giovedì 5 gennaio 2012

Lazio: Polverini, gaffe, bocciature, parolacce, privilegi della casta e sanità

Polverini bocciata in sanità
di Emiliano Fittipaldi

Gli esperti del ministero denunciano: situazione fuori controllo, si spende troppo per consulenze, farmaci e accordi con i privati. Un buco di 841 milioni di euro. E questa situazione sanitaria potrebbe avere pesanti ripercussioni sull'assistenza ai cittadini e sull'occupazione
Che il 2011 sia stato per lei un anno horribilis Renata Polverini l'aveva capito da un po'. Ma la bocciatura sulla sanità, cavallo di battaglia del governatore del Lazio, proprio non se l'aspettava. Dopo essere diventata la nuova Regina della Casta a causa della decisione di estendere i vitalizi anche agli assessori esterni della sua giunta - ossia i 14 su 15 che non sono stati eletti nel consiglio regionale e che così vengono premiati con un regalo da oltre un milione di euro l'anno - ora gli esperti del governo che valutano l'efficacia della sua politica sanitaria le hanno rovinato definitivamente le feste. Bloccando l'erogazione di altri fondi statali.

"L'Espresso" ha trovato il resoconto della riunione del 14 dicembre. Lì la stessa Polverini, che è commissario della sanità laziale, si è dovuta confrontare con i rappresentanti dei vari ministeri incaricati di verificare le misure delle regioni e con quelli del Comitato permanente nazionale che vigila sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza medica: il Lazio è un sorvegliato speciale perché ha un deficit sanitario che sfiora il miliardo di euro.

Quel giorno la Polverini era fiduciosa: chiedeva lo sblocco di fondi per 50 milioni di euro. La risposta è stata secca: non se ne parla nemmeno. Di più: visto il «grave ritardo con cui sta procedendo nell'adozione dei provvedimenti di attuazione del Piano di rientro e del mancato rafforzamento della governance regionale del sistema», i controllori hanno deciso che non sganceranno più un soldo finché la Polverini non si metterà in riga e dimostrerà di riuscire a rispettare gli impegni presi per abbattere il deficit.

Ma cosa avrà mai combinato la Regione Lazio? Andiamo con ordine, e spulciamo le 17 pagine delle conclusioni della riunione, partendo dalla voce "costi". Se quello del personale - ossia gli stipendi per l'armata di medici, infermieri e portantini - è «superiore» al tetto programmato, i controllori evidenziano pure «un mancato rispetto degli obiettivi» in materia «di consulenze e prestazioni acquistate dai medici specialisti convenzionati»: insomma è stata superata sia la spesa per i dipendenti sia quella per la sanità privata.

Per i farmaci si prevede un'uscita maggiore, rispetto all'anno passato, di 29 milioni di euro, mentre le "consulenze sanitarie e non" costeranno 30 milioni di euro in più. Alla fine della fiera, ci si aspetta «un disavanzo non coperto di 75 milioni di euro» rispetto a quello previsto a inizio anno: il buco globale - nella migliore delle ipotesi - si attesterà a 841 milioni tondi tondi. Ma in molti temono che si possa arrivare a sfondare quota 900. Eppure solo sette giorni prima, presentando la Finanziaria regionale del 2012, la Polverini prospettava addirittura un "avanzo sanitario" da 45 milioni di euro: «E' la prima volta che accade nella storia di questa regione. Sono soldi che possiamo mettere in campo», aveva detto felice il presidente.

Gli esperti, poi, entrano nei dettagli. A gamba tesa. Evidenziando problemi di ogni tipo e una zona grigia che avvolge i principali accordi con i privati. I protocolli d'intesa con il Policlinico Gemelli, ospedale vaticano in grave crisi finanziaria, «non sono ancora pervenuti»; né sono arrivati i chiarimenti richiesti su questioni di budget e rendicontazioni del nosocomio pontificio: i 25 milioni di euro che dovevano essere girati se l'accordo fosse stato promosso, dunque, sono rimasti bloccati. Stessa sorte per i 12,5 milioni per il centro privato Santa Lucia: l'accordo firmato dalla Polverini non ha convinto i supervisori statali, che considerano lacunosa la documentazione e vogliono saperne di più. Pure l'accordo con l'Ospedale israelitico (che sarebbe stato addirittura «sottoscritto senza metterne a conoscenza i ministeri affiancanti») presenta «gravi criticità» sotto l'aspetto finanziario e gestionale. Stessa considerazione per altre strutture private: giudizi negativi per i contratti con il Campus Biomedico, con l'Aurelia Hospital, con il San Raffaele Pisana.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/polverini-bocciata-in-sanita/2170770


