina Romoli, responsabile Ambiente e Legalità Legambiente Lazio; Antonio Turri, responsabile Libera Lazio; Michele Rucco, segretario Osservatorio Nazionale Amianto; Annamaria Virgili, presidente comitato esposti amianto Lazio. http://www.icittadini.it/index.php/ambiente/868-amianto-dati-shock-nel-lazio

Pontinia Pedretti mette in sicurezza le strade

Strade sicure, Pedretti interviene sui progetti LAVORI di messa in sicurezza per alcune strade di Pontinia e Campo Ioso. Come annunciato qualche mese fa dall’assessore ai Lavori Pubblici, Franco Pedretti, alcuni tratti della strada migliara 49 sx, strada Capo di Coccio, in località Campo Ioso e la centrale via Trieste, si rifaranno il look. Si tratta di alcuni interventi urgenti per la sicurezza viaria di strade di competenza comunale. Questi interventi sono stati rimandati più volte in attesa di poter recuperare i soldi necessari per effettuare i lavori. Adesso la cifra richiesta, circa 240mila euro, verrà recuperata dai residui di alcuni mutui. «Abbiamo recuperato circa 310mila euro – afferma il vice sindaco, Franco Pedretti -. In questi tre interventi cercheremo di portare a compimento alcune richieste fatte dai cittadini. La zona di Campo Ioso verrà messa in sicurezza con il rifacimento del tratto di Capo di Coccio mentre parte di via Trieste, quella inerente a borgo Pasubio, verrà asfaltata per consentire al traffico un miglior transito». Infatti, dopo la nuova piantumazione della piazza di borgo Pasubio e il completo restyling dell’ingresso di Pontinia lo stato disastrato dell’asfalto andava in contrasto con le aiuole curate. Adesso, con i soldi disponibili, l’amministrazione comunale completerà l’opera di restyling di borgo Pasubio e, nello stesso tempo, risponderà ad alcune esigente provenienti dalla periferia in particolar modo da Campo Ioso. R.A.C. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag26sabaudia.pdf Maxi vincita, la beffa LE voci di paese e il passaparola sono più forti di qualsiasi strategia pubblicitaria. Ne è esempio la storia di una maxi vincita da 500mila euro di una maestra della scuola di Quartaccio, episodio che le stesse docenti hanno smentito. La notizia ha iniziato a circolare per le vie della cittadina di Pontinia due settimane fa di venerdì giorno del mercato settimanale. Nel giro di 24 ore, quelle che erano delle semplici voci e dicerie, si sono trasformate in «quasi» certezze, con dettagli, luoghi e orari precisi. Insomma, la vincita sembrava veramente esser stata assegnata alla maestra della migliara 48. Quando tutto sembrava aver preso corpo arriva la smentita da parte del figlio dell’interessata. «Mia madre, purtroppo – afferma Roberto –, non ha vinto nulla. Il tutto è partito da uno scherzo di una bidella che, vedendo la vecchia auto di mia madre (una Fiat Panda) ha annunciato scherzosamente, davanti ai bambini della scuola, la sostituzione dell’auto, con una nuova, a causa dell’im - portante vincita». R.A.C.

Pontinia agricoltura all'asta tra fallimenti ed equitalia

Pontinia, la crisi raccontata nelle bacheche dei Tribunali. Un territorio che cambia Agricoltura «in vendita» Intere aziende finiscono all’asta: stalle terreni ma anche cantoniere http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag27sabaudia.pdf Aumentano con la crisi i beni immobili che vanno a finire all’asta. A San Felice Circeo come a Sabaudia, in molti hanno perso la seconda casa, pignorata, principalmente seconde case. Molti infatti i villini realizzati «in altri tempi» intere zone residenziali in vendita o all’asta come ad esempio quella di Bella Farnia. Ma per quanto riguarda il Comune di Pontinia le cose cambiano e gli annunci sul sito delle aste giudiziaria diventano lo specchio di una crisi che in profondità sta s egnando il comparto agricolo zootecnico, ovvero quello che è, era il motore economico del territorio. Da un prezzo base di circa 290mila euro, parte l’asta di un’intera azienda zootecnica su circa dieci ettari comprendente «due unità residenziali, stalle aperte con annessa sala mungitura, fienile, depositi - magazzini ed annessi agricoli». Per l’ap - punto, negli avvisi ci sono stalle, magazzini ma anche le case. Le famiglie cioè che subiscono il pignoramento perdono spesso anche le proprie abitazioni, che a volte sono anche case cantoniere, pezzi di storia delle stesse famiglie e del territorio. Ancora un altro annuncio relativo alcuni immobili sulla Migliara 54 in cui vengono banditi all’asta un’ «abitazione di due piani fuori terra. Capannone artigianale ampliato. Stalla. Tettoia uso deposito e magazzino. Appezzamenti di terreno». Prezzo base oltre 232mila euro. Poi i terreni che partono quasi tutti da circa 24mila euro. Molte aziende quindi non ce la fanno, attività storiche, di famiglia che finiscono sommerse dalle cartelle esattoriali. Un problema questo per cui gli agricoltori hanno più volte manifestato anche a Roma. Stando ai dati del censimento della Regione risulta che il numero di aziende del Lazio è crollato del 48% da 191 mila a 97 mila quando a livello nazionale il calo è stato del 35%. Per quanto riguarda gli occupati la diminuzione è stata più contenuta attestandosi al 45% mentre per le giornate lavorative impiegate c’è stato un calo del 30% mentre a livello nazionale è del 13%. Tra questi dati ce n’è poi un altro, quello relativo al ritorno alla terra degli italiani. L’effetto domino questo, della chiusura di altre aziende, come accaduto nel caso di Sabaudia dei cantieri Rizzardi. La richiesta di lavoro in campagna è in leggero aumento, un dato in controtendenza con la chiusura di molte aziende. Il comparto agricolo come quello zootecnico va rilanciato ma la coperta purtroppo sembra essere sempre troppo corta. Come messo nero su bianco negli annunci delle aste giudiziarie. E poi c’è un altro aspetto da considerare, ovvero quello dei compratori, di chi cioè in un periodo di crisi ha la liquidità per investire. Ma questo è un capitolo a parte. M.S.G.

Pontinia, Gricilli incaricata la ditta Poseidon

La ditta Poseidon sarebbe la ditta che si è aggiudicata i lavori presso i Gricilli a Pontinia LA POSEIDON SI AGGIUDICA I LAVORI PER L’INTERVENTO AI GRICILLI http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag27sabaudia.pdf La «spiaggia» di Pontinia, presto la riqualificazione DOPO anni di lavoro inizia a prendere forma il progetto di rivalutazione della zona dei Gricilli. Il Progetto, legato al Gal e alla Regione Lazio, prevede la totale pedonalizzazione della zona al confine con il comune di Sezze, l’installazione di tabelle informative e staccionate in legno utili per accompagnare i visitatori nelle vicinanze dei laghi naturale presenti sotto i monti lepini. Un progetto nato molti anni fa e finanziato solo agli inizi del 2012. La Regione stanzierà 256mila euro, 30mila i soldi che usciranno fuori dalle casse comunali. L’amministrazione comunale ha comunque provveduto a far attivare la ditta aggiudicatrice dei lavori, la Poseidon Service Srl di Latina, alla consegna d’u rg e n z a dei lavori. Oltre a ciò è stato scelto il progetto grafico del mar- I laghetti dei Gricilli ospitano da tempo una sorta di spiaggetta attrezzata chio e del logotipo del progetto dato in gestione a Luigi Veca che ha presentato il preventivo più conveniente dei tre richiesti, per un somma pari a 2mila e 662 euro. Insomma, dopo tanti anni passati a parlare di discariche abusive, la zona dei Gricilli inizierà tornerà al «naturale». R.A.C. ecco la home page de http://www.poseidonservice.it/ La Poseidon Services S.R.L. di Delle Cave Pietro nasce nel 1978. Da allora l’azienda si è fortemente evoluta dotandosi di tecnologie all’avanguardia e personale esperto e costantemente aggiornato, addestrato ad operare nel pieno rispetto della legislazione vigente in materia di sicurezza (D.Lgs. 81/2008 ex L. 626/494) Dal 2009 il nostro marchio Poseidon Group ha acquistato ancora più rilevanza. Siamo un’azienda moderna e dinamica, operante su tutto il territorio nazionale, in grado di offrirvi un’ampia gamma di servizi garantendo sempre qualità certificata e massima affidabilità. Pulizia spiagge Bonifica litorale Pulizia spiagge ed arenili Rimozione depositi del mare Contenitori porta-rifiuti Decoro urbano Disinfestazione Spurgo caditoie e pozzetti Pulizia strade e marciapiedi Cancellazione scritte murali Aree verdi Manutenzione aree verdi Bonifica di argini ed alvei Potatura alberi d' alto fusto Diserbo meccanico e chimico Edilizia Strade Impianti fognari Movimento terra Costruzioni civili ed industriali In più… Effettuiamo servizio di trasporto conto terzi Gestiamo la raccolta e lo smaltimento di rifiuti ordinari, speciali e pericolosi Disponiamo di setacci meccanici, prodotti da noi e contrassegnati da marchio CE Vantiamo un vasto parco macchine che comprende oltre 100 mezzi ...Vedi i macchinari

giornata di mobilitazione contro l'IMU partecipa anche Pontinia

IL RESPONSABILE DEL SETTORE VISTO che l’ANCI ha indetto una giornata di mobilitazione sull’IMU che si terrà a Venezia giovedì 31/5/2012, alla quale ha invitato i Sindaci a partecipare; CONSIDERATA la materia trattata di estrema attualità ed interesse per tutte le amministrazioni comunali; VISTO che il Sindaco ha ritenuto opportuno aderire alla manifestazione; VISTO il bilancio per il corrente esercizio finanziario in fase di elaborazione; VISTO il Dlgs n. 267/2000; DETERMINA DI IMPEGNARE, per i motivi meglio descritti in narrativa, la presumibile 1) somma di € ,00 necessaria per spese di viaggio (carburante e autostrada) e vitto per due persone (Sindaco e autista);

