giovedì 1 gennaio 2009

42. giornata mondiale della pace e il fascismo oggi

42. giornata mondiale della pace e il fascismo oggi
Il primo giorno dell’anno è anche, secondo le intenzioni del Papa, la giornata mondiale della pace di cui oggi si celebra la 42. ricorrenza annuale.
In Italia pace significa soprattutto opporsi in maniera culturale, pacifica, di resistenza passiva al crescente fascismo di cui sono permeate la società, gli organi di informazione ufficiali, il sistema economico, una grossa parte delle istituzioni.
Lo sconcerto delle crescenti e continue decisioni contro la libertà, la democrazia, la parità, la solidarietà, la convivenza pacifica, la dignità fatte senza vergogna e timore sono accolta da una parte con paura, dall’altra con rassegnazione.
L’uguaglianza Cristiana e sociale, di cittadini, ceto sociale, religione, razza, scelta politica sono dei valori che vengono quotidianamente travolti da questo imperante neofascismo.
Per contrastare questo malessere e degrado della società, la corruzione che paiono ormai accettati come parte del sistema, c’è bisogno di riscoprire la cultura della condivisione, dell’abbattimento delle barriere, della diversità, cioè proprio quei valori civili, cristiani e sociali.
Ormai quasi nessuno si sente più rappresentato da una classe politica scelta da pochi segretari di partito, ne è segno evidente la mancanza di fiducia nelle istituzioni, nei partiti, ma anche l’alta percentuale di persone che sceglie di non votare perché non può scegliere chi li può rappresentare.
Indubbiamente per ripartire da una così grave crisi ideologica e di valori c’era bisogno di arrivare alla massima crisi possibile, dopo che questa crisi arriva a distruggere l’economia e il tessuto sociale.
Chi usa termini come “pessimismo e ottimismo, sinistra e destra” cerca forse di nascondere il problema, cioè l’evidenza di una strada senza uscita, almeno con le scelte oggi messe in campo o prospettate.
Come ogni crisi la soluzioni non può essere calata dall’alto, ma deve partire dalla volontà popolare di risorgere, ancora una volta, dai danni sempre più evidenti e innegabili.
Pontinia 1 gennaio 2009 Giorgio Libralato
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