Per la Casta stipendio al sicuro
di Andrea Managò

I consiglieri regionali decidono di fissare per il futuro il loro gettone a quello percepito il mese scorso. Prima era l'80 per cento di quello della Camera. Un cambio di regola voluto per evitare di essere colpiti dai previsti tagli a Montecitorio
(20 dicembre 2011)
La sede della Regione Lazio La sede della Regione LazioAl Consiglio regionale del Lazio la notizia che l'Italia vive una delle peggiori crisi economiche degli ultimi anni non deve essere arrivata. Mentre ovunque infuriano le polemiche sui tagli ai costi della politica, il parlamentino di via della Pisana in un anno e mezzo ha già raggiunto record poco invidiabili: 20 commissioni, contro le 14 di Camera e Senato. Per non parlare dei 17 gruppi consiliari di cui ben 8 sono "organismi unicellulari".

In questa situazione, i consiglieri regionali del Lazio hanno approvato una norma che fissa il loro stipendio a quello che percepivano al 1 dicembre scorso. Attualmente invece la loro indennità è agganciata all'80 per cento di quella della Camera. In questo modo, se a gennaio a Montecitorio si procederà come annunciato ad un taglio dello stipendio dei parlamentari, a via della Pisana i consiglieri non subiranno nessuna decurtazione in busta paga.

Non contenti, gli onorevolini del Lazio hanno deciso di assegnare il vitalizio anche agli assessori esterni, ovvero i membri della giunta che non sono consiglieri: attualmente 14 su 16.

Una norma che era stata abolita nel febbraio 2005, sul finire della presidenza di Francesco Storace. Attualmente la Regione Lazio eroga 222 vitalizi, tra ex consiglieri e reversibilità, con una spesa annua di 16 milioni e 400 mila euro. Forse per qualcuno sono pochi.

Così, con un blitz alle 2 di notte in Commissione Bilancio, la maggioranza (targata Pdl, Udc, Lista Polverini e La Destra) ha approvato una modifica alla manovra finanziaria regionale varata dalla giunta guidata da Renata Polverini. Il nuovo testo estende il vitalizio «ai consiglieri e gli assessori in carica o cessati dal mandato» della legislatura in corso. Tradotto: anche i componenti della giunta Polverini esterni al Consiglio, una volta maturati i requisiti anagrafici e di mandato necessari, potranno percepire il vitalizio.

Un pasticcio figlio del modo in cui è stato composto l'attuale esecutivo regionale. La giunta Polverini annovera quasi esclusivamente assessori esterni per effetto del caos liste alle ultime regionali. I grandi portatori di voti del Pdl capitolino, rimasti fuori dal Consiglio, sono stati "ricompensati" dalla governatrice con un assessorato. Stesso discorso per alcuni fedelissimi della presidente come Stefano Cetica (Bilancio) e Mariella Zezza (Lavoro). L'avvicinarsi del Natale deve aver invogliato la maggioranza a fargli un bel "regalo": quando avranno maturato i diritti anche loro godranno del beneficio da circa 3.000 euro al mese.

Questo dopo una sola legislatura, perché quattro assessori percepiranno una cifra più alta avendo già alle spalle un altro mandato da consiglieri regionali. Due poi, il centrista Luciano Ciocchetti e il presidente de La Destra Teodoro Buontempo, sommeranno al vitalizio regionale anche quello da parlamentare. Dati alla mano, se iniziassero a percepire l'assegno tutti insieme, la spesa aggiuntiva per i cittadini laziali sarebbe di oltre 700 mila euro l'anno.

L'opposizione ha gridato allo «scandalo», ma la Polverini ha difeso a spada tratta il provvedimento, sostenendo ci fosse «un'anomalia solo del Lazio che non equiparava gli assessori ai consiglieri regionali». L'assessore al Bilancio è andato oltre, glorificando il valore degli assessori esterni: «Se tutti avessero avuto anche il ruolo di consiglieri, il Lazio sarebbe necessariamente stato assente da tavoli decisivi».

Per placare le polemiche ora la maggioranza sta pensando di inserire nel testo della manovra da votare in aula un emendamento, che concede la facoltà di rinunciare al vitalizio entro i 30 giorni precedenti all'inizio della sua erogazione.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/per-la-casta-stipendio-al-sicuro/2168855

per leggere il verbale http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/Lazio_verbale_14_dicembre_2011.pdf

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