Germania alimentata per 50% con energia fotovoltaica

FOTOVOLTAICO Germania, un weekend da record metà paese ha funzionato con il sole Grazie alla straordinaria produzione di 22 GWh e ai consumi ridotti, sabato scorso è stato possibile soddisfare ben il 50% del fabbisogno. La stessa quantità venerdì ha coperto il 30% di VALERIO GUALERZI La Germania del fotovoltaico continua a macinare record. Questa volta si tratta di un primato tutto sommato effimero in quanto legato a circostanze particolari, ma dall'enorme valore simbolico. Venerdì e sabato scorsi, secondo i dati della European Energy Exchange comunicati dalla Iwr, l'istituto di ricerca dell'industria rinnovabile, gli impianti tedeschi hanno immesso in rete la straordinaria quantità di 22 GWh di elettricità. "Un primato assoluto che in nessun altro momento in nessun altro posto al mondo era mai stato centrato", ha spiegato alla Reuters il deirettore della Iwr Norbert Allnoch. Ancora più signifcativo del valore assoluto dell'elettricità fotovoltaica prodotta, è però forse il valore percentuale. Esclusivamente con il sole la Germania nel corso della giornata di venerdì ha soddisfatto ben il 30% del suo fabbisogno, mentre sabato, grazie al forte calo della domanda dovuta alla chiusura delle fabbriche, la quota è balzata addirittura al 50%. Il record dei 22 GWh è stato possibile grazie ai 1,8 GW di nuova potenza installati dall'inizio del 2012 ad oggi. Impianti che si sono andati ad aggiungere agli oltre 24 GW presenti già a fine 2011. Una capacità produttiva che nel corso dell'anno passato ha permesso di coprire mediamente il 5-10% del carico di picco nazionale nei mesi invernali e il 20-30% in estate. "Questi risultati - ha sottlineato ancora Allnoch - dimostrano come la Germania sia in grado di ottenere una larga parte delle sue necessità elettriche con l'energia del sole ed è in grado di andare avanti con un minor numero di centrali a carbone, a gas e nucleari". A fronte di un successo così clamoroso, non sono mancate anche tra i tedeschi polemiche sul costo per la collettività di un'incentivazione molto generosa. Secondo alcune stime, sostenere il fotovoltaico obbliga i consumatori a spendere circa 2 centesimi in più per ogni kWh. Ciò di cui molto spesso non si tiene invece adeguata considerazione, oltre alle forti ricadute positive sull'occupazione e l'ambiente, è che l'accresciuta produzione di fotovoltaico nel corso degli anni ha drasticamente abbassato il picco di prezzo dell’elettricità all’ingrosso 1 in Borsa nelle ore diurne. In Italia un record simile 2 era stato toccato nei giorni a ridosso delle vacanze di Pasqua, con il 60% di contributo delle rinnovabili alla rete elettrica siciliana. In questo caso si trattava però di una regione piccola e geograficamente molto particolare e di un risultato ottenuto non solo grazie al sole, ma anche grazie al vento. (28 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.repubblica.it/ambiente/2012/05/28/news/fotovoltaico_germania_record-36091823/

appello per Fukushima rimozione combustibile nucleare

APPELLO PER UNA MORATORIA NUCLEARE IN GIAPPONE E PER LA IMMEDIATA RIMOZIONE DEL COMBUSTIBILE NUCLEARE DALL’IMPIANTO DI FUKUSHIMA di ISDE ITALIA NETWORK Con questo appello intendiamo rompere il muro di silenzio che, fuori dai confini giapponesi, circonda la catastrofe di Fukushima. L’attuale governo giapponese guidato dal premier Noda ha, di fatto, rinnegato la volontà espressa dal suo predecessore dopo quella catastrofe di far uscire il Paese dalla dipendenza dall’energia nucleare: ma nell’opinione pubblica il dibattito è fortissimo e l’opposizione al nucleare cresce. Sul piano internazionale si vuol far credere che gli incidenti sono stati di poco conto, che la situazione è sotto controllo e le conseguenze per la popolazione giapponese sono minime. Ma la situazione è completamente diversa: ■nei tre reattori funzionanti al momento dell’incidente la quantità di combustibile fuso, che nell’Unità 1 è fuoriuscito da vessel, è superiore a quella fusa in tutti gli incidenti precedenti, ed è assolutamente incontrollabile. L'affermazione che sia stato raggiunto lo "spegnimento a freddo" dei reattori danneggiati è priva di senso, in quanto tale definizione è riferibile solo ad un nocciolo integro, mentre i noccioli delle unità 1, 2, 3 risultano parzialmente o totalmente fusi, con perdita dei parametri di controllo tale per cui non si può escludere che possano riacquistare localmente configurazioni critiche con ripresa della reazione a catena. ■La situazione delle piscine del combustibile esausto non è stata risolta e con il ripetersi di scosse sismiche di notevole intensità rischia di provocare un nuovo incidente dalle conseguenze gravissime e imprevedibili, anche a causa dello stoccaggio addensato delle barre. Un gruppo di esperti dell’Ufficio di Gabinetto giapponese ritiene probabile che nei prossimi anni possa avvenire un terremoto di grado 9 nella faglia oceanica e uno tsunami con onde di altezza eccezionale che colpirebbero non solo la centrale di Fukushima, ma anche molte altre. ■Nella regione Nord Est del paese la situazione rimane estremamente preoccupante. La gravità della contaminazione radioattiva, sulla quale le autorità giapponesi hanno esercitato fin dall’inizio degli incidenti un cover-up, non accenna a diminuire. Sono migliaia le persone sradicate per sempre dalla loro terra (comprese quelle trasferite, anche di propria iniziativa, dalla zona inquinata di Fukushima), che hanno perduto il lavoro e le prospettive per il futuro e vivono in un’incertezza drammatica. ■Al contrario il governo giapponese minimizza la gravità della contaminazione, ha alzato la soglia della contaminazione per i bambini e si dimostra molto più preoccupato del ripristino della normalità apparente che di salvaguardare la salute dei cittadini. ■Il 5 maggio scorso anche l’ultimo dei 50 reattori nucleari in esercizio commerciale del Giappone, si è fermato per le periodiche revisioni (che quest’anno riguardano anche test e adeguamenti conseguenti agli incidenti di Fukushima) senza che ciò abbia pregiudicato la fornitura di energia elettrica al paese. Si apre ora una partita decisiva perché a fronte della volontà del governo e dell’industria nucleare di riattivare le centrali quanto prima, si sviluppano forti opposizioni delle popolazioni. Riteniamo che questi problemi non riguardino solo il Giappone, ma l’intera comunità internazionale e pertanto chiediamo alle autorità giapponesi ■di non riattivare i reattori nucleari attualmente fermi; ■di intervenire urgentemente per estrarre e trasferire le barre di combustibile dalle piscine gravemente danneggiate. ■di provvedere immediatamente, anche se tardivamente, all’evacuazione dei bambini dalle zone contaminate. ■di favorire l’istituzione di un’autorità interdisciplinare e internazionale sotto l’egida dell’Onu per risolvere la situazione di Fukushima, data l’incapacità dimostrata dalla Tepco nella gestione dell’incidente. >>>FIRMA L'APPELLO https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dG8xRndsTEtsS2pNdlFNYWxxb21TeWc6MQ Primi firmatari: Harumi Matsumoto Yukari Saito Chie Wada Angelo Baracca Massimo Bonfatti Marcello Buiatti Ernesto Burgio Giulietto Chiesa Giorgio Ferrari Antonietta Gatti Patrizia Gentilini Ugo Mattei Stefano Montanari Giorgio Nebbia Giorgio Parisi Paola Pepe Adriano Rizzoli Roberto Romizi Alex Zanotelli Monica Zoppè Alberto Zoratti BREVI NOTE SUI PRIMI FIRMATARI Harumi Matsumoto, artista giapponese. Voce di punta dei cittadini giapponesi contro il nucleare residenti in Italia. Yukari Saito, giornalista e saggista giapponese, esperto linguistico dle Centro Linguistico Interdipartimentale dell’Università di Pisa, Presidente del Centro di documentazione Italo-Giapponese “Semi sotto la Neve”, attivista nella lotta per i diritti umani e contro il nucleare. Chie Wada, presidente Ponte fra Italia e Giappone – TomoAmici.  Angelo Baracca, professore di fisica presso l’Università di Firenze. Al lavoro di ricerca e di insegnamento ha sempre affiancato l’impegno su temi di carattere sociale. Fin dagli anni Settanta è stato attivo nel movimento antinucleare ed ecopacifista. È stato tra i promotori del Comitato Scienziate/i Contro la Guerra, nato nel 1999 durante i bombardamenti nella ex-Iugoslavia. Massimo Bonfatti, presidente di “Mondo in cammino”, attivo nelle denuncia dei fallout nucleare e nella campagna per l’indipendenza dell’OMS, coordina importanti progetti di gestione locale dei rischi radioattivi e progetti internazionali di riconciliazione interetnica ed interreligiosa. Marcello Buiatti, professore di Genetica nell'Università di Firenze. E’ valutatore dei progetti U.E. in area biotecnologica, esperto del Comitato Economico e Sociale U.E. per le questioni relative agli organismi geneticamente modificati (OGM), membro della Commissione internazionale per il cibo e della Fondazione per la Biodiversità. Ernesto Burgio, medico Chirurgo, Pediatra. Coordinatore Comitato Scientifico di ISDE-Italia. Membro del Comitato Scientifico di ARTAC France (Association pour la Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse), di ENSSER (European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility). Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, è stato corrispondente da Mosca per vent'anni, prima per l'Unità e poi per La Stampa. Autore di : “La menzogna nucleare. Perche tornare all'energia atomica sarebbe gravemente rischioso e completamente inutile". Ha fondato "Megachip-Democrazia nella Comunicazione e ha dato vita a Pandora Tv. Giorgio Ferrari, diplomato in Energia Nucleare. Ha lavorato per 41 anni all’Enel, di cui circa 20, con il compito specifico di seguire la progettazione, la costruzione e di effettuare tutti i controlli sul combustibile nucleare di tutte le centrali dell’Enel (Latina, Garigliano, Trino Vercellese e Caorso). Antonietta Gatti, fisico, scopritrice del processo con cui le polveri fini e ultrafini penetrano nell’ organismo, Consulente della Commissione Senatoriale “Uranio Impoverito”, Consulente Tecnico per Procuratore della Repubblica per il Procedimento penale per la Sindrome di Quirra. Patrizia Gentilini, medico oncoematologo, fa parte del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l'Ambiente e la Salute e dell'Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL), associazioni in cui ha trovato gli strumenti ideali per concretizzare il proprio impegno in difesa dell'ambiente e della salute pubblica. Ugo Mattei, professore di diritto internazionale comparato all'Hastings College of the Law dell'Università della California a San Francisco, presso cui ricopre la cattedra di Alfred and Hanna Fromm Professor of International and Comparative Law, ed è professore di diritto civile all'Università di Torino. Stefano Montanari, ricercatore e studioso di nanopatologie, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, consulente di Avigolfe, l’associazione dei reduci francesi dalle guerre del Golfo e dei Balcani e della Foundation for Advancement of Science and Education di Los Angeles per i problemi sanitari legati alle nanopatologie dei sopravvissuti al crollo delle Torri Gemelle di New York. Giorgio Nebbia, professore emerito di Merceologia dell' Università di Bari; antesignano del movimento ambientalista italiano. La notevole mole di lavoro e documenti da lui prodotti (riguardanti soprattutto l’utilizzazione dell’energia solare e la dissalazione dell’acqua di mare) depositato presso il Centro di Storia dell’Ambiente promosso dalla Fondazione Luigi Micheletti. Giorgio Parise, uno dei più autorevoli fisici mondiali. Con Carlo Rubbia è l'unico fisico italiano membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d'America. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, fra cui la Medaglia Boltzmann per i suoi contributi alla fisica statistica, il premio Dirac, il premio Galileo, il Premio Lagrange e la Medaglia Max Planck. Paola Pepe, ha creato e gestisce sul web il Network di ISDE Italia Adriano Rizzoli, presidente e animatore dell’associazione ecologista Nimby Trentino, attivo nelle battaglie contro gli inceneritori. Roberto Romizi, medico, presidente ISDE Italia (International Society Doctors for the Environment), coordinatore SIASS (Scuola Ambiente Salute e Sviluppo Sostenibile). ISDE Italia è parte di ISDE Internazionale, organizzazione accreditata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, presente, con oltre 40.000 medici in 90 paesi del mondo. Alex Zanotelli, una delle voci più chiare e autorevoli della nonviolenza in Italia. Missionario dei Padri Comboniani di Verona, ha diretto per anni la rivista “Nigrizia” conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, è l’ispiratore ed il fondatore di molti movimenti che hanno l’obiettivo di creare le condizioni della pace e di una società solidale in cui gli ultimi abbiano cittadinanza. Monica Zoppé, biologa e ricercatrice presso il Laboratorio di Terapia Genica e Molecolare, dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di PISA; fa parte del comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra. Alberto Zoratti, laureato in Biologia, specializzato in Microbiologia e con perfezionamento in Cooperazione Internazionale, collabora ed opera nel Terzo settore. Si occupa di cambiamento climatico e di economia solidale e internazionale per l'organizzazione equosolidale Fair.

