mercoledì 17 novembre 2010

gli effetti del documentario sui rifiuti nucleari

Il documentario trasmesso domenica nel Cinedocuforum Creativo a Pontinia “Rifiuti: l'incubo nucleare” dimostra quello che gli interessi nucleari non vogliono si conosca e che venga diffuso, tanto per cambiare, nella televisione italiana.
Non credo ci sia ancora qualcuno che sostenga il nucleare per motivi occupazionali, tecnici, sanitari, economici considerate le notizie che, anche se filtrano con difficoltà, sono ormai note a tutti.
Al termine della proiezione abbiamo focalizzato alcuni punti:
la rassegnazione della signora, abitante del villaggio fantasma di Muslimovo, contaminato dalla radiazioni nucleari in Russia (precedente all'incidente di Chernobyl di circa 50 anni fa), che rimane a morire nel suo villaggio perchè “non abbiamo scelta”; (per le informazioni sull'incidente del 1957 dove sono state colpite da radiazioni circa 500 mila persone http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=871.0, il video tradotto in italiano http://www.youtube.com/watch?v=8QiWEkRtyCI )
le dichiarazioni dell'ex ministro francese dell'ambiente Corinne Lepage (“non abbiamo trovato in 40 anni una soluzione al problema dei rifiuti. Sono sicura che il nucleare è l'origine di molti mali della società francese. Il nucleare sfugge alle popolazioni).
l'imbarazzo del portavoce, responsabile della squadra francese, della società francese Cogema (che gestisce l'impianto de La Hague in Francia) che balbetta e non sa dare spiegazioni sulle esposizioni e sui danni delle radiazioni nucleari;
le affermazioni sull'ignoranza dei politici in materia energetica, ambientale e nucleare di Micheal Scheineder , analista internazionale (“i politici hanno lasciato il campo ai tecnocrati, così tutte le scelte politiche, vari ministeri, società Edf. Arema. Decide tutto la corporazione delle miniere). Renaud Abord de Chatillon, ingegnere della corporazione delle miniere: “il nucleare ha 3 problemi irrisolti: la sicurezza, la democrazia, i rifiuti.

Il documentario mostra gli scarichi radioattivi de La Hague in Francia, della ditta Cogema (http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2009/12/rifiuto-lincubo-del-nucleare.html ) e di quello che, è, di fatto, un incidente nucleare continuo, con pericolo costante.
Si parla anche della ditta Areva (che dovrebbe fornire il nucleare all'Italia) che, secondo l'Agenzia nucleare francese, gestisce (o dovrebbe gestore) i rifiuti radioattivi francesi.

Il documentario trasmesso sui rifiuti nucleari, è stato accompagnato da quello del professor Bandazhevsky dell'11 settembre a Pontinia (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1595). Entrambi ci sono stati richiesti sia al termine del cinedocuforum per essere proiettati in altre iniziative analoghe di sensibilizzazione e informazione, a Latina e provincia. Altre richieste, grazie alla divulgazione e all'importanza dell'iniziativa, ci sono arrivate da altre province e regioni per cercare di contrastare la disinformazione e la mancanza di informazione sul nucleare. Poche tv e giornali hanno riportato, per esempio, l'accettazione del quesito referendario.

Il documentario si chiude con la domanda “ci possiamo fidare”?
Di chi? Delle aziende che non sono in grado di spiegare, di ridurre e di controllare le emissioni? Degli enti sanitari pubblici che non sono in grado di garantire la salute, che non informa le popolazioni sui danni delle esposizioni? Che non pubblica gli studi epidemiologici? Della tecnologia che non è in grado di garantire la sicurezza? Di chi sposta i rifiuti radioattivi (per mare, su strada, per ferrovia) provocando rischi ulteriori? Della mancanza di sicurezza nella gestione dei rifiuti (scorie) radioattive? Della riluttanza a dare risposte e spiegazioni? Di politici incapaci e impreparati?
Rimangono poi le domande senza risposte diverse da quelle che dà il professor Bandazhevsky (il nucleare serve agli armamenti e l'energia nucleare è solo un paravento per nascondere intenti criminali):
perchè puntare sul nucleare visto che l'uranio non basterà per arrivare alla fine di questo secolo?
Considerato che costa di più di altre energie (per esempio fotovoltaico), come ammesso dalla stessa agenzia nucleare, che le aziende USA rifiutano milionari finanziamenti perchè comunque non è conveniente, perchè insistere su questa tecnologia?
Il fotovoltaico produce molti più posti di lavoro rispetto al nucleare, perchè l'Italia in generale e la provincia di Latina in particolare, non puntano sulle energie naturali e rinnovabili creando migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno? Non interessa, ai politici, ai dirigenti, creare opportunità di lavoro, nuove aziende?
Non essendo risolti i problemi della sicurezza (non solo della gestione delle scorie, ma anche degli stessi impianti) perchè non puntare su impianti che hanno rischio per la salute vicino allo zero?

Hanno contribuito al dibattito e alla riflessione il direttore de “Il settimanale di Latina” Pietro Antonelli a cui abbiamo chiesto cosa pensa della scarsa attenzione dei politici locali e degli aspiranti amministratori di Latina sul nucleare e sugli effetti derivati.
La risposta è stata “se trascurassero solo il nucleare.... purtroppo trascurano di parlare di tanti troppi problemi..” Ma anche della scarsa attenzione alla risorsa che potremmo avere dalle energie naturali e rinnovabili che potrebbero darci migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno in una provincia che continua a perderli. Da un lato la risposta sta nella scarsa o irrilevante importanza dei nostri politici a Roma, dall'altro le caratteristiche “pioneristiche” e l'incapacità ad attrarre e a far rimanere nel nostro territorio le industrie multinazionali. Sono intervenuti anche i rappresentanti provinciali di Legamabiente, annunciando una iniziativa analoga sabato a Latina.
Giampaolo Danieli del Cantiere Creativo ha illustrato la mostra fotografica ricordando lo spettacolo da loro offerto nello stesso teatro di Ulderico Pesce “storie di scorie”

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