venerdì 5 febbraio 2010

reti di energia rinnovabile

SERVONO SMART GRID: IN ITALIA L'INADEGUATEZZA TAGLIA 30% EOLICO.
(DIRE) Roma, 4 feb. - Le fonti rinnovabili possono tenere le luci accese 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È questa la conclusione del rapporto 'Rinnovabili 24/7- Una rete intelligente per salvare il clima' che Greenpeace ha presentato con Erec (European renewable energy council) oggi a Madrid. Il rapporto mostra che "le reti elettriche possono essere trasformate per consentire alle fonti rinnovabili di garantire il 90% dell'energia al 2050, attraverso reti intelligenti di distribuzione dell'energia".
Gia' oggi in Spagna le fonti rinnovabili "in alcune giornate coprono oltre il 50% della richiesta". In Italia, invece, "l'inadeguatezza della rete elettrica limita di circa il 30% l'effettiva produzione eolica in Puglia, Campania, Basilicata e Sardegna".
Le smart grids, reti intelligenti di distribuzione dell'energia a livello locale e regionale, collegano tra loro impianti solari, eolici, geotermici, a biogas (e altre biomasse sostenibili) "che possono cosi' fornire la stessa energia di una centrale tradizionale, ma con maggiore efficienza e flessibilita', e con minori emissioni di CO2". Le super grids usano invece linee ad alta tensione in corrente continua "per trasferire elettricita' a enormi distanze con grande efficienza".
Lo studio 'Rinnovabili 24/7- Una rete intelligente per salvare il clima' di Greenpeace ed Erec presenta anche un piano di ammodernamento ed espansione dell'attuale rete elettrica europea dal Mare del Nord al Mediterraneo. "Le smart grids applicano l'idea di internet al settore elettrico- spiega Sven Teske, esperto di energia di Greenpeace International- il rinnovamento della rete e' un'enorme opportunita' economica, specialmente per il settore informatico. In Europa gli investimenti necessari si aggirano attorno ai 5 miliardi di euro all'anno, meno di cinque euro per ogni abitazione europea". Ma "occorrono urgenti politiche per sbloccare gli investimenti a supporto di un futuro 100% rinnovabile nel settore della produzione elettrica", raccomanda Teske.
"E' possibile sviluppare una rete intelligente espandendo, contemporaneamente, la fornitura di energia da rinnovabili- afferma Christine Lins, segretario generale di Erec- il mercato delle rinnovabili puo' crescere a doppia cifra fino al 2050 e superare in dimensione l'industria fossile. Attualmente il mercato delle rinnovabili vale circa 120 miliardi di dollari e raddoppia ogni tre anni".Il mercato globale dell'energia eolica nel 2009 ha superato di 7.000 MegaWatt le previsioni di Greenpeace del 1999, con una potenza installata nell'anno di 37.000 MW. In Italia l'eolico continua a registrare "una discreta crescita, nonostante gli ostacoli tra i quali le strozzature di una rete elettrica inadeguata".
In Italia, "unico Paese dell'Ue a non aver ancora presentato le previsioni per il 'Piano delle rinnovabili' da adottare a giugno- denuncia l'associazione- l'inadeguatezza della rete elettrica in alcune regioni viene gestita oggi 'staccando" dalla rete le centrali eoliche nei momenti di congestione". Cio' "limita l'effettiva produzione eolica di queste aree del 30% circa: 0,7 TWh di energia perduta, ovvero una quota del 12% della produzione nazionale da eolico", secondo le analisi tecniche presentate da Anev al ministero dello Sviluppo economico.
"Le nostre analisi indicano una grande possibilita' industriale per l'Italia sulle rinnovabili- conclude Alessandro Gianni', direttore delle Campagne di Greenpeace Italia- registriamo invece segnali crescenti di boicottaggio da parte del governo, fortemente impegnato nella direzione sbagliata, il ritorno al nucleare per favorire gli interessi di alcune lobby industriali".

13:37 04-02-10

1 commento:

NO TURBOGAS! ha detto...

Esistono ancora uomini che hanno grandiose risorse per salvare il pianeta, dai danni di un sistema energivoro-petrolifero! Ma quando e come potrà finire la battaglia tra gli ecologisti-imprenditori di nuove tecnologie contro i guerrafondai del petrolio?! Mi rendo sempre più conto che ci siamo dentro fino al collo, anzi totalmente immersi nel piano dei petrolieri e per uscirne fuori cosa possiamo fare noi piccoli consumatori(ma grandi decisori delle sorti di questo sistema)?