lunedì 28 maggio 2012

Pontinia, Mochi dai l'esempio e restituisci i compensi non dovuti

Pontinia, il primo cittadino chiede la restituzione dei compensi della passata giunta di centrodestra Tutti contro tutti in tribunale Dopo la sentenza Trasco, Tombolillo porta davanti ai giudici l’ex sindaco Mochi LO aveva promesso il sindaco Eligio Tombolillo: se vogliono la guerra che guerra sia. Dopo la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato diversi a m mi n i st r a to r i del centrosinistra, tra cui anche il primo cittadino di Pontin i a , a l l a restituzione di più di 800 mila euro per la nascita della Trasco, adesso è la volta del centrosinistra che, unito, richiede la restituzione di altri soldi agli esponenti questa volta del centrodestra, in particolar modo ad alcuni rappresentanti della vecchia maggioranza guidata dall’allora sindaco, Giuseppe Mochi. Il primo atto di questa nuova battaglia si è avuto in settimana quando, presso il tribunale di Latina, si è tenuta la prima udienza del procedimento che vede contrapposti il centrosinistra di Tombolillo con i vecchi esponenti del centrodestra. Insomma, la guerra giudiziaria è stata aperta. Sul «campo di battaglia» ci sono tre vicende spinose per la politica di Pontinia: la nascita della Trasco, l’aumento degli stipendi della vecchia giunta Tombolillo e, per il centrodestra, la restituzione degli stipendi da parte di consiglieri comunali e assessore della giunta Mochi. Infatti, dal maggio 2003 al dicembre 2005 alcuni esponenti del centrodestra continuarono a prendere l’intero stipendio dalle casse comunali nonostante fossero dei lavoratori dipendenti e quindi avessero diritto a percepire solamente il 50% del compenso previsto per legge. Il sindaco Tombolillo così contrattaccava Giuseppe Mochi dopo aver ammesso di aver pagato tutta la sua somma dovuto al Comune di Pontinia dopo la sentenza Trasco: «Visto che il consigliere d’opposizione sta interpretando un ruolo di giustiziere – d i c h i a r ò Tombo lillo – i niz ias se con il dare l’esempio e restituisca i soldi nelle casse comun a l i . L u i (Mochi) e diversi amm in i st ra t or i d e l l a s u a giunta devono ancora restituire dei soldi al Comune per il mancato decur tame nto della metà degli stipendi ». Il primo atto di questa battaglia, andata in scena presso il tribunale di Latina, è finita con un nulla di fatto. Infatti i legali dei politici coinvolti hanno fatto valere un vizio di forma. Si torna in aula a dicembre. Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc2/pag19sabaudia.pdf NELLO IALONGO: GLI OPERATORI DI LATINA E SABAUDIA FACCIANO COME A FORMIA Attenti all’erosione «Il molo di Anzio distruggerà la costa pontina» Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota a firma di Nello Ialongo, membro del Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Circeo. «Sono certamente fondate le forti preoccupazioni del SIB (Sindacato italiano balneare) di Formia in ordine alle conseguenze, per la stabilità delle spiagge di Vindicio e di Gianola, nonché di quelle di Scauri e Marina di Minturno, che potranno derivare dalla costruzione, accanto all’attuale molo Vespucci, di un approdo turistico di elevate dimensioni. Il SIB, pur nella consapevolezza che il nuovo porto turistico può dare impulso all’economia del territorio, si dice tuttavia certo che l’opera, così come progettata, provocherà la scomparsa delle splendide spiagge che, da almeno un secolo, e soprattutto nel dopoguerra, hanno permesso a Formia di essere considerata per qualche decennio una delle più importanti località balneari della provincia. Gli operatori turistici formiani con molta determinazione hanno rivolto un vibrante appello affinché siano effettuati studi specifici, da parte di esperti qualificati estranei all’ambiente, ai fini della garanzia di imparzialità, per conoscere quali reali pericoli possano correre le coste a sud dell’ope - ra portuale prevista. Di fronte a tale iniziativa appare veramente sconcertante che a Latina autorità pubbliche e operatori turistici rimangano completamente inerti di fronte ai pericoli ancora più angosciosi rappresentati dalla prevista realizzazione di un gigantesco molo ad Anzio, nonostante che ricerche di elevato rigore scientifico, commissionate a suo tempo dalla Regione Lazio a studi di grande esperienza e prestigio (Studio Volta di Savona e ISPRA), abbiano dimostrato che tale opera comporterà danni irreversibili alle spiagge e alle dune di Latina e di Sabaudia. Il SIB di Sabaudia in più occasioni ha espresso una forte contrarietà all’a m p li amento del porto di Anzio. Occorre però che gli operatori turistici della costa pontina, di comune accordo, diano luogo ad una iniziativa con lo stesso vigore e lo stesso orgoglio dei loro colleghi di Formia, che tra l’altro hanno il coraggio di contrastare un’opera che un vantaggio alla loro città lo può comportare, per ottenere dagli enti che hanno competenza sul territorio, l’attestazione da parte di un organismo scientifico terzo, del reale grado di pericolosità per le dune e le spiagge pontine del nuovo molo di Anzio. Latina ha assistito alla bocciatura del porto di Foce Verde per motivi di insostenibilità dell’opera che sono certamente comparabili con le valutazioni scientifiche che rendono sconsigliabile l’opera portuale di Anzio. Né si deve prestare ascolto a chi intende far credere che la distanza di Anzio possa costituire un ’attenuazione del rischio. Chiunque si sia occupato di fenomeni di tal fatta sa bene che le conseguenze sull’equilibrio delle spiagge di grosse strutture for anee si ripercuo tono pu rtr opp o s u m o l t e decine di chilomet r i . E ’ b e n e che, al r i g u a rdo, i sindaci delle città pon tine si liberino dalla s u d d itanza alle autorità region a l i e agis cano n e l l ’ i nt e r e s s e delle com u n i t à amm inis t r a t e . G i à a l m o m e nt o dell’even - tuale posa delle fondazioni del mastodontico molo di Anzio si possono produrre effetti devastanti sulle spiagge di Latina e clamorose, anche se tardive, manifestazioni di protesta. Di questi tempi si impone una maggiore cautela circa il mantenimento dei beni della collettività». (Nello Ialongo) Nello Ialongo NELLO Ialongo, membro del consiglio direttivo dell’ente Parco nazionale del Circeo e attento studioso dei fenomeni marini torna a sottolineare il pericolo di nuovi fenomeni erosivi per la costa pontina, dovuto al progetto di realizzazione di un nuovo imponente molo ad Anzio. «Quell’opera comporterà danni irreversibili alle spiagge e alle dune di Latina e Sabaudia» avverte Ialongo «Se gli operatori balneari di Formia hanno avuto il coraggio di contrastare un’opera che avrebbe comunque portato loro dei benefici economici, i colleghi di Latina e Sabaudia non debbono esitare a fare altrettanto» http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc2/pag07latina.pdf

