sabato 18 luglio 2009

Tra impianti sgraditi e gravi incidenti, seconda parte

Tra impianti sgraditi e gravi incidenti, seconda parte
Molti cittadini e studenti che hanno subito il terremoto di L’Aquila ne avevano denunciato la pericolosità di situazioni risultati poi gravi e devastanti.
Ma non sono stati ascoltati.
Alcuni operatori ed esperti avevano messo in guardia sulla situazione difficile delle ferrovie o comunque di alcune attività, mezzi, infrastrutture ma anziché essere ascoltati in qualche caso sono stati licenziati.
Poi il dramma di Viareggio.
La nostra zona si sta distinguendo, oltre che per le infiltrazioni della malavita, della società che eroga servizi pubblici con il più alto numero di ricorsi, denunce e proteste, per diversi progetti particolarmente sgraditi per il loro carico di inquinamento, malattie ma anche pericolo pubblico.
Se i cittadini sono poco ascoltati lo stesso si può dire degli enti di controllo, delle amministrazioni e dei loro pareri supportati da dati tecnici e scientifici che vengono puntualmente impugnati nelle aule del tribunale.
Come se morti e malattie fossero un’opinione, come se gli incidenti una colpa di chi li subisce o non di chi li dovrebbe prevenire.
Una delle società che propone un impianto particolarmente sgradito, fa parte di un gruppo sociale che, tra i primi in Italia, ha aderito all’iniziativa volontaria di prevenzione degli infortuni, denominata “sbagliando si impara” (http://www.ispesl.it/im/documenti/risultati/approfModello.pdf).
Questo è senz’altro un fatto di merito.
Che contraddice poi l’operato di questo gruppo sociale quando un’azione dello stesso gruppo ignora, per esempio, le prescrizioni in materia di sicurezza delle costruzioni proponendo infrastrutture in un’area certificato come assolutamente in edificabile dal servizio geologico della Regione Lazio.
Le ignora a tal punto che non effettua nemmeno dei sondaggi sul posto e su ogni punto dove prevede tali infrastrutture.
Senza contare che una di queste infrastrutture poi contiene del gas che, in caso di incidente, ignorato, provocato dall’ubicazione inadatta si potrebbe propagare, per esempio, in area dove già esistono alcune aziende soggette a rischio di incidente rilevante.
Quindi ignorando, ancora una volta, non solo i fatti di Seveso (http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=584) , di 33 anni fa ma anche di Viareggio di quest’anno.
E cosa pensare poi se uno dei rappresentanti di questa azienda nel corso di una conferenza dei servizi dove le vengono contestate tali pericoli per la salute pubblica ignorati e non previsti e non calcolati in base alla normativa pubblica di fronte alla probabilità di incidente non solo per il pubblico, ma anche per il personale impiegato nella costruzione risponde:
“non possiamo prevedere tutte le probabilità di incidenti. Se mia nonna aveva la ruota…..”
Penso sia comprensibile e condivisibile l’amarezza espressa da chi in quel momento, rappresentava la pubblica amministrazione, commentando che “la vita umana merita rispetto. Non si può mettere in gioco per esigenze di cassa o di una singola azienda.”
Pontinia 18 luglio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

2 commenti:

Anonimo ha detto...

.....sa questi articoli mi sembrano propedeutici a motivare le scusanti del sindaco quando dovrà ammettere che le centrali le faranno!
Sta preparando il terreno per il brusco atterraggio del sindaco dopo che ha svolazzato all'insegna del NO centrali?

Anofele

giorgio libralato ha detto...

Pensavo, Signora Anofele, che Lei fosse una persona di cultura e intelligente. Che per Lei la tutela della salute pubblica e della vita umana avessero un significato. Che meritassero rispetto.