martedì 8 settembre 2009

la libertà di stampa e le barzellette

Il presidente del Consiglio a Canale 5: "Con la Chiesa ottimi rapporti"
"C'è una campagna eversiva, ma il popolo è dalla mia parte"
Berlusconi: "Stampa in pericolo?
Barzelletta dei cattocomunisti"
"La maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me"
ROMA - "Che sia in pericolo la libertà di stampa è una barzelletta raccontata dalla minoranza comunista e cattocomunista e dai suoi giornali, che sono il 90% della stampa". Silvio Berlusconi, dai microfoni de "La Telefonata", trasmissione di Canale 5 condotta da Maurizio Belpietro, commenta così le azioni legali intentate contro Repubblica e L'Unità. Nessun pentimento, nessuna marcia indietro. "Per loro la libertà di stampa è libertà di insulto, mistificazione, diffamazione - aggiunge il Cavaliere - Sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura per stabilire un principio importante, che la libertà di stampa non è libertà di insulto". E' un fiume in piena il premier, che torna a parlare di attacchi nei confronti del governo e di "una campagna eversiva" che punta alle dimissioni dell'esecutivo "contro la volontà del popolo". Per poi ripetere le parole pronunciate nei confronti della stampa la settimana scorsa: "Con questa informazione povera Italia". Un Paese che rischia, per mano di "comunisti e di cattocomunisti", di diventare "una tirannia che opprime i cittadini".

Le relazioni con il Vaticano. Berlusconi definisce "eccellenti" i rapporti con la Chiesa. Per poi smentire che sia in agenda un incontro con il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone: "Non è in agenda, non ne vedo la necessità". Per il premier gli scontri con la Santa Sede che hanno riempito le pagine dei giornali, l'attacco del Giornale all'ormai ex direttore dell'Avvenire Dino Boffo, non sono mai esistiti. "Si sono inventati tutto - continua Berlusconi - come si sono inventati che io avrei chiesto degli incontri: non ho chiesto nulla perché non c'è nulla da chiedere". E se problemi ci sono stati, il Cavaliere è pronto a generose concessioni verso la Santa Sede: "La difesa di valori fondamentali, come la vita umana, la famiglia sono lì a testimoniare l'eccellenza di rapporti. Eccellenza che testeremo su temi importanti come il testamento biologico".

L'azione di governo. ''Un bilancio dell'attività di governo dopo 14 mesi? Lo hanno fatto gli italiani con i loro ripetuti voti a nostro favore''. Il presidente del Consiglio ostenta il consueto sondaggio: "Il mio gradimento veleggia verso il 70%, un record ineguagliato in tutte le democrazie occidentali dopo un anno di governo''. Perché di una cosa Berlusconi è sicuro: "La maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me, si riconosce in me e condivide i miei comportamenti". Il motivo? "Perché sanno che Berlusconi non ruba e che non utilizza i poteri a suo vantaggio personale, come hanno fatto quasi tutti coloro che, soprattutto dall'altra parte politica, mi hanno preceduto in questa difficile responsabilità".

Regionali e candidature. "Devo ancora fare una riunione con gli esponenti del Pdl per mettere a posto la strategia". Berlusconi glissa così sulle scelta delle candidature in vista delle Regionali del 2010. Questione spinosa visto le pressanti richieste della Lega. "E' prematuro parlarne, almeno prima della fine di settembre, perché il Popolo della libertà deve ancora definire una strategia e decidere i nomi".

Immigrazione e processo penale. "La sinistra vorrebbe una politica delle porte aperte verso gli immigrati clandestini per dare poi loro il diritto di voto al fine di avere un'eventuale futura vittoria elettorale. Questo noi non lo consentiremo'' dice Berlusconi che promette il ricorso a un numero maggiore di militari per "la sicurezza dei cittadini". Poi l'annuncio: "Porteremo in Parlamento la riforma del processo penale, di cui c'è grande bisogno, e ci occuperemo di garantire il rispetto della privacy di tutti''.

(7 settembre 2009) Tutti gli articoli di politica
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