Pontinia nuovo impianto fotovoltaico al posto dell'agricoltura di qualità

Dal: 28.05.2012 Al: 12.06.2012 2012/36186 Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 29 dicembre 2003 n. 387 e s.m.i., rilasciata alla Società Suneon S.r.l. per la costruzione ed esercizio di un impianto fotovoltaico di potenza pari a 992,00 kW da realizzare nel Comune di Pontinia, località Ficuzza (F.o 55, p.lle 14 - 420 - 421 - 16 - 17 - 424 - 425 - 19), nonché delle relative opere accessorie e di connessione alla rete. Autorizzazioni e Concessioni Ecologia ed Ambiente Autorizzazione Unica Societ Suneon s.r.l.pdf

agitazione Arpa Lazio a rischio salute 6 milioni di persone

Anche l'Arpa dichiara lo stato di agitazione a rischio le analisi sul territorio e la salute di 6milioni di cittadini. Elo stesso vale per la balneazione sul litorale. "La salute dei quasi 6 milioni di cittadini del Lazio - si legge in una nota - è fortemente a rischio. Arpa Lazio non è più in grado di controllare e, di conseguenza, di garantire la qualità dell’aria e dell’acqua né, tantomeno, di monitorare gli agenti fisici sul territorio a causa della mancanza di risorse. Le Segreterie Regionali di CGIL FP, CISL FP, UIL FPL unitamente alle Rappresentanze Sindacali Unitarie hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori a partire dal primo giugno. Il rischio di non avere controlli ambientali adeguati arriva in un momento particolarmente delicato per tutte le province laziali, a partire da quella di Roma dove si sta dibattendo sul collocamento della nuova discarica. Problemi che, però, non sembrano turbare la politica regionale. Le limitate risorse economiche e umane dell’Agenzia, già ridotte all’osso dal patto di stabilità e dal blocco delle assunzioni, rischiano di non poter garantire ancora a lungo lo svolgimento degli ordinari compiti istituzionali come il monitoraggio della qualità dell’aria (centraline), i controlli sulla balneabilità delle acque marine e lacustri, i controlli sulle discariche, i controlli sugli agenti fisici (Campi Elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, rumore, vibrazioni ecc.), le attività di laboratorio a supporto delle Aziende Sanitarie Locali sui campioni di Acqua destinata al consumo umano e sugli alimenti. L’inerzia della Regione mette a dura prova l’operato dell’ente preposto ai controlli ambientali a tutela della salute dei cittadini del Lazio. A fronte di un organico approvato dalla Regione Lazio di circa 750 unità di personale, l’Agenzia dispone oggi di meno di 400 lavoratori, che per un quarto sono impiegate a tempo determinato, 20 lavoratori precari a tempo determinato – che hanno garantito lo svolgimento dei compiti istituzionali di ARPA Lazio - sono stati d’improvviso licenziati ed altri circa 100 resteranno a casa alla fine dell’anno. In queste condizioni, considerato anche l’irrisolto problema dello smaltimento dei rifiuti, la Regione Lazio rischia di diventare una polveriera ecologica". http://www.icittadini.it/index.php/primo-piano/853-roma-l-arpa-lazio-dichiara-lo-stato-di-agitazione

Trasco trattative a rilento oggi consiglio comunale Pontinia

Su La Provincia: Trasco trattative a rilento oggi se ne parla in consiglio comunale http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120528latina/index.html#/18/

domenica 27 maggio 2012

Pontinia, Trasco domani consiglio comunale

Pontinia, si cercano soluzioni per la partecipata Dipendenti Trasco, il caso in Consiglio G I OV E D I ’ 24 si sarebbe dovuto svolgere un consiglio comunale con un solo punto all’ordine del giorno: approvazione del r e n d ic o n t o fi na nzi ar io del 2011. Un appuntamento rim a n d a t o i mp r ovv isamente, la nota ufficiale è dat a t a 2 3 maggio (il giorno prec e d e n t e ) per essere spostato alla serata di lunedì 28 con l’inte - grazioni di altri punti a ll ’o rd in e del giorno in cui spiccano le vicende legate alla Trasco. Dopo l’at - tacco di Giuseppe Mochi, la presa di posizione dei sindacati e il punto di vista del rappresentante della Trasco, Sebastiano Gobbo, nella serata di lunedì l’argomento società partecipata entrerà nell’agenda politica del consiglio comunale. Sono due i punti all’ordine del giorno dedicati alla Trasco: l’uscita del Comune di Norma dalla partecipata e la riorganizzazione della stessa società. Argomenti, questi, già toccati marginalmente durante l’ultimo consiglio di inizio maggio ma non appr of ond it i. Infatti, in quel caso, i due punti al l’or di ne del giorno furono ritirati di gran f r e t t a . Adesso c’è stato anche i l r i nvio d e l l ’ a pp u n t a m e nto di giovedì 24. Tutto ciò testimonia il nervosismo di una sit u a z i o n e s c o m o d a per la Trasco e per l’am mi nis t r a z i o n e comunale che non ha il pieno potere decisione sulla riorganizzazione della società partecipata ma che resta in attesa degli sviluppi presenti a livello nazionale. R.A.C. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag31sabaudia.pdf Ogni anno ventimila tonnellate transitano su camion attraverso la provincia Quel traffico di fanghi Trasportare i residui di depurazione costa quasi 3 milioni di euro E’ un traffico strano, silenzioso, inosservato, molto costoso, irrisolto. E’ il traffico dei fanghi dei sessanta depuratori della provincia di Latina che ogni giorno, stoccati sui camion, attraversano in lungo e in largo il territorio per raggiungere gli impianti di trattamento in Puglia e nelle Marche. Questo «giochetto » costa un fiume di denaro: tre milioni di euro l’anno per trasferire ventimila tonnellate al costo variabile tra i 140 e i 180 euro a tonnellata e di questi 80 euro vengono assorbiti per il solo trasporto, che oltre ad inquinare ha dunque un prezzo che incide pesantemente sul resto. Chi paga tutto questo? In parte i cittadini attraverso la quota di depurazione che sta nelle bollette del servizio idrico; in parte la Provincia. La storia era in parte emersa nel corso della presentazione dell’ultimo bilancio di Acqualatina spa ma è «deflagrata » durante l’audizione recente del presidente della Provincia, Cusani, in Commissione Ambiente e Territorio del Senato. Per costruire un impianto di trattamento dei fanghi serve un investimento più o meno equivalente al costo di un paio di anni di trasporto fuori regione ma una scelta del genere dovrebbe impegnare anche la Regione oltre agli enti locali. C’è dell’altro: la provincia di Latina ha aumentato il numero dei depuratori funzionanti ma anche la rete attuale non è sufficiente a coprire tutto il territorio e la realizzazione di altre strutture può incidere sul futuro della balneabilità di lunghi tratti di costa. Cioè: più depuratori si costruiscono per migliorare la qualità del nostro mare, più crescono le tonnellate di fanghi residui e con esse il costo del trasporto e dello smaltimento in un gioco perverso che da un lato aiuta l’ambiente e dall’altro lo danneggia; un sistema che in qualche modo fa risparmiare ma in fondo produce uno spreco che non è neppure prevedibile fino in fondo. Tecnicamente quello che serve a fermare le centinaia di camion che trasportano i fanghi è un impianto di trattamento della cosiddetta «frazione organica», che al momento non è previsto. Ed è peraltro tra i motivi alla base del contenzioso in essere tra la Provincia e la Regione a proposito del piano rifiuti per il Lazio. Nel quale il «caso fanghi» è un dettaglio minimale che, peraltro, si porta dietro un groviglio di interessi legati all’indo tto, ossia lo stoccaggio, il trasporto e infine il trattamento. Realizzare un impianto a Latina equivale a sottrarre contratti al sistema attuale dello smaltimento. Ed è probabilmente uno dei motivi per cui tutto resta immutato. Graziella Di Mambro http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag04latina.pdf L’assessore e le polemiche politiche Stefanelli: anche io contesto le scelte «NESSUNA divergenza con il Presidente Cusani rispetto al Piano rifiuti regionale». Così l’assessore provinciale all’ambiente prova a smentire le voci che lo davano per esautorato dal suo ruolo in giunta dopo che non era stato presente alla conferenza stampa sul ricorso contro il piano regionale dei rifiuti. «È evidente - dice Stefanelli - che il Piano non fornisce risposte risolutive per la questione dei rifiuti e soprattutto è gravemente carente in ordine alla definizione delle regole di funzionamento degli Ato. Non ho potuto prendere parte alla conferenza stampa del Presidente Cusani per impegni personali inderogabili, ma già martedì prossimo sarò in Commissione a confrontarmi attivamente in merito al ricorso presentato dalla Provincia. Le mancate scelte in tema di rifiuti negli ultimi 15 anni sono da imputare ad una politica che troppo spesso si sottrae dal prendere decisioni strutturali determinanti e di reale impatto rispetto alle esigenze dei territori. Basta guardare alle ultime polemiche di Alemanno su Corcolle e le dimissioni di Pecoraro dall’incarico di commissario per l’emergenza rifiuti. In relazione alle indiscrezioni giornalistiche circa la mia posizione all’interno dell’amministrazione provinciale mi sento di dire che sono tranquillo ed estremamente sereno, anche perché tutti sanno che il mio mandato è sempre stato e sarà a totale disposizione del Presidente Cusani e dell’Udc». «Gli errori di Cusani» Piano regionale, il Pd smonta il ricorso al Tar COME era nelle sue prerogative, il presidente della Provincia ha impugnato (da solo) il piano regionale dei rifiuti. Poteva fare un passaggio preliminare in Consiglio e cercare anche il sostegno dell’opposizione, politicamente avversa all’esecutivo regionale quindi abbordabile. Invece non lo ha fatto. E adesso è arrivata, inevitabile, la stoccata del Pd che in una lunga nota del consigliere provinciale Mauro Visari, scardina non tanto il ricorso quanto il contesto nel quale è maturata la scelta del presidente dell’ente. «La Provincia sul tema dei rifiuti continua a sbagliare. - scrive Visari - Si continua a litigare con gli altri enti coinvolti, si continua ad ipotizzare la costruzione di un termovalorizzatore che non serve, si continuano a fare dichiarazioni di intenti, ma le decisioni non si prendono. Le ultime dichiarazioni di Cusani lasciano perplessi, poiché, a mio avviso rivelano la totale distanza che il Presidente ha dal problema rifiuti così come è vissuto dai cittadini. Su gran parte del territorio provinciale la raccolta differenziata viene fatta poco e male, il servizio costa troppo e l’impatto ambientale è significativo. A Latina, grazie alla Latina Ambiente, si sommano altre questioni, come un servizio di raccolta inefficiente che sporca la città in modo indecente ». Anche Visari come molti altri osservatori e amministratori pur dello stesso partito di Cusani, sottolinea come da un ente importante qual è quello di via Costa ci si aspetti «coordinamento e non litigiosità; la capacità di studiare il fenomeno così come si dipana sulla nostra provincia e saper proporre soluzioni nuove; investimenti per finanziare la costruzione sul territorio di tutti gli impianti intermedi che servono». Sullo sfondo della discussione sempre lo stesso problema: le discariche. «I gestori - ricorda ancora Visari - più volte e dati alla mano hanno fatto sapere che la capacità di ricezione dei rifiuti è piuttosto limitata. Stando a quanto affermato le discariche sarebbero esaurite entro meno di 3 anni. Su questo la Provincia non dice nulla. Vorremmo sapere se per Latina c’è davvero un rischio ‘Napoli’ o si tratta di allarmismo fatto ad arte dalle società per ottenere vantaggi attraverso una gestione emergenziale della raccolta. Le percentuali di raccolta differenziata sono ancora troppo basse. I piccoli Comuni riescono a garantire un buon livello, mentre i centri più grandi appaiono in difficoltà. Il problema è che nessuna soluzione sarà praticabile senza che si realizzi una riduzione consistente del conferimento in discarica. Molti osservatori negli anni hanno segnalato le infiltrazioni del crimine organizzato nel sistema rifiuti su questo territorio. Ciò che mi ha sempre stupito è stata la totale indifferenza della Provincia che non ha mai ritenuto di dover promuovere iniziative tese a rendere questo business e l’e c o no m i a pontina meno permeabili alle infil t r az i o ni , n e m m e n o quando sono sopravvenute inchieste e i n d a g i n i . Credo che ci sia davvero materia a sufficienza per un consiglio provinciale straordinario sui rifiuti e quella sarà la sede opportuna per confrontarsi su tutto e magari decidere insieme cosa fare. Al di là dei proclami». L’affidamento per gli indifferenziati è bloccato. Le richieste Raccolta, bandi in ritardo DOPO l’approvazione del Pef 2012, il piano economico finanziario del servizio rifiuti, le procedure di assegnazione degli appalti per la raccolta degli « in d iff e re n zi ati » fuori dai cassonetti sono rimaste bloccate. Secondo il Pd consiliare, il servizio è sospeso e sta provocando pesanti effetti sul decoro urbano. Pronta l’interreogazione del Pd all’assessore all’ambiente Cirilli. «Si è deciso di affidare il servizio alle cooperative sociali - ha detto Giorgio De Marchis, capogruppo Pd - costerà oltre 300 mila euro come stabilito nel Pef 2012 approvato dalla maggioranza. Siamo convinti che i servizi previsti nel Pef, precedentemente eseguiti dalla Latina Ambiente, vadano affidati nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti, ovvero con un bando ad evidenza pubblica. Ricordo che - continua De Marchis - il conferimento della gestione di servizi pubblici locali avviene in favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato sul funzionamento dell’Ue e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità, proprio nel rispetto di questa impostazione sarebbe opportuno che Latina Ambiente procedesse alla definizione del bando nel minor tempo possibile ». Il Pd inolterà nei prossimi giorni una richiesta di parere all'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato in merito all'affidamento dei servizi di igiene urbana previsti nel Pef. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag05latina.pdf

