lunedì 25 luglio 2011

Laboratorio Napoli, la costituente per il bene comune

Carissim*,

con enorme piacere vi copio-incollo il testo sulla Costituente dei Beni Comuni tratto dal sito del Comune di Napoli (www.comune.napoli.it) dove viene data assoluta priorità alla applicazione della Convenzione di Aarhus per la realizzazione di un processo reale ed efficace di di Democrazia Partecipativa,

Beatrice Bardelli
Pisa

Laboratorio Napoli: Costituente per i Beni Comuni


Costituente per i Beni Comuni

Da Napoli, prima città ad aver istituito un Assessorato ai Beni Comuni (prof. Alberto Lucarelli), ha inizio il percorso politico-partecipato che intende costruire una nuova forma di azione pubblica locale per tutelare e valorizzare quei beni di appartenenza collettiva e sociale che sono garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini. Per invertire l'attuale tendenza alla privatizzazione dei beni comuni è necessario costruire una nuova forma di azione pubblica locale fondata sulla tutela dei Beni Comuni. Attraverso una semplice registrazione online sul sito del Comune di Napoli i vari gruppi, comitati, movimenti e associazioni potranno iscriversi alla macro area tematica o alla relativa consulta con un meccanismo di accreditamento delle realtà di base che consentirà una partecipazione ampia ed incisiva ai processi di costruzione di spazi di reale democrazia partecipata. Le 14 aree tematiche saranno le seguenti:

- Promozione della pace e cooperazione internazionale
- Ambiente, Rifiuti, Tutela della salute
- Politiche Sociali e immigrazione
- Politica della casa
- Cultura, Turismo, Spettacoli
- Forum delle culture
- Mobilità e Infrastrutture

- Lavoro
- Beni Confiscati
- Diritto all'istruzione
- Bilancio Partecipato
- Sport
- Politiche Giovanili e pari opportrunità
- Patrimonio Comuni
L'elenco completo di coloro che hanno chiesto l'accreditamento, verrà pubblicato in questa sezione, con aggiornamanto costante.

Il percorso di realizzazione di un processo reale ed efficace di Democrazia Partecipativa può e deve partire da esperienze innovative ed efficaci già in vigore, quali ad esempio la Convenzione di Aarhus. Quest'ultima nei suoi pilastri base quali: accesso all'informazione ambientale, partecipazione del pubblico ai processi decisionali, accesso alla giustizia, si propone di realizzare un modello di "democrazia ambientale". La convenzione, in vigore dal 30 ottobre 2001, parte dall'idea che un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei problemi conduca ad un miglioramento degli obiettivi prioritari.

Con questo spirito parte il processo di democrazia partecipativa del Comune di Napoli. Questa trasformazione passerà attraverso forme sperimentali di governo pubblico partecipato, a tal fine saranno attivate 12 consulte cui corrispondono macroaree tematiche riconducibili ai singoli assessorati ed una serie di tavoli tematici collegati alle singole consulte. I soggetti che si iscriveranno alle 12 consulte, siano essi singoli cittadini, associazioni, reti o comunità, avranno un ruolo centrale nella determinazione delle proposte e nel processo decisionale che ne seguirà. Saranno informati nella fase iniziale del processo decisionale nelle diverse aree tematiche in modo adeguato, tempestivo ed efficace. Le informazioni riguarderanno:
- L'attività proposta e la richiesta su cui sarà avviato un processo amministrativo
- La natura delle eventuali decisioni o il progetto di decisione
- L'assessorato di riferimento all'area tematica in oggetto
- La modalità di procedura amministrativa prevista, compresa: la data d'inizio della stessa, i riferimenti normativi.
Per le varie fasi della procedura di partecipazione dei soggetti proponenti saranno fissati termini agevoli, in modo tale da prevedere margini di tempo sufficiente per informare gli stessi e consentirgli di prepararsi e di partecipare effettivamente al processo decisionale. Non si metteranno in atto processi dall'alto che seguano le orme di una finta rappresentanza, di espropriazione delle idee, o di esclusione dal dibattito.

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