mercoledì 30 luglio 2008

riecco i carbonari, no al rigassificatore

Comunicati stampa
30/07/2008 14:00 Inaugurazione centrale a carbone a Civitavecchia
Legambiente: “Stop al carbone per il rispetto degli accordi internazionali di riduzione della CO2”
“E’ assolutamente incoerente e anacronistico considerare il carbone la chiave di volta della politica energetica italiana quando siamo tra i paesi che arrancano di più nel ridurre le emissioni di CO2 per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. Il carbone resta in assoluto il combustibile fossile con le più elevate emissioni di anidride carbonica per kilowattora prodotto e la nuova centrale di Torrevaldaliga Nord con i suoi 10 milioni di tonnellate di CO2 annui peserà non poco sul già disastrato quadro delle emissioni nazionali. Il Governo abbandoni dunque l’idea di puntare sul carbone perché allontanerà l’Italia dalle scelte europee che si prefiggono un taglio alle emissioni del 20% entro il 2020, costringendo la collettività a pagare pesanti sanzioni”.
Così il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati in una nota congiunta ribadiscono il dissenso dell’associazione, presente oggi a Civitavecchia per l’inaugurazione della centrale di Torrevaldaliga Nord, sulla riconversione a carbone di una parte del parco termoelettrico italiano.
“La strada che dovrebbe seguire l’Italia – continuano Cogliati Dezza e Parlati - è quella di un sistema energetico distribuito, fondato sul risparmio e l’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili riducendo progressivamente l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica, fino al suo completo abbandono, e riconvertendo a gas naturale le centrali termoelettriche che oggi utilizzano gli altri combustibili fossili. Solo in questo modo il nostro Paese potrà dare il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, i cui catastrofici effetti sull’ambiente e sull’economia mondiale sono ormai confermati da fonti più che autorevoli”.
Legambiente ricorda che le 12 centrali italiane che utilizzano il carbone contribuiscono solo per il 14% alla produzione elettrica nazionale a fronte di una emissione di anidride carbonica pari al 30% del totale del settore elettrico, con un trend in continua crescita. Se nel 2005 il totale di CO2 emessa dalle centrali a carbone ammontava a 41,6 milioni di tonnellate, nel 2007 si è arrivati a 42,5 milioni di tonnellate, nonostante i limiti imposti dalla direttiva europea sull’Emission trading (ETS).


L’Ufficio stampa Legambiente
Il carbone pulito non esiste

30/7/2008 - L’inaugurazione dellacentrale ENEL di Civitavecchia segna un ulteriore passo falso a danno della tutela dell'ambiente e del rispetto del Protocollo di Kyoto