discarica Borgo Montello minacce al pm che indaga

Latina, minacce al pm che indaga sulla discarica di Borgo Montello Recapitata al magistrato Giuseppe Miliano una lettera con una pallottola. Proprio la settimana prossima inizierà davanti al Gup l'udienza per diversi reati connessi alla discarica, cui sono legati molti misteri della camorra e un lungo traffico di rifiuti pericolosi di Andrea Palladino | 27 maggio 2012 “Una pallottola costa solo 50 centesimi”. Una minaccia chiara, diretta e preoccupante quella ricevuta nei giorni scorsi dal Pm di Latina Giuseppe Miliano, magistrato che da diversi anni segue i reati ambientali nel sud pontino. Nel suo archivio ha moltissime indagini delicate, soprattutto sul sistema di gestione dei rifiuti nella zona compresa tra il fiume Astura e il Garigliano, fino alle porte con la provincia di Caserta. Sua è la firma sulla richiesta – poi accolta – di custodia cautelare per Romolo Del Balzo, ex presidente della commissione lavori pubblici della Regione Lazio, coinvolto in una gestione più che sospetta dei servizi ambientali a Minturno, che ha portato in carcere un importante imprenditore del settore. E sua è l’inchiesta sulla Terracina Ambiente, il gestore della monnezza che vede tra i soci il gruppo Colucci, principale azienda attiva nella raccolta e gestione dei rifiuti in provincia di Latina. Il fascicolo più delicato riguarda, però, la collina di veleni e misteri al confine con il comune di Nettuno, Borgo Montello. Una discarica nata negli anni ’70 come una semplice buca dove finivano i sacchetti di immondizia di Latina, divenuta oggi il secondo invaso della regione Lazio, diviso a metà tra la Ind.eco (Gruppo Grossi di Milano) e la Ecoambiente (azienda mista con all’interno il comune di Latina, la Unendo di Colucci e il gruppo dell’avvocato Manlio Cerroni). Martedì prossimo inizierà davanti al Gup l’udienza per decidere il rinvio a giudizio di diversi manager e direttori di Ecoambiente, indagati dal pm Giuseppe Miliano per avvelenamento delle falde acquifere. Un processo chiave, che dovrà ricostruire una parte della storia di questo piccolo borgo di 3000 abitanti, dove nel 1995 don Cesare Boschin, il parroco in prima fila nella lotta contro la discarica, venne trovato incaprettato nella sua canonica. Fu un omicidio rimasto senza colpevoli e senza una verità, che ancora oggi rappresenta un vero mistero. Solo due mesi fa un giornalista di una testata locale, La Provincia, aveva chiesto di poter consultare il fascicolo chiuso in archivio tra i casi irrisolti e senza neanche un sospettato. Nulla da fare, il procuratore di Latina Andrea De Gasperis - noto per aver condotto le prime indagini sulla morte di Ilaria Alpi – ha negato l’accesso. E’ una procura di frontiera quella dove lavora il Pm Giuseppe Miliano. Mentre apriva la lettera con le minacce, a Borgo Montello le ruspe iniziavano a scavare il vecchio sito S0, alla ricerca dei fusti tossici. Un collaboratore di giustizia dei casalesi - Carmine Schiavone - fin dal 1996 aveva raccontato che quella discarica, negli anni ’80, era zona loro. Decine di “soldati” pagati all’epoca 3 milioni di lire presidiavano il territorio, dal Garigliano fino alle porte di Roma. Nomi mai usciti fuori, indagini condotte con grandi difficoltà dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che hanno portato alla scoperta di quel cartello attivo nella città di Fondi guidato dai fratelli Tripodo, recentemente condannati come esponenti della ‘ndrangheta in provincia di Latina. Gruppi criminali cresciuti negli ultimi trent’anni grazie ad un’alleanza – confermata da diverse sentenze – stretta con i casalesi. Tra gli affari più redditizi – ricordava Schiavone – c’erano i rifiuti e quella collina di Borgo Montello, dove alcuni esponenti incensurati e insospettabili della famiglia Schiavone di Casal di Principe acquistarono delle terre, vendute recentemente al gruppo Ind.eco, pronto a sfruttarle per ampliare gli impianti di trattamento dei rifiuti. Mentre la discarica cresceva i viaggi dei camion sospetti continuavano. Gli abitanti ancora oggi ricordano la meticolosità di don Cesare Boschin nell’annotare quello che accadeva. Ogni domenica andava a visitare le famiglie dei coloni veneti che contornano la discarica, vendendo le copie di Famiglia cristiana. E ascoltava. Le donne gli raccontavano con preoccupazione di viaggi realizzati dai figli verso la Toscana e l’Emilia Romagna, alla guida di camion che tornavano carichi di bidoni. I cacciatori ancora oggi hanno davanti agli occhi le montagne di rifiuti farmaceutici che incontravano attorno all’invaso ufficiale dove finiva la monnezza della provincia di Latina. Racconti che sono stati puntualmente riscontrati dalle analisi che il Pm Giuseppe Miliano e l’Arpa Lazio hanno realizzato negli ultimi due anni nella zona di Borgo Montello, scoprendo quei veleni di origine industriale che hanno contaminato le falde acquifere. Sulle minacce al magistrato di Latina c’è il massimo riserbo. Nessun commento è trapelato dalla Procura, nessuna pista sembra per ora prevalere. Ma un segnale inquietante ed importante per quella terra di ‘ndrangheta e camorra chiamata provincia di Latina, alle porte della capitale. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/27/latina-minacce-miliano-responsabile-dellinchiesta-borgo-montello/242979/ Ti potrebbero interessare anche + Borgo Montello, la discarica incubo di Latina “Gestita” in passato da Gom... http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/20/borgo-montello-la-discarica-incubo-di-latina-gestita-in-passato-da-gomorra/158669/ + Latina, devastato il villaggio della legalità fondato da Libera http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/22/latina-devastato-il-villaggio-della-legalita-fondato-da-libera/165677/ + Roma 2020, ombre su commissione olimpica “L’imprenditore dei boss” sarà p... + Truffa aggravata alla Sisas di Pioltello Gli scarti tossici venivano decl... + Fondi provincia di ‘ndrangheta, nella sentenza tutti gli affari e i rapport... http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/20/fondi-provincia-ndrangheta-nella-sentenza-affari-rapporti-politica/178953/

Pontinia contro l'ignoranza a la speculazione promuoviamo i Gricilli luogo del cuore

