giovedì 10 dicembre 2009

Berlusconi contro tutti

Berlusconi in Europa contro giudici e Consulta
Fini chiede chiarimenti, Quirinale preoccupato
Napolitano: violento attacco alle istituzioni. Il Cavaliere: «Niente da chiarire. In Italia comandano i giudici. Io premier con le palle»
Pd, Idv e Udc compatti: venga a ripeterlo alla Camera

BONN (10 dicembre) - Tensione altissima al vertice delle istituzioni italiane, dopo il nuovo violento attacco del premier Silvio Berlusconi ai giudici e alla Consulta, arrivato questa volta dall'estero, al congresso dei popolari europei a Bonn.

In Italia comandano i giudici, la Corte costituzionale è un organo politico - anche perché ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra - equindi il Pdl è già al lavoro per cambiare la Carta, ha detto in sostanza Berlusconi davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel e ad altri capi di stato. Poi il premier ha chiuso il suo intervento con una vecchia barzelletta - in cui protagonisti sono lui stesso, Obama e il Papa - e ha ricevuto un caloroso e lungo applauso dai delegati popolari.

Immediata la risposta del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha affermato di non condividere le parole del premier, invitandolo a chiarire. «Non c'è niente da chiarire. Sono stanco delle ipocrisie, tutto qua», ha replicato di nuovo il Cavaliere, prima che arrivassero anche le preoccupate parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Pd, Idv e Udc intanto compatti hanno chiesto al premier di venire alla Camera a ripetere le parole pronunciate a Bonn.

«La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici», sono state le parole del premier nel corso del suo discorso. «In Italia succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo» e il Parlamento «fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale» e la Corte «abroga la legge», ha sostenuto ancora il premier, sottolineando che la maggioranza «sta lavorando per cambiare situazione anche attraverso una riforma della Costituzione».

La Corte Costituzionale da «organo di garanzia» si è trasformato in «organo politico», ha detto ancora Berlusconi, aggiungendo che tale composizione della Consulta è determinato anche dal fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra.

Nonostante le centinaia di procedimenti e le migliaia di udienze che mi garantiscono un «record universale della storia sono stato sempre assolto - ha poi aggiunto il Cavaliere - perché per fortuna è solo una parte dei giudici che sta con la sinistra, mentre i giudici soprattutto del secondo e terzo livello sono giudici veri come negli altri Paesi».

«La sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione di me attraverso i processi», è stata poi l'accusa che Berlusconi ha rivolto all'opposizione nel corso del suo intervento al congresso del Ppe.

«Permettetemi di parlare un secondo del mio Paese - ha poi affermato il premier -. L'Italia è la terza economia d'Europa, ha una maggioranza forte e coesa, un governo molto operativo e un premier... super, che godeva di oltre il 60% di apprezzamento dopo la soluzione del problema rifiuti, e il 68% dopo il terremoto. Purtroppo, esiste una sinistra che mi ha attaccato inventandosi calunnie di tutti i tipi che però mi hanno rafforzato perché la gente dice: "mamma mia dove troviamo uno forte e duro con le palle come Berlusconi"».

Napolitano: attacco violento a istituzioni fondamentali. «Profondo rammarico e preoccupazione» è stata manifestata da Napolitano per «le espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione italiana». In una nota il capo dello Stato invita tutti alla «leale collaborazione» e allo spirito di «condivisione», auspicato concordemente» dal Senato pochi giorni fa con le mozioni sulle riforme istituzionali.

Fini in una dichiarazione ha detto di «non condividere» le parole di Berlusconi sulla Corte Costituzionale e sui giudici. E lo ha invitato a «precisare meglio» il suo pensiero ai delegati del Ppe. «È certamente vero che "la sovranità appartiene al popolo", ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso "la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale. È la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro - ha aggiunto Fini - che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo».