L’inaugurazione della centrale ENEL di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia segna un ulteriore passo falso a danno della democrazia, della tutela dell'ambiente e dell'economia italiana. Infatti, l’avvio del primo gruppo da 660 MW della centrale comporterà l'emissione di oltre 3,6 milioni di tonnellate all’anno di CO2, che andranno ad aggiungersi ai circa 100 milioni di tonnellate che già allontanano il nostro Paese dagli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti richiesti dal Protocollo di Kyoto. Il Trattato impone all'Italia di ridurre le proprie emissioni, entro il 2010, di circa il 6,5% rispetto ai dati di emissione del 1990. Quando saranno avviati anche gli altri due gruppi da 660 MW (si dice entro il 2009), la centrale di Torre Valdaliga Nord (che arriverà ad avere una potenza complessiva di 1.980 MW) immetterà in atmosfera oltre 10,8 milioni di tonnellate di CO2 anno, allontanandoci ancora di più dagli impegni assunti a livello internazionale.
Questo dovrebbe far riflettere sull'opportunità di costruire impianti a carbone che comportano il maggiore rilascio di emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici in atto. Per compensare questo problema, si sta investendo sulla ricerca per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) ma si tratta di tecniche puramente sperimentali che, nella migliore delle ipotesi, porteranno qualche potenziale risultato non prima di 20 o 30 anni, vale a dire quando avremo immesso in atmosfera quantitativi di gas serra tali da sconvolgere per sempre il clima del Pianeta. A livello locale, occorre ricordare come i 660 MW della centrale di Torre Valdaliga, pure in presenza delle migliori tecnologie di filtraggio dei fumi, comporteranno ogni anno l'immissione in atmosfera di oltre 328 tonn di particolato ultrafino, 1.940 tonn di ossidi di azoto, 1.293 tonn di ossidi di zolfo: numeri che andranno triplicati quando entreranno in funzione anche gli altri due gruppi. Non trascurabile inoltre il mercurio, l'arsenico e molti altri composti notoriamente nocivi alla salute delle persone e del specie viventi, massicciamente liberati dai processi di combustione del carbone e le inevitabili emissioni radioattive, il tutto sempre abbondantemente trascurato nella campagne disinformative pro carbone: tutto ciò a dimostrazione che il carbone pulito non esiste!
Questa centrale nasce con una Valutazione di Impatto Ambientale che il Tribunale di Civitavecchia ha definito non rappresentativa della realtà e che pesantemente sottostima gli impatti della centrale a carbone, con pesanti ripercussioni sull'ambiente, sulla salute dei cittadini di tutto l'Alto Lazio, nonchè sull'intero sistema economico nazionale. La relazione tecnico scientifica che autorizza l'impianto consiglia, infatti, di abbandonare le coltivazioni a scopo alimentare e riconvertirle alla produzioni di fiori. Analogamente rischieranno di restare disoccupati pescatori e operatori turistici, e le bollette elettriche lieviteranno per sostenere gli oneri dei permessi di emissione di gas serra a carico dell’Azienda fornitrice. Anche in merito alla sicurezza energetica per il nostro Paese, piuttosto che sprecare investimenti nel carbone, che oltretutto siamo costretti ad importare (come facciamo con petrolio e gas), meglio sarebbe puntare sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili, realmente presenti nel nostro territorio. da www.wwf.it
da www.greenpeace.it
La centrale di Civitavecchia allontana l'Italia da Kyoto
30 Luglio 2008
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Attivisti di Greenpeace nella notte hanno proiettato messaggi sulla centrale di Civitavecchia per ricordare che il carbone è la prima minaccia per il clima globaleIngrandisci
Roma, Italia — Oggi è stata inaugurata a Civitavecchia la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord. E gli attivisti di Greenpeace nella notte hanno proiettato messaggi sulla centrale per ricordare che il carbone è la prima minaccia per il clima globale. Questo impianto è uno schiaffo alle comunità locali che da anni contestano il progetto. Uno sfregio alla politica di riduzione delle emissioni di gas serra.
Per soddisfare l'impegno di Kyoto, il Paese dovrebbe ridurre le emissioni di CO2 di circa 100 milioni di tonnellate entro il 2012, ma la sola centrale di Civitavecchia - avviata a gas, il carbone arriverà il prossimo autunno - ne emetterà oltre 10 milioni una volta a regime. Un ritorno al carbone in Italia non solo va contro gli obblighi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma pregiudica anche la possibilità di aumentare la quota dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Anche su questo l'Italia deve rispettare obiettivi vincolanti: l'Europa chiede di triplicare la quota di elettricità verde entro il 2020.
Greenpeace: vittoria! Il TAR della Toscana annulla l'autorizzazione al rigassificatore di Livorno-Pisa
30 Luglio 2008
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Roma, Italia — Il TAR della Toscana ha accolto il ricorso di Greenpeace e quello del Comitato di Pisa e Livorno insieme a Medicina Democratica e Forum Ambientalista contro il Rigassificatore offshore di Livorno-Pisa. Di conseguenza, l'autorizzazione a suo tempo concessa alla prima area marina industriale in un'area marina protetta è stata annullata!
Il ricorso era stato presentato a ottobre 2007 quando Greenpeace prima aveva sollevato dubbi sulla legittimità dell'operazione e in seguito aveva scoperto le prove di un clamoroso falso in atto pubblico: il Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che autorizzava l'impianto mentiva nell'affermare che il Comitato di Pilotaggio del Santuario dei Cetacei aveva espresso un parere positivo sulla compatibilità tra rigassificatore e Santuario. "Non conosciamo ancora le motivazioni del TAR ma ne siamo sicuri: quel rigassificatore era e resta illegale" dichiara Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace. "Il mare non può essere dichiarato zona industriale, tanto più un’area dichiarata protetta come il Santuario dei Cetacei e i rigassificatori sono, per la Direttiva Seveso, siti industriali pericolosi! Sappiamo di altri progetti di rigassificatore offshore in Italia: ci opporremo a ogni ipotesi di industrializzazione del mare" Greenpeace ha portato questa vicenda all'attenzione del Segretariato del Santuario dei Cetacei (mai avvertito dalle Autorità italiane), del Parlamento Europeo e della Convenzione contro l'inquinamento marino (MARPOL) per impedire che altri simili, folli, progetti vengano realizzati.

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