La questione della discarica di Corcolle nelle vicinanze di Villa Adriana è l'esempio che quando cultura, informazione, storia vengono difese e valorizzate i progetti frutto solo della speculazione (in certi casi anche il malaffare) che vogliono distruggere storia e cultura, economia, posti di lavoro, salute e ambiente vengono respinti. Ma è un esempio che dovrebbe insegnare qualcosa alla bistrattata provincia di Latina e a Pontinia. Dagli anni '80 propongo iniziative, progetti, finanziamenti per coniugare posti di lavoro (20 fissi + 20 stagionali) con la tutela, valorizzazione, salvaguardia del patrimonio unico rappresentato dai Laghi del Vescovo, Gricilli, sorgente Fontana di Muro, la vasca di espansione, l'Ufente. Per questo ripropongo ad ogni edizione dei Luoghi del Cuore del Fai questo sito http://www.iluoghidelcuore.it/laghi-dei-gricilli-o-del-vescovo. L'ignoranza degli amministratori, la loro scarsa attenzione dimostrata nel passato viene leggermente attenuata dall'adesione al progetto e al finanziamento della via dei Laghi. Ma è ancora poco. Basta chiedere ai cittadini di Pontinia, a quanti conoscono le caratteristiche (o addirittura l'esistenza) di questo sito. Una maggiore conoscenza avrebbe, forse, salvato i poderi (e una parte del paesaggio della bonifica) dalle mire speculative. Invece Pontinia è il comune delle occasioni perse, dei progetti scomparsi, degli annunci dimenticati. Oggi su un quotidiano locale c'è una lucida analisi: http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120527latina/index.html#/26/ "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente...". L'unico argomento politico è quello contabile e giudiziario. Dove regna, tanto per cambiare, la solita crassa ignoranza. Altrimenti non si spiegherebbe il dissesto inesistente (secondo la Corte dei Conti nel 2005, il Ministero dell'Interno, 2 sentenze del TAR che entrano nel merito contabile) giustificato dal Consiglio di Stato con ripetuti errori (di metodo o di calcolo) dell'amministrazione di destra che le aveva decretato. Il Consiglio di Stato afferma che se è frutto di ripetuti errori non è annullabile a meno che non ci sia una sentenza che evidenzi il dolo penale. Magari quello su cui indaga la Procura per presente false richieste di rimborso e risarcimento proprio per avvalorare il dissesto. Ma non mi interessa perseguire i colpevoli (o gli incapaci) anche se questo era l'invito esplicito del Consiglio di Stato. Mi interessa la politica del fare, del condividere, del crescere, dell'evoluzione, della modernizzazione. Per questo propongo oltre alla valorizzazione dei Gricilli, l'agricoltura di qualità, legata alla cultura, alla storia alla socializzazione, alla gestione diretta dell'acqua pubblica (che farebbe risparmiare i cittadini, aumentare i posti di lavoro, migliorare il servizio), la differenziata vera (altri posti di lavoro, risparmi per i cittadini, nuove materie prime recuperate, miglioramento ambientale, nuove aziende). Ma a Pontinia sotto i colpi della speculazione non scompaiono solo i poderi, la zona agricola per fare posto alla speculazione di 10 mila mc mascherati da campi da golf, ma anche la Sep (nessuno ne parla più secondo la logica pontiniana), il mega centro commerciale quello dell'investimento di 80 milioni di euro, 350 posti di lavoro. E dove sono finiti gli oltre 10 milioni di euro di investimento nel consorzio industriale nell'area di Mazzocchio? E i fanghi sull'Ufente di cui il parlamento ha chiesto 4 volte notizie inutilmente? E il progetto di riqualificazione dell'ex Hilme? Tutto sparito come le rotatorie di Borgo Pasubio e Casal Traiano? C'è proprio la necessità a Pontinia della politica del fare abbandonando e seppellendo quella delle denunce, delle procure, della corte dei conti che i cittadini interpretano come lotta di potere. Come scrive il Giornalista: "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente...".

Pontinia: politici e Trasco 8 anni di tensioni e di tempo perso

http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120527latina/index.html#/26/ Tratto dall'articolo di oggi di Graziano Lanzidei su La Provincia "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente..." Questo era il mio comunicato dopo aver letto la determinazione per i ruoli coattivi riportata sotto: Nuovo atto di questa politica del gioco al massacro. Degli attacchi e ritorsioni personali. A chi giova questo terrorismo, questa cultura della paura? perché dividere e distruggere? Pensavo, penso che la politica sia favorire la convivenza, migliorare la qualità della vita, socializzazione, collaborazione. La ricerca di ciò che ci unisce non di ciò che ci divide. Credevo fosse un obiettivo sentirsi solidali, per qualcuno italiani, laziali, pontini, pontiniani, patrioti, cittadini. Comunque umani. Pontinia ha bisogni di progetti condivisi, per la difesa della famiglia, delle classi sociali più deboli, per la ricerca, costruzione, difesa del posto di lavoro. Perché si continua invece questa guerra? a chi giova? Il dissesto è stato dichiarato inesistente del ministero dell'interno (quando ancora era retto dalla destra, la stessa coalizione espressione di quella incomprensibile e scomparsa prematuramente a Pontinia), giustificato da ripetuti errori (di calcolo o di metodo) dell'amministrazione. Perchè ancora si persevera su questi errori? Giorgio Libralato DETERMINAZIONE COMUNE DI PONTINIA DEL 24-05-2012 N.69 Oggetto: Approvazione ruoli coattivi a seguito di sentenza di condanna Corte dei Conti 402/2011 IL RESPONSABILE DEL SETTORE CONSIDERATA la sentenza esecutiva della Corte dei Conti Sez. Prima Centr. 402/2011 con la quale diversi ex amministratori dell’Ente sono stati condannati al risarcimento nei confronti dell’Ente stesso per danno erariale con individuazione delle somme dovute nella stessa sentenza e successiva richiesta da parte della Corte dei Conti di individuare un responsabile del procedimento in grado di curare il recupero delle somme dovute; VISTO che tali soggetti, nonostante le richieste di definizione del recupero, non hanno manifestato alcuna volontà finalizzata al versamento volontario delle somme dovute, legittimando da parte del responsabile del procedimento l’avvio della procedurali riscossione coattiva a mezzo ruolo; DATO ATTO che per la riscossione coattiva della sentenza sopra indicata è stata elaborata la minuta di ruolo, successivamente inviata all’agente della riscossione mediante la procedura telematica; RITENUTA necessaria l’approvazione del ruolo relativo alle somme indicate nel seguente elenco: Prot. RUW/120023004/RUOR9420 Numero ruolo Numero articoli Ammontare Descrizione 2012/003289 1 207.587,00 Risarcimento danno 1 2.611,89 Interessi 1 1.035,28 Spese Totale parziale 211.234,17 2012/003564 3 276.782,00 Risarcimento danno 3 3.482,50 Interessi 3 1.380,38 Spese Totale parziale 281.644,88 Totale complessivo 492.879,05 VISTI · Il DPR 24 giugno 1998 n. 260 · Il DPR 28 gennaio 1988 n. 43 · Il D.Lgs. 15 settembre 1997 n. 446 · Il D.Lgs 18 Agosto 2000 n. 267 DETERMINA DI APPROVARE e rendere esecutivo per i motivi rappresentati in premessa i ruoli sopra indicati; La presente determinazione sarà pubblicata all’Albo Pretorio on-line del Comune ed inserita nella raccolta di cui all’Art. 183 comma 9 del D.Lgs 18 Agosto 2000 n.267 e ss.mm.ii.. VISTO PER REGOLARITÀ TECNICA VISTO: PER LA REGOLARITÀ CONTABILE E COPERTURA FINANZIARIA Il Responsabile del Settore Il Responsabile del Settore Finanziario F.to DOTT. LICCI SIMONE F.to DOTT. LICCI SIMONE

sabato 26 maggio 2012

Laghi dei Gricilli Pontinia segnala il luogo del cuore

E' l'unico sito SIC - ZPS del comune di Pontinia E' inserito nell'elenco della Regione Lazio dei posti da visitare in gita per le scuole medie E' un posto importante per la flora e la fauna e per le particolari condizioni pre bonifica E' minacciato dall'ignoranza e dalla scarsa attenzione Contribuisci a segnalarlo per valorizzarlo http://www.iluoghidelcuore.it/laghi-dei-gricilli-o-del-vescovo

discarica Borgo Montello i cittadini parte civile contro inquinamento falde

Il comitato per l’Acqua pulita ha raccolto centinaia di firme: parte la class action Un fronte anti inquinamento Il gruppo chiederà al Gup di essere ammesso come parte civile nel processo HANNO raccolto centinaia di firme di adesione al comitato civico «Acqua pulita» e adesso sono pronti per dare il via alla class action con la quale intendono rivendicare il diritto al risarcimento per i danni ambientali provocati dall’in qu inamento delle falde acquifere che scorrono sotto il sito di via Monfalcone che ospita le discariche dei rifiuti. Il comitato, sostenuto dall’ass oc iaz i o n e I l P a t t o - Fondazione Colombo, sarà presente martedì prossimo 30 maggio all’udienza preliminare contro gli amministratori di una delle discariche di borgo Montello, e chiederà di essere ammesso come parte civile nel processo per l’ipotesi di inquinamento ambientale. «Si tratta di un reato plurioffensivo, che mette a repentaglio la salute pubblica, e pertanto riteniamo che il Tribunale vorrà concederci l’ammissione alla costituzione come parte civile - spiega Luciano Proietti, presidente del comitato Acqua pulita - La nostra iniziativa vuole essere un segnale per l’intera collettività pontina che ha il diritto di autotutelarsi sul fronte della salute e contro la cattiva amministrazione ». Proietti non fa sconti al Comune di Latina, che nella veste di socio di una delle imprese che gestiscono le discariche di via Monfalcone, avrebbe dovuto intervenire già a suo tempo per garantire l’incolumità e la salute dei cittadini, oltre che salvaguardare una zona di pregio ambientale come è la valle dell’Astura. «Il numero delle sottoscrizioni e delle adesioni alla nostra class action testimonia la voglia di partecipazione diretta dei cittadini alle questioni più serie che investono la comunità - aggiunge Luciano Proietti - E’ per questo che auspico che l’amministrazione municipale dia un segnale forte, ponendo una rinnovata attenzione alle problematiche legate alla gestione dei rifiuti e all’inquinamento delle falde acquifere. Potrebbe farlo ripristinando i giusti perimetri delle cosiddette zone rossa e verde, ormai datati e non più adeguati alla crescita della discarica, in modo tale che le famiglie dei residenti della zona possano godere delle previste esenzioni o riduzioni della tariffa Tia». http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcc/pag05latina.pdf

