martedì 19 luglio 2011

la Ue toglierà i finanziamenti alle grandi opere mai partite

La guerra di Bruxelles alle opere mai partite

Inviato da redazione il Mar, 19/07/2011 - 13:04 in Bruxelles Commissione europea Ertms grandi opere infrastrutture ponte sullo Stretto trasporti Ambiente
Alessandro De Pascale
INFRASTRUTTURE. La Commissione europea modifica il proprio Piano d’azione sui trasporti. Le risorse non utilizzate dagli Stati membri serviranno a collegare l’Europa con i Paesi limitrofi.

La Commissione europea modifica il proprio Piano d’azione per i trasporti. Nuove priorità, che indirettamente serviranno a rilanciare anche l’economia dell’Eurozona. L’obiettivo è «rafforzare le connessioni ad est»: con le aree vicine (quali i Balcani, i Paesi del Mediterraneo e dell’ex Unione Sovietica) per le merci da esportare, visto che l’Ue è «il principale partner commerciale», tra Europa ed Asia per quelle da importare. «Oltre 20 misure concrete, nel breve e nel lungo termine, per rendere i collegamenti di trasporto, più agevoli, sicuri e affidabili», si legge nel Piano. Ma dato che fino al 2013 Bruxelles non può mettere mano al proprio bilancio, queste azioni saranno «finanziate con le risorse esistenti, grazie a una migliore definizione delle priorità di progetti e misure». Sul piatto ci sarebbe quasi un miliardo stanziato per opere nei fatti mai partite. Anche italiane. Via libera quindi alla «flessibilità», riassegnando i fondi non ancora utilizzati dagli Stati membri per «finanziare progetti di infrastrutture strategiche che collegano l’Ue con i suoi vicini»: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina (ad est); Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Territori palestinesi, Siria e Tunisia (a sud). Oltre ai nuovi candidati ad entrare nell’Unione: Croazia, Macedonia, Turchia, Islanda, Serbia, Kosovo, Albania e Bosnia. Si parte dal trasporto aereo. Tra il 2004 e il 2009 il numero di passeggeri tra l’Ue e i Paesi limitrofi del Sud è aumentato in media del 6,7 per cento l’anno, dell’11,6 quello verso gli Stati orientali confinanti. Bruxelles vuole quindi «estendere il mercato interno dell’aviazione Ue e il Cielo unico europeo» ai vicini, unificando anche il controllo del traffico.

Lo scopo è rendere «più efficienti, economici e sicuri» i voli. Per il trasporto delle merci, la Commissione punta invece su quello marittimo. Del resto in termini di tonnellate, il 90 per cento del movimento merci tra l’Ue e il resto del mondo avviene via mare. L’obiettivo è creare un mercato unico nel Mediterraneo e nei mari attorno all’Europa. Fondamentale anche l’uso delle ferrovie «sfruttando il potenziale di trasporto, aprendo i mercati e riducendo le barriere tecniche, quali le differenze di scartamento dei binari». Tra le misure, anche l’estensione del sistema di controllo dei treni utilizzato nell’Ue (l’Ertms), realizzato da diverse società tra cui l’italiana Ansaldo. Infine il trasporto su strada e la sicurezza. Nei Paesi dell’Est la mortalità negli incidenti è molto elevata: 21,5 vittime ogni 100mila persone in Ucraina, 16,8 in Georgia, 15,1 in Moldova, a fronte delle 6,1 in Europa. Per rilanciare il mercato dell’auto e ridurre l’inquinamento, si chiedono misure per rinnovare il parco in circolazione, per le merci di «snellire le procedure». Bruxelles denuncia infatti che il 20 per cento del tempo impiegato nel loro trasporto si perde nei controlli alle frontiere. «La libertà di movimento è qualcosa che diamo per scontato in Europa, ma che non deve fermarsi alle frontiere - spiega il vicepresidente della Commissione, l’estone Siim Kallas - dobbiamo quindi fornire ai nostri vicini l’infrastruttura essenziale per flussi di beni e persone ed elimanare burocrazia e strozzature».
http://www.terranews.it/news/2011/07/la-guerra-di-bruxelles-alle-opere-mai-partite

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