domenica 16 novembre 2008

la turbogas è inutile e dannosa

IL MESSAGGERO
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Domenica 16 Novembre 2008
Le manovre del Gruppo De Benedetti, la paura e la rabbia dei cittadini:l’assalto al territorio pianificato nonostante gli ultimi pareri negatividella Sapienza e della Regione. Un impianto da 750 megawatt controil quale la popolazione, ormai esasperata, è sul piede di guerra
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La turbogas è «inutile e pericolosa»,una città si batte contro il saccheggio
Aprilia, nell’area un asilo e ventimila abitanti. Un documento della Regione: «Non serve»

dal nostro inviatoDAVIDE DESARIOAPRILIA – Una speculazione in piena regola. Un saccheggio del territorio a dispetto di tutto e di tutti. E’ quello che sta accadendo ad Aprilia, in provincia di Latina, dove la società Sorgenia spa, che fa capo al gruppo di Carlo De Benedetti, è a un passo dal costruire una maxicentrale elettrica turbogas. Un impianto che secondo la Regione Lazio non è necessario e secondo l’Università della Sapienza di Roma è pericoloso. Un mostro da 750 Megawatt contro il quale la popolazione, ormai esasperata, è sul piede di guerra. E’ una storia di soccorsi pubblici e mille ambiguità che merita di essere raccontata passo dopo passo, anomalia dopo anomalia.ENERGIA SENSIBILE «Se stai pensando a un’energia più sensibile, stai già pensando a noi». Bello lo spot della Sorgenia spa. Gli abitanti di Aprilia, infatti, a quell’energia ci stanno pensando dal 2002. E sono terrorizzati. D’altronde, dopo aver assistito al tortuoso e poco chiaro iter autorizzativo della centrale, non potrebbe essere altrimenti. Perché in questi sei lunghi anni si sono imbattuti in fax misteriosamente scomparsi, sentenze del Tar ribaltate, studi dell’Università ignorati su temi delicatissimi come l’inquinamento atmosferico e il rischio di incidenti rilevanti. Ma soprattutto i 64mila residenti di Aprilia si sono imbattuti in istituzioni che, invece di pretendere che lo sviluppo del territorio andasse a braccetto con regole chiare e di buon senso, sono state “sensibili”, loro sì, agli interessi di uno dei più potenti e influenti gruppi finanziaro-industrali italiani. L’INIZIO DELL’INCUBO Il 9 aprile 2002 il governo Berlusconi trasforma in legge il famoso decreto “sblocca centrali” che riguarda le misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Dopo nemmeno un mese la società Energia spa (che poi diverrà Sorgenia) richiede l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato da ubicare in località Campo di Carne nel comune di Aprilia (provincia di Latina). Un’opera da 400 milioni di euro che prevede anche un metanodotto di 9 chilometri per l’approvvigionamento del gas e un elettrodotto di oltre un chilometro per trasportare l’energia creata. I cittadini di Aprilia si allarmano, fondano comitati e danno battaglia al progetto per due motivi: «Il primo è il peggioramento della qualità dell’aria, il secondo è la diminuzione della sicurezza – spiega Rita Leli, presidente dell’associazione rete cittadini contro la turbogas - In quella stessa zona esistono già quattro impianti catalogati, secondo la “legge Seveso” a “rischio di incidente rilevante”: due fabbriche farmaceutiche, una di vernici e la quarta, la più vicina, di pesticidi. Secondo l’Università La Sapienza c’è un’assoluta incompatibilità territoriale». Ma i cittadini capiscono subito che vincere questa battaglia sarà un’impresa impossibile, poiché il nemico è un gigante della finanza che strizza l’occhio alla politica. SI SCRIVE SORGENIA, SI LEGGE DE BENEDETTI Il nome Sorgenia ai più non dice niente. Parla chiaro invece la sua compagine azionaria. La Sorgenia spa fa capo per il 79,5% alla Sorgenia holding, la scatola finanziaria controllata dalla Cir (Compagnie industriali riunite) della famiglia De Benedetti con una quota del 68,1% . Ma in realtà c'è ancora un gradino da salire per arrivare al cuore degli interessi della famiglia (la Carlo De Benedetti &figli Sapa). Già, perchè la Cir è controllata al 45,4% dalla Cofide, a sua volta partecipata al 45,66% appunto dall'accomandita di famiglia. La Cir divide il capitale della Sorgenia holding con la Verbund Italia spa (31,9%), lo storico partner austriaco del gruppo De Benedetti. La stessa Verbund compare anche tra gli azionisti della società operativa a valle, la Sorgenia spa, con una quota del 16%. Una posizione condivisa anche con il management (3,3%) e con Banca Montepaschi di Siena, che custodisce una partecipazione dell'1,1%. L'amministratore delegato di Sorgenia spa è Massimo Orlandi. Il presidente è Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo De Benedetti. L’"Ingegnere" che, ha espresso il desiderio di avere la prima tessera del Partito Democratico, mantiene la carica di presidente delle due holding quotate a Piazza Affari (Cir e Cofide), che hanno anche il controllo azionario del quotidiano la Repubblica e del settimanale L’espresso.LA’ DOVE C’ERA L’ERBA… La Sorgenia ha presentato la richiesta di autorizzazione della centrale nel 2002 in base al prg di Aprilia del 1973, che prevede insediamenti industtriali nell’area di Campo di Carne. Ma oggi, in quel fazzoletto di terra tra la Pontina e il mare, ci sono anche numerosi insediamenti residenziali spontanei nei quali vivono, secondo le stime del Comune, ventimila persone e dove c’è una scuola