rifiuti provincia Latina: le contraddizioni di Cusani

«Il ciclo delle acque è un modello nazionale». Ma in negativo Le contraddizioni Una serie di citazioni del presidente non reggono, ecco perché NEL corso della conferenza stampa il presidente Cusani ha anche fatto una serie di affermazioni afferenti la politica e il ciclo delle acque, oltre che i rifiuti. E di queste, gran parte non corrisponde ai fatti né alle scelte operate dalla Provincia medesima negli ultimi anni. Proviamo a farne un elenco di sicuro incompleto. «... il ciclo delle acque e la sua gestione in provincia di Latina costituiscono un modello...» La gestione del servizio idrico della provincia di Latina ha dato vita ad un dibattito ampio e asperrimo dal quale si è dipanato il referendum del 2011 sul ritorno alla gestione pubblica dopo il «pessimo» esempio privatistico dell’Ato di Latina. «... il piano regionale dei rifiuti è illegittimo anche perché consente di creare discariche di rifiuti non pericolosi in aree incluse in Natura 2000, tipo le zps...» Contro la istituzione delle zps (zone a protezione speciale) l’amministra - zione provinciale di Latina ha presentato ricorso chiedendone l’abolizione; invocarle adesso in funzione del ricorso contro il piano rifiuti è perlomeno curioso. «...in questi anni è stato detto che la Provincia di Latina vuole un termovalorizzatore, chi lo ha detto e scritto ha detto una cosa falsa...» Ancora in queste ore l’amministra - zione provinciale di Latina, nel proporre il ricorso, vuole dare esecutività al suo piano dei rifiuti che prevede, appunto, un impianto di trattamento di nuova tecnologia pur in previsione di una riduzione pari a zero del rifiuto. Tutte le alternative, ossia la costruzione degli impianti di trattamento meccanico biologico sono state bloccate da ricorsi dell’amministrazione provinciale. «.... gli impianti di trattamento devono essere di prossimità, ossia il più vicino possibile al luogo di produzione dei rifiuti; lo dice l’Unione Europea e in questo piano è un parametro che non viene rispettato...» Tutti i Comuni del sud pontino (tranne Formia) sono inseriti dal piano regionale nell’ambito che conferisce i rifiuti nell’impianto esistente di San Vittore del Lazio (Frosinone) che dista dall’area del sud pontino tra i 20 e i 25 chilometri (la discarica di Montello ne dista 90 ed è quella l’area di un possibile altro impianto, pur più moderno). «... In un piano regionale fatto bene, con un impianto adeguato chi ha detto che non vogliamo accogliere anche i rifiuti di Roma o delle altre Regioni? Potrebbe essere addirittura un indotto economico...» E’ questa la prova migliore che (forse) un altro impianto di valorizzazione non serve; non ci sarebbero rifiuti a sufficienza in provincia di Latina per alimentarlo. E’ esattamente ciò che succede già a San Vittore del Lazio: il termovalorizzatore brucia al di sotto della sua potenza perché non ha materiale e potrebbe accogliere altri rifiuti, compresi quelli di Latina. «... questo ricorso non è un atto contro la presidente Polverini, so che domani si dirà : ‘Cusani contro Po l ve r i n i ’, non è questo; il nostro è un atto dovuto...» Il presidente della Provincia di Latina e il Governatore del Lazio non presenziano cerimonie comuni da oltre un anno e nessuna decisione della Regione viene giudicata positivamente in via Costa, dai fondi per il sociale, ai piani turistici, ai vincoli per i parchi. Il ricorso inerente la gestione dei rifiuti in effetti è solo un dettaglio. G. D. M. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcc/pag03latina.pdf

discarica Corcolle per adesso Villa Adriana è salva, scempio dei beni culturali evitato