Pd: il premier ripeta le sue parole in Parlamento. Udc e Idv appoggiano la richiesta. «Il presidente del Consiglio ripeta in aula le parole che ha pronunciato oggi a Bonn, contro il presidente della Repubblica e contro la Corte costituzionale, a margine del congresso del Ppe, esportando in modo improprio in Europa temi di politica interna»: così il presidente del gruppo del Pd, Dario Franceschini, ha chiesto formalmente a Silvio Berlusconi di presentarsi in Parlamento. «Non è più accettabile - ha detto - che questi argomenti di questa rilevanza vengano trattati in modo frettoloso e inopportuno in una sede internazionale. Per questa ragione chiediamo formalmente che il presidente del Consiglio venga a ripetere ciò che ha detto in un consesso internazionale». A seguito dell'intervento di Franceschi anche l'Udc, con Pier Ferdinando Casini, e l'Idv, con il capogruppo Massimo Donadi, si sono associati alla richiesta.

Bersani: rischio populismo. «Penso che il Ppe abbia avuto modo di constatare direttamente che cosa è il rischio di populismo. Sono convinto che si preoccuperà perchè il centrodestra in Europa sa bene che cosa è una Costituzione e che cosa significa picconare la Costituzione». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani reagisce agli attacchi del premier. «Il centrodestra in Europa - aggiunge Bersani - sa bene a quali rischi può portare picconare la Costituzione. Credo si tratti di affermazioni gravissime che oggi faranno il giro di Europa e drammatizzeranno ancora di più il caso Italia».

Bindi: un disco rotto. «Anche all'estero Berlusconi continua a parlare dei problemi suoi e mai dei problemi degli italiani. È come un disco rotto. Attaccando i presidenti della Repubblica, la Corte Costituzionale e la magistratura e l'opposizione dimostra solo di non essere uno statista», ha detto il presidente del Pd, Rosy Bindi.

Di Pietro: Berlusconi vuole eliminare la Consulta, è fascismo. «Berlusconi sta stracciando la Carta Costituzionale, prima riducendo il Parlamento a un servizio privato ora volendo eliminare la Consulta, ultimo baluardo della Costituzione. Se non è fascismo questo, che cosa ci vuole? l'olio di ricino?», ha commentato il leader Idv Antonio Di Pietro.

Casini: parole improvvide, non è il padrone del Paese. «Le parole del presidente del Consiglio sono state del tutto sbagliate ed improvvide nel merito e nel merito»: lo ha detto alla Camera il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, sottolineando che le parole di Berlusconi sono «autolesioniste per il paese e per lo stesso presidente del Consiglio. Chi vince le elezioni non è il padrone del paese, anzi semmai ha un dovere supplementare. L'Udc si schiera al fianco del presidente della Repubblica, della Corte costituzionale, del Parlamento e di tutti gli organi istituzionali che sono parte integrante della democrazia».

Bossi: Silvio ha le palle. «Berlusconi ha le palle ed è l'unico che non si preoccupa della giustizia», ha detto invece il leader della Lega Nord Umberto Bossi.

Bonaiuti: sulla Consulta il premier ha detto la verità. Nel pomeriggio Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha replicato a tutte le critiche rivolte al capo del governo per il discorso di stamani di Berlusconi al congresso del Ppe a Bonn. «Il presidente Berlusconi ha detto nient'altro che la verità sul funzionamento della Corte Costituzionale - ha affermato Boniauti - Invece c'è da chiedersi perché, quando viene attaccata un'istituzione votata dalla maggioranza degli italiani come il presidente del Consiglio, nessuno esca in sua difesa».

La Russa: dal premier solo verità storica. «Per quanto riguarda le dichiarazioni che Berlusconi ha fatto su Napolitano - dice Ignazio La Russa, ministro della Difesa - il premier ha detto la verità, perché si riferiva a un dato storico: cioè che gli ultimi tre capi di Stato che hanno eletto i giudici della Consulta sono di sinistra. Questa è una verità storica, non c'era nulla di offensivo. Quello che dice Berlusconi è un dato storico, so benissimo che il premier apprezza l'operato del presidente Napolitano, anche perché più volte me lo ha detto».

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IL MESSAGGERO

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