materna ed elementare frequentata da 600 bambini. Tant’è che già nel 1993, il Comune di Aprilia, obbligato dalla legge, ha perimetrato i nuclei abusivi e nel 2005 ha adottato una variante di “recupero” per regolarizzare tutta la zona. Ma non finisce qui. Quasi tutti gli insediamenti si trovano nel raggio di 5 chilometri dal punto dove dovrebbe sorgere la Centrale ovvero nell’area, secondo le dichiarazioni della stessa Sorgenia, di massima ricaduta degli inquinanti. Eppure il progetto non viene ripensato e l’iter autorizzativo va avanti fino al 2 ottobre del 2006 quando il ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Pieluigi Bersani (Pd), concede l’Autorizzazione a costruire ad Aprilia la centrale che produce energia elettrica bruciando metano. INUTILE, MA SI FA LO STESSO La Regione Lazio non ha ancora approvato il nuovo Piano Energetico Regionale. C’è però un documento del Dipartimento istituzionale di aprile del 2008 che dice: «Il settore termoelettrico laziale ha attualmente una potenza sufficiente a sostenere i consumi prevedibili al 2020 e non è quindi necessario aumentare la potenza attualmente installata». E in questo calcolo, come confermato dal presidente Marrazzo, la centrale di Sorgenia di Aprilia, ancora non «installata», non è incluso. Insomma la Turbogas non servirebbe al Lazio. Ma allora a chi serve? «Serve solo a far fare gli affari al gruppo De Benedetti - dicono quelli del comitato Noturbogas – E’ una vergogna che i rappresentanti istituzionali scavalchino le comunità locali per assecondare il benessere privato».STORACE DIXIT «Sono in grado anche di descrivere la casa di Carlo De Benedetti – dice l’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace – Ricordo perfettamente quei due pranzi in cui mi ha invitato e in cui mi pregava di dire di sì alla centrale Turbogas di Aprilia. Ma ha trovato un presidente di Regione che gli diceva no, perché prima vengono i cittadini e poi l'ingegnere De Benedetti». L’ARIA E’ PULITA, ANZI NO Il 19 giugno del 2003 il direttore del dipartimento Territorio firma la determinazione numero B1265 (è la Valutazione di Impatto Ambientale regionale) in cui si dice che la situazione dell’aria di Aprilia non è critica. Appena due mesi dopo, il primo agosto del 2003, la Giunta Regionale approva una delibera (numero 767) con cui si valuta la qualità dell’aria di tutta la Regione. E in quella delibera Aprilia viene inclusa nella lista dei territori nei quali i valori degli inquinanti sono superiori ai limiti di legge e per i quali devono essere predisposti piani di azione. Una nuova centrale turbogas in quell’area, insomma, è proprio quello che non ci vuole. Lo capirebbe anche un bambino. Eppure la Giunta regionale (centrosinistra) non se la sente di sospendere in autotutela la determinazione e, di fatto, dà seguito all’iter autorizzativo. La gente di Aprilia protesta. La tensione sociale sale alle stelle: manifestazioni, cortei, occupazioni. Alla fine Marrazzo decide di aprire un tavolo tecnico sulla qualità dell’aria che si insedia il 10 settembre del 2007. Vengono effettuati due studi di rilevamento: uno da parte dell’Arpa (agenzia regionale protezione ambiente), l’altro dell’professor Carlo Merli dell’Università La Sapienza di Roma. Quest’ultimo si concluderà il 25 dicembre 2008. Eppure il presidente dell’Arpa Corrado Carruba (che coordina il tavolo) ha già firmato la relazione a Marrazzo, dichiarando che la situazione ambientale non sembrerebbe critica al punto da dover riaprire l’iter autorizzativo della Centrale. «Quel tavolo è stato un bel gesto, meritorio, ma ha illuso i cittadini che noi possiamo ancora fare qualcosa - dice l’assessore Mario Di Carlo, al quale Marazzo ha affidato la delega su Rifiuti ed Energia - Ma la storia di questa centrale vola sopra le teste di tutti». Marrazzo, comunque, ha promesso di incontrare i cittadini di Aprilia.IL GOL ANNULLATO Il 14 febbraio di quest’anno i cittadini di Aprilia hanno gridato al miracolo. Il Tar del Lazio ha infatti accolto il loro ricorso contro i vizi dell’iter autorizzativo della Centrale Sorgenia. La sentenza annulla l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) rilasciata dal ministero dell’Ambiente e di fatto annulla l’intero procedimento e quindi anche il decreto di autorizzazione del Ministero dello Sviluppo. Un colpo di scena al quale, però, ne segue un altro ancor più grande. Mentre la società Sorgenia presenta ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, arriva l’ennesimo salvagente politico: sotto la spinta del ministero dello Sviluppo Economico, il 19 marzo 2008, il Consiglio dei Ministri “sana” con un decreto l’autorizzazione (Aia) annullata dal Tar. Un bel regalo per il gruppo di Carlo De Benedetti. Tant’è che, dopo questo intervento politico, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della Sorgenia facendo “risorgere” l’autorizzazione della centrale di Aprilia. L’ULTIMA SPERANZA La Rete Civica contro la Turbogas di Aprilia non si arrende e annuncia il ricorso alla Corte di Giustizia europea di Strasburgo. «In tutta questa storia c’è stata poca chiarezza– denuncia il vicesindaco di Aprilia, Vincenzo Giovannini, da sempre contrario alla centrale– E quando c’è poca chiarezza, ci sono tanti sospetti. Ci vorrebbe qualcuno che si decidesse a vederci chiaro fino in fondo».davide.desario@ilmessaggero.it
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