lunedì 14 settembre 2009

le centrali elettriche progettate a Mazzocchio

Diversi interventi pubblici, pro o contro le centrali elettriche tanto temute, quanto inutili, visto che il Lazio produce già il doppio dell’energia che consuma e che il picco nazionale di produzione arriva a consumare l’85% dell’energia prodotta in Italia, fanno riferimento al piano energetico regionale.
Le pubblicazioni ufficiali riportano la famosa bozza approvata in giunta nel luglio 2007 e in commissione che non prevedono, quindi escludono, sia la centrale a biomasse, sia quella a turbogas.
Al di là degli interventi, come detto, più o meno probabili esiste comunque un piano energetico regionale (come provinciale) che dovrebbero essere rispettati e attuati, almeno fino alla modifica degli stessi approvati nei modi dovuti.
Se il piano energetico provinciale di Latina, approvato nell’ottobre 2008 è successivo ai 2 progetti e comunque non li prevede nessuno dei 2, quello regionale è del 14 febbraio 2001, deliberazione GR Lazio n. 45.
Se qualcuno se l’andasse a leggere, tale piano, avrebbe già messo una pietra sopra a entrambi i progetti.
Per le biomasse, tanto per fare un esempio (pag. 45 e 46) per la provincia di Latina si fa una previsione superiore sia al piano energetico della provincia di Latina che al piano attualmente in revisione, ma comunque si prevede una potenzialità massima di 10-11 MWe contro i 20 della centrale progettata a Mazzocchio.
Senza contare che in provincia già ne funziona una da 10 MWe e un’altra, di pari potenza, viene annunciata dall’attuale giunta della Provincia di Latina.
Classico esempio delle moltiplicazione di pani e pesci.
Passiamo alla centrale a turbogas, il piano attualmente vigente le prevede?
Pare di no se andiamo a leggere a pag. 35 (indirizzi e proposte di azione del piano) dove si spiegano i vantaggi del ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e a pag. 72 (stima delle riduzioni delle emissioni di CO2) che prevede:
- riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti;
- produzione di energia da fonti rinnovabili;
- riduzione dei consumi energetici nei settori industriale/abitativo/terziario.
Quindi niente centrali termoelettriche.
Questa ulteriore produzione di energia proposta può essere dannosa perché arrivano le sanzioni ai produttori di energia, come dalla sentenza della corte europea che condanna, guarda caso, proprio una delle ditte proponenti una centrale a Pontinia (Tribunale di primo grado delle Comunità europee (Prima Sezione), 8/9/2009 n. T-303/05 -
Sospesa l'erogazione da parte della R. Lazio di aiuti pubblici all'AceaElectrabel fino a quando l'Italia non avrà fornito la prova che l'aiuto dichiarato illegittimo ed incompatibile con una precedente decisione non sia stato restituito dall'Aceaspa. Sebbene l'aiuto di Stato all'investimento, finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra da parte dell'AceaElectrabel (una joint venture creata dalla Acea spa, ex azienda municipalizzata del settore energetico di Roma, e dall'Electrabel SA) per la costruzione di una rete di teleriscaldamento e la costruzione di una nuova centrale, sia legittimo, deve essere confermata la decisione della Commissione del 16 marzo 2005, 2006/598/CE, che ha sospeso il versamento degli aiuti a causa del mancato rimborso di altri aiuti pubblici (esenzioni fiscali e prestiti agevolati) concessi in favore di imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico e dunque anche all'Acea e dichiarati illegittimi con una decisione del 5 giugno 2002 ed imponendo il recupero degli importi eventualmente erogati (contro tale decisione l'Acea ha proposto ricorso dinanzi al Tribunale di Primo grado, che si è concluso con una sentenza di rigetto dell'11 giugno 2009), fino a quando l'Italia non avrà fornito la prova che l'aiuto dichiarato illegittimo ed incompatibile non sia stato restituito dall'Acea spa. ).
Intanto il comune di Pontinia, oltre ad aver predisposto le osservazioni al decreto di VIA del 5/12/2005 del progetto della centrale a turbogas, per errori, imprecisioni, ha richiesto una serie di documenti che non sono mai stati forniti al comune di Pontinia (chissà perché?), ma che sono necessari ad esprimere un parere su un progetto quindi ancora misterioso.
Difatti non risulta, al Comune, rilasciato alcun parere, nulla osta, autorizzazione seguente alla documentazione che AceaElectrabel Produzione spa né dall’Amministrazione Provinciale di Latina ai fini del PAI, né dall’Autorità di Bacino, dalla Regione Lazio e dall’Amministrazione Provinciale di Latina ai fini del PAI e del PTPR;
- non risulta rilasciato alcun parere di compatibilità da parte del competente Ufficio della Regione Lazio in merito al parere ai sensi dell’art. 13 della legge 2.2.74 n. 64 di cui al protocollo n. 1586 del 12 aprile 1996.
Nel particolare non c’è prova che la relazione prodotta corrisponda a quanto prescritto nel predetto parere della Regione Lazio n. 1586/1996, né che vi sia stato rilasciato alcun parere positivo della Regione Lazio in tale senso.
Né vi è prova che l’ufficio decentrato di Latina abbia rilasciato autorizzazione alcuna in merito all’autorizzazione ad edificare.
Sarà necessaria una proroga per fornire dei documenti che dovevano essere allegati alla procedura di VIA mai arrivati al comune di Pontinia?
Pontinia 13.9.2009 Giorgio Libralato

2 commenti:

Anonimo ha detto...

se le biomasse non si fanno a Pontinia si faranno da un altra parte, mica so fessi a rinunciare ai soldi che lo stato regala per questi impianti!

giorgio libralato ha detto...

Du sicuro non sono mossi dal bene comune.