IFIUTI, RITIRATA TECNICA VILLA ADRIANA È SALVA Il governo rinuncia alla discarica di Corcolle e “licenzia” il prefetto Giuseppe Pecoraro. Settis: “Ma sui Beni culturali siamo allo sfascio” La decisione di Monti dopo un mini vertice a Palazzo Chigi. “Il Paese non capirebbe”. Il premier recepisce le crescenti proteste di cui è stato portavoce Celentano ieri sul Fatto Il Fatto quotidiano 26 maggio 2012 Ha vinto la civiltà di Antonio Padellaro Davanti alla sciagurata decisione di aprire una discarica di rifiuti accanto a Villa Adriana, patrimonio dell’Umanità, c’era - vamo appellati alla sensibilità civile e istituzionale di Monti e dei suoi ministri. Non è possibile, scrivevamo, che personalità europee, illustri cattedratici e gran commis dello Stato si comportino come quei politicanti da quattro soldi che hanno ridotto l’Italia in brandelli. Infatti, con una decisione che fa onore a questo governo, Villa Adriana è stata salvata dallo stupro organizzato a cura delle solite cricche affaristiche con buoni addentellati nella Pubblica amministrazione. Una volta tanto è la civiltà che sconfigge la barbarie. Ciò non avviene per caso ma per la combinazione positiva di due fondamentali fattori di dem o c ra z i a . Prima di tutto c’è la pressione esercitata da un giornalismo libero che non ha timore di disturbare il manovratore. Lo rivendichiamo con orgoglio noi del Fatto Quotidiano che alle prime notizie sullo scempio che si stava perpetrando non abbiamo perso tempo. Le nostre inchieste sulla discarica di Corcolle che già “p u z z ava ” (e non solo a causa dell’immondizia), unite alla sollevazione dei nostri lettori, cui ha dato voce forte e chiara (è il caso di dirlo) Adriano Celentano, hanno agito da detonatore. Si chiama opinione pubblica: quando si fa sentire e ottiene il giusto la democrazia è più forte. Oggi possiamo dirlo con orgoglio. Tuttavia, la pressione della libera stampa non sarebbe stata sufficiente senza un governo capace di riflettere e di cambiare strada. Monti e alcuni ministri hanno probabilmente capito che la scelta iniziale era condizionata da valutazioni parziali e orientate non verso il bene collettivo, ma a favore di interessi privati anche oscuri. Conseguenza inevitabile, le dimissioni del prefetto di Roma Pecoraro responsabile del malsano progetto, assieme al presidente della Regione Lazio Polverini non nuova a imprese del genere. Un cambiamento di rotta che con il governo precedente, ne siamo certi, non sarebbe accaduto. Oggi possiamo dirlo con maggior fiducia: qualcosa sta cambiando. Il nuovo commissario tra immondizia e razze equine Goffredo Sottile, il nuovo commissario per i rifiuti del Lazio, con l’immondizia ha già avuto a che fare, essendo stato commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria. Romano, classe 1940, ha intrapreso la carriera prefettizia nel 1969. Un uomo di lungo corso, che ha prestato servizio presso le Prefetture di Nuoro, Frosinone (Capo di Gabinetto) e a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in qualità di Capo della Segreteria Tecnica del sottosegretario delegato ai Servizi di Informazione, e il ministero dell’Interno, dove, in ultimo, fino alla nomina a Prefetto, ha svolto le funzioni di vicecapo di Gabinetto e, per molti anni, quella di Segretario del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Nel 2007, su proposta dell’allora ministro Paolo De Castro, fu nominato presidente dell’Unire , Unione nazionale per l’incremento delle razze equine. La sua voglia di trasparenza e pulizia non gli ha portato molti consensi. Lo scorso anno è stato anche vicepresidente generale del Club Alpino italiano. VILLA ADRIANA È SALVA Il governo rinuncia alla discarica a Corcolle Prefetto costretto alle dimissioni da Commissario di Malcom Pagani Per somigliare definitivamente a Gianni Letta, il sottosegretario Antonio Catricalà dovrà studiare a lungo. Il primo vero esame affaristico-politico dell’e ra tecnica lo boccia inesorabilmente e, in un’afosa mattina romana di inizio estate, trascina a fondo la fredda logica della devastazione del patrimonio artistico. Villa Adriana è salva. La discarica di Corcolle non si farà. Il commissario straordinario Giuseppe Pecoraro vede il mondo ribaltarsi in una notte. Da padroncino dell’emergenza rifiuti a rifiuto da licenziare in tronco con lo struggente espediente delle dimissioni su richiesta, a sole 48 ore dalla fiducia governati va . SOSTITUITO da Goffredo Sottile, il grande amico di Luigi Bisignani ha il profilo sgualcito di un uomo che perde due partite in un sol colpo. Aveva affidato la consulenza sulla cava nei pressi di Tivoli a un vecchio amico di famiglia e al suo consulente. Sognava di diventare Capo della Polizia. Rimarrà invece, fino alla prevista sostituzione, Prefetto di Roma. Intorno alla sua figura obliqua, volano stracci e insulti (“ir responsa bile”) tra Renata Polverini e Gianni Alemanno. Il sindaco, convinto teorico della giravolta in corso d’opera, tira in ballo la Provincia: “La competenza per individuare le aree idonee o non idonee allo smaltimento di rifiuti è sua” e Zingaretti, lesto, risponde parlando di “stop alle discariche” e guarda lo spettacolo dall’uscio, come è di moda, a propria insaputa: “Non è vero. Non c’entriamo nulla”. Ieri mattina, facendo slittare il previsto Cdm di 40 minuti, nello studio privato del premier a Palazzo Chigi si è svolto un prevertice. Cinque personaggi in cerca d’autore. Facce tirate. Gelo. Il titolare dell’Ambiente Clini, reduce dal Brasile, quello dell’Interno Cancellieri, Monti, Ornaghi e il sottosegretario Catricalà, uno degli sponsor dello scempio. Incredulo. Teso. Il premier, di pessimo umore per la sottovalutazione complessiva dell’intera vicenda, aveva trascorso il pomeriggio precedente ad ascoltare lo sdegno di un altro presidente, quello onorario del Fai, l’amica quasi novantenne Giulia Maria Mozzoni Crespi. La fondatrice del Fondo ambiente italiano, una donna che dopo aver guidato giganti dell’editoria, si occupa di tutela dei capolavori dal 1975, avrebbe ricordato a Monti la sua recente presenza nel Cda della creatura nata per impedire orrori e saccheggi e chiesto “saggezza e dignità”. Monti l’ha ascoltata. Poi ha fatto lo stesso con Anna Maria Cancellieri, combattiva: “Pe - coraro è stanco, va immediatamente sostituito” e impegnata a descrivere i contraccolpi anche mediatici che un’accentuata insistenza governativa avrebbe fatto deflagrare: “I giornali ci descrivono per quelli che non siamo. Il Paese non capirebbe. Dobbiamo fermarci”. Poi, dopo aver registrato la contrarietà di Catricalà al passo indietro: “Mi adeguo, ma è un manifesto di debolezza”, è stata la volta di Clini e Ornaghi. Il primo, laconico, ha ricordato l’opposizione formale del suo ministero . IL SECONDO, messo di fronte a un dilemma amletico, ha scelto, per una volta, di essere. “Se andiamo avanti, rimetto oggi stesso il mandato”. Un’opzione coraggiosa, una di quelle curve annunciate da cui fuggire è impossibile. Con le dimissioni del rettore della Cattolica sul tavolo e lo spettro di una minicrisi di governo, Monti, concentrato per l’intera assise, si è deciso. Incarico di commissario straordinario conferito al Prefetto Sottile per cercare rapidamente un nuovo sito che sostituisca Malagrotta (Quadro Alto, Riano, è il preferito di Clini ma in corsa c’è anche il vicino Pian dell’Olmo) e rapido passaggio collegiale in Consiglio dei ministri per esporre la sindone di Clini e Ornaghi e il “sacr ificio” di Pecoraro. Nel pomeriggio, dopo mesi di critiche aspre, mentre Clini ammetteva l’addio ufficiale al progetto: “Direi di sì”, Ornaghi ha assaporato la revanche. Il salvataggio di Villa Adriana gli vale il plauso di mezzo arco costituzionale, compreso quello del nemico di ieri, l’archeologo Carandini, in prima fila nel pomeriggio con Veltroni e mezzo Pd al “Teatro dei Ser vi”. Ornaghi, comprensibilmente retorico, incassa senza esagerare. Ma è raggiante: “Qui non ci sono né vincitori né vinti. Hanno prevalso ragionevolezza e buon senso. L’unica trionfatrice è la cultura”. L’altra faccia della luna è l’ovale di Renata Polverini. Il governatore non si aspettava un finale del genere. Su Corcolle e sul suo indotto, lavorativo ed elettorale, aveva puntato moltissimo un rilevante segmento di centrodestra laziale. Polverini non si dà pace e prima difende Pecoraro: “Ha subìto un’aggressione assolutamente ver gognosa” poi rende, anche plasticamente, la decomposizione in corso nel fu Pdl. IL BERSAGLIO è l’antico sodale Gianni Alemanno, prima favorevole e poi contrario alla discarica: “Rimettiamo al Sindaco e al consiglio comunale le loro competenze”. Tradotto: trovino rapidamente il sito perché – si rivela Renata – minacciando: “Non sono disponibile a firmare la proroga di Malagrotta e soprattutto” le sfugge in un lampo rivelatorio: “Non sono disposta ad andare verso una soluzione che mantenga un monopolio privato in questa città”. Allora, a guardare oltre capitelli, profili, colonne e appelli, si trattava di questo. La discarica era un affare. Corcolle un nome privo di senso. Bisognava indebolire Manlio Cerroni, il paperone dell’immondizia dal cuore cattocomunista. Togliergli un potere incalcolabile. Ridistribuire, non solo geograficamente, il prodotto di un’equazione. Di un paradosso della modernità precipitato in duemila anni di storia. Ciò che mangiamo. Chi fa sparire i resti. Quanto costa il disturbo. Sopra Roma volano i gabbiani. Fino a ieri vigilavano gli avvoltoi. SCEMPIO EVITATO “Ma sui Beni culturali siamo allo sbando” “Ora paghiamo i tagli voluti da Berlusconi Il ministro Ornaghi si è fatto notare per la sua assenza” Alessandro Ferrucci P rofessore Salvatore Settis, ci spiega l’impor tanza di Villa Adriana? È uno dei siti archeologici più importanti al mondo: la Villa privata di un Imperatore molto particolare. Da che punto di vista? Adriano era un architetto, un uomo colto, amante della cultura greca. Le fonti ci rivelano che lui stesso progettava. E la Villa era una residenza arredata in modo straordinario: le sue statue e i suoi mosaici sono nei grandi musei del mondo, da quando si è iniziato a scavare nel ’600. Poi c’era un’i n t e gra z i one straordinaria con il paesaggio, che negli ultimi anni è andata progressivamente persa a causa dell’incuria e dei pochi fondi. Oltre al calo dei visitatori nonostante il bollino Unesco. Magari questa storia ha portato nuova notorietà alla Villa... Sarebbe bello, ma lo Stato deve tornare a curarla come merita, stiamo pagando il taglio ai Beni culturali voluto da Berlusconi nel 2008. Oltre un miliardo... Di più: ci avviciniamo al miliardo e mezzo di euro. E ora si iniziano a vedere gli effetti di una politica del genere. Perché solo adesso? Semplice: progressivamente stanno terminando i fondi già programmati e stanziati. L’incuria di Villa Adriana è il corrispettivo esatto dei crolli di Pompei o della Domus Aurea a Roma. Ma in Italia abbiamo anche altre situazioni p re o c c u p a n t i . Come la Cappella degli Scrovegni a Padova. Un caso clamoroso! Lì gli affreschi di Giotto, incunabolo di tutta la pittura occidentale europea, sono in pericolo. A pochissima distanza hanno iniziato a scavare le fondamenta per realizzare due torri enormi, quando in tutta la zona incide una falda acquifera che già penetra nei sotterranei della Cappella. Il ministro Ornaghi è inter venuto? Totalmente assente. C’è qualche timida iniziativa della Soprintendenza locale, niente più. Possibile? Purtroppo è così. In compenso il sindaco di Firenze, Renzi, ha dichiarato che Ornaghi andrà a Palazzo Vecchio per visitare quei buchi orribili sugli affreschi di Vasari. Vogliono cercare un Leonardo che non c’è. A questo punto le chiedo un giudizio generale sul tecnico Ornaghi. Premesso: non è un tecnico dei Beni culturali e questo lui lo sa benissimo. Per fortuna nel caso di Corcolle si è fatto sentire, aiutato dall’inter vento del ministro Clini. Spero vivamente che l’episodio segni una svolta nel suo impegno al Mibac. Per adesso sembra aver avuto pochissima voglia di fare il ministro. Però ha trovato il tempo per commissariare il Maxxi a Roma. Lasciamo perdere. Pensi: in quel caso ha defenestrato uno dei migliori funzionari italiani, Pio Baldi, in un altro ha legittimato Marino Massimo De Caro, mercante di libri, sospettato di furti, a dirigere la biblioteca Girolamini. Lei prima ha nominato Clini. Il ministro dell’A mbiente, assieme a Ornaghi, si è occupato di “i nchini” dopo la tragedia della Concordia. A Venezia le navi da crociera entrano ancora. Il governo dopo essersi stracciato le vesti per il disastro del Giglio, ha trovato una soluzione: le grandi navi non si possono avvicinare a meno di 400 metri dalla costa, con l’eccezione di Venezia. Quindi, il luogo più delicato d’Italia non è tutelato. Magari non c’è pericolo... A marzo ero a Venezia quando una di queste navi ha rotto gli ormeggi. Per fortuna sono intervenuti due rimorchiatori che erano nei paraggi. Forse per risolvere il problema aspettano un incidente. Quando è all’estero, qual è l’aspetto che più la colpisce. Cosa vorrebbe impor tare? Al Louvre o al Prado gente come De Caro non sarebbe mai entrata. Da noi non si ragiona per competenze, ma per amicizie. Eppure Ornaghi non sente l’esigenza di scusarsi. Almeno il suo predecessore, Galan, ha ammesso di averlo preso su consiglio di Dell’Utr i “Abbiamo fermato i barbari del Terzo millennio” I COMITATI RILANCIANO: “NE S SUN’ALTRA CAVA, SERVE UN PIANO SERIO PER I RIFIUTI DEL LAZIO” “Grazie a chi si è schierato con noi: Franca Valeri, Antonio P a d e l l a ro , Sabina Guzzanti e gli altri” di Nello Trocchia Nei pressi della Villa campeggia una scritta: “Adriano scatena l'inferno”. Una invocazione, una preghiera laica impressa su uno striscione per scongiurare l'incubo pattumiera. Sotto un cuore diventato il simbolo della protesta anti-discarica. Protesta pacifica che ha attraversato l'oceano con le petizioni firmate da docenti e presidi di facoltà internazionali. “Il mondo ha sollevato un bel vallo – ricorda il musicista e attivista anti-discarica Alberto Marchetti – come quello che aveva fatto Adriano per fermare i barbari, noi abbiamo fermato i barbari del Terzo millennio”. Dopo 7 mesi la battaglia è vinta, i comitati si ritrovano nel primo pomeriggio per festeggiare davanti alla Villa Adriana che ormai è salva. Il nuovo sito previsto per il dopo Malagrotta, il mega invaso che serve Roma da 30 anni, non sarà realizzato a 700 metri dalla zona di rispetto della residenza dell'imperatore Adriano. La notizia arriva a metà mattina: il Consiglio dei ministri ha detto no alla discarica in zona Corcolle, al confine tra Roma e Tivoli, il prefetto Giuseppe Pecoraro si è dimesso da commissario per l'emergenza. Parte un tam-tam di messaggi tra i componenti del comitato che fin dall'inizio si sono mobilitati in difesa del sito, patrimonio dell'Unesco. “Ieri il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi – r icorda Gianni Innocenti, comitato anti-discarica – è venuto a Corcolle, quello che non ha fatto il commissario Pecoraro. Ornaghi si è reso conto che da Villa Adriana si vedeva la parete della cava dove sarebbe sorta la discarica. Così ha vinto il buon senso”. AL BRINDISI di metà pomeriggio arrivano tutti. I comitati mettono in fila le personalità del mondo della cultura e del cinema che si sono spesi per la villa: “Franca Valeri, Sabina Guzzanti, Philippe Daverio, Antonio Padellaro, Urbano Barberini”. I turisti e le scolaresche guardano divertiti i festeggiamenti. Gabriella Cinelli gestisce il ristorante di famiglia di fronte alla villa, prende emozionata il libro dei ricordi. “Ha vinto la memoria. Villa Adriana ha sorpreso gli intellettuali del mondo della cultura. In questo volume ho conservato le firme dei grandi da Fellini a Togliatti, da Mastroianni a Bergman”. Una vittoria che è anche una dedica racchiusa nei versi di Adriano: Animula, vagula, blandula, piccola anima smarrita e soave. “L'idea folle di Pecoraro – conclude Gabriella – se realizzata, avrebbe sconfitto la nostra anima”. E c'è chi evoca una staffetta culturale in difesa del sito, patrimonio dell'Unesco. “Abitavo nella villa – ricorda Tito – mio padre era custode, ricordo la battaglia condotta negli anni Sessanta per salvare la residenza dell'imperatore. Quando mi hanno detto che volevano fare la discarica ho pensato che la storia si ripete”. Vittorina è una professoressa in pensione, insegnava italiano e latino al liceo: “È stato evitato uno sfregio. Abbiamo festeggiato alla notizia delle dimissioni di Giuseppe Pecoraro”. Il prefetto che esce sconfitto così come la governatrice del Lazio Renata Polverini che aveva difeso la scelta di Corcolle. Un brindisi che è anche consape volezza. I RIFIUTI prodotti dalla città di Roma ora dovranno trovare un altro buco e si sono persi sette mesi inseguendo siti inidonei, mentre la raccolta differenziata, nella capitale, è ferma al 25 per cento. La legge prevede che si raggiunga il 65 per cento entro il dicembre di quest'anno. Sono circa due mila le tonnellate che ogni giorno finiscono in discarica senza alcun trattamento in violazione della normativa vigente. “Non è sufficiente – r icorda Gianni Innocenti – s a l va re Corcolle e condannare un'altra cava. Fino a quando non ci sarà un piano serio dei rifiuti nel Lazio, non si può gioire completamente”. Arriva il momento del brindisi liberatorio. I comitati si fanno immortalare in una foto e tra i più giovani c'è Giuliano che, con la villa alle spalle, scrigno di storia e memoria, evoca Peppino Impastato, intellettuale e giornalista, ucciso dalla mafia nel 1978: “Aveva ragione lui. Brindiamo alla bellezza”.