domenica 28 agosto 2011

Giappone energie rinnovabili da sole e vento

Bruno Picozzi
http://www.terranews.it/news/2011/08/l%E2%80%99ultimo-desiderio-di-kan-l%E2%80%99energia-del-sole-e-del-vento
GIAPPONE. Lascia il quinto leader di governo in meno di cinque anni. Dimettendosi ha saputo indirizzare il Paese verso un futuro più sostenibile. L’obiettivo è il 20% di fonti rinnovabili entro il 2020.

Il suo nome resterà legato per sempre sia alla pessima gestione della crisi di Fukushima, sia al grande insegnamento che la sua parte politica ha tratto dal disastro: uscire rapidamente dal nucleare e abbracciare con decisione le energie rinnovabili. Scelta assolutamente impensabile in Giappone fino a sei mesi fa. Indicato a furor di popolo come responsabile dei passi falsi del governo, Kan ha combattuto per lasciare alla sua gente una qualche eredità: se ne sarebbe andato se, e solo se, la Dieta, il Parlamento bicamerale di Tokyo, avesse approvato il finanziamento della ricostruzione e l’inattesa sterzata verso le rinnovabili. Cosa fatta ieri mattina. E così Kan, ha rassegnato ieri le dimissioni. Sia un bene o un male, la fine politica dell’ultrasessantenne premier era nell’aria da tempo. Già qualche mese fa gli analisti del Sol levante lo definivano un goner. Un morto che cammina.

Il suo governo è durato quattordici mesi, comunque più a lungo dei quattro che l’hanno preceduto. Ma il nostro era un predestinato, un vero leader riformista che dopo sessant’anni di clientelismo neoliberale di destra voleva ristrutturare il Paese, modernizzarlo, renderlo nuovamente protagonista sulla scena mondiale. Invece, trovatosi a combattere contro i poteri forti che reggono le fila dello Stato nipponico, contro una crisi epocale dell’economia e contro gli effetti catastrofici del terremoto dell’11 marzo scorso, in breve tempo Kan è precipitato a indici di popolarità ridicoli per un capo di governo. E alla fine se n’è andato. Ma non prima di ottenere un decreto che prevede ampi sussidi particolarmente a eolico, solare e geotermico, istituiti sulla base del riuscito modello tedesco. Della nuova regolamentazione beneficeranno anche idroelettrico e biomasse.

A partire dal 1 luglio 2012 i fornitori di energia avranno l’obbligo di acquistare energia da fonti rinnovabili a prezzi inferiori a quelli di mercato, dando a queste un indiscutibile vantaggio sulle fonti inquinanti e pericolose. Le quantità sono da stabilire in un prossimo futuro ma l’obiettivo dichiarato è elevare la percentuale di approvvigionamento elettrico da fonti rinnovabili dall’attuale 9 per cento fino a un livello capace di non far rimpiangere la potenza dei 54 reattori nucleari presenti sull’arcipelago. 36 dei quali già spenti in seguito allo tsunami di marzo. Sostituire rapidamente i 47 GW di potenza garantiti da uranio e plutonio non sarà però cosa facile perché l’industria del Sol levante si era data anima e corpo all’atomo.

Nel 2011, sostiene Bloomberg New Energy Finance, nonostante una crescita del 35 per cento il fotovoltaico potrà appena superare i 5 GW di potenza cumulativa installata. L’eolico invece, stando ai dati del Global Wind Energy Council, a fine 2010 superava di poco i 2 GW e non si prevedono grossi balzi in avanti per quest’anno. L’idroelettrico già fornisce l’8 per cento del fabbisogno ed è da considerarsi un settore pressoché saturo. Il geotermico sarebbe una miniera d’oro, con un potenziale stimato intorno ai 23,5 GW, ma al momento le 18 centrali geotermiche attive sfruttano solo una minima parte di questa inesauribile ricchezza naturale. Inoltre le lobby industriali stanno puntando i piedi e già hanno ottenuto sconti sulle tariffe per i grandi gruppi energivori fino all’80 per cento.

Mentre, con le nuove regole, una famiglia media vedrà la bolletta elettrica crescere di circa una ventina di euro l’anno, secondo i calcoli dei tecnici del centrosinistra. La crisi politica verrà gestita in tempi rapidissimi, con nipponica efficienza. Una breve corsa a quattro darà già lunedì il nome del nuovo presidente del Partito democratico il quale, in appena ventiquattr’ore, riceverà la nomina a capo del governo. Per la crisi energetica serviranno nel tempo scelte forti e coerenza. Naoto Kan, quinto leader di governo in meno di cinque anni, ha saputo indirizzare la patria verso un futuro più sostenibile. Andato via lui, si faccia avanti il prossimo.

2 commenti:

bla78 ha detto...

Notizia decisamente interessante sul sito di Roberto Saija: “La Robin Tax dovrebbe essere applicata a tutte le aziende che usufruiscono di concessioni pubbliche e ne traggono grandi guadagni: non solo il settore dell’energia quindi ma anche ad esempio i trasporti, le telecomunicazioni, i servizi idrici”.

giorgio libralato ha detto...

Grazie della segnalazione e della proposta che condivido