domenica 8 giugno 2008

contro il nucleare, dal nuovo referendum, all’autoproduzione e alla generazione distribuita

Oggetto: contro il nucleare, dal nuovo referendum, all’autoproduzione e alla generazione distribuita
Ieri in 60 mila a Milano in marcia contro il nucleare. Pecoraro dal suo blog lancia la disponibilità ad un nuovo referendum contro il nucleare. Intanto gli incidenti alle centrali nucleari sono continui e dimostrano che il nucleare non è la soluzione, così come i costi non la rendono certo l’energia più conveniente. Difatti l’energia nucleare non è abbondante, fornisce oggi un contributo al fabbisogno mondiale di energia pari ad un modesto 6,4% e, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite, persino a questo ritmo, c’è uranio solo per 30 anni. L’energia atomica non è poi sicura in quanto dosi comunque piccole di radiazioni aggiungendosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi sui lavoratori e sulle popolazioni, nel funzionamento “normale” degli impianti e, ovviamente, nel caso di incidenti (come conferma il caso di Krsko in Slovenia); resta irrisolto il problema dei rifiuti radioattivi, materia tuttora di ricerca, dopo il fallimento della prospettiva di utilizzare strutture saline. E quanto ai cambiamenti climatici, anche un raddoppio – invero improbabile - dei reattori oggi esistenti nel mondo darebbe un contributo insignificante alla riduzione della concentrazione di anidride carbonica. L’energia nucleare non è a basso costo, perché la complessità del ciclo del combustibile, i dispositivi sempre più impegnativi per mitigare l’impatto sanitario degli impianti sono alla base della lievitazione del costo dell’energia prodotta e della situazione di crisi nei paesi più avanzati, che pure avevano perseguito con decisione nel passato questa produzione di energia. Le risposte potrebbero essere, oltre all’energia naturale e rinnovabile, con la produzione in casa (autoproduzione) di energia, all’efficienza energetica, risparmio e contenimento energetico, arriavando alla generazione distribuita. Per generazione distribuita di energia si intende la delocalizzazione delle centri di produzione dell'elettricità sul territorio. La generazione distribuita dell'energia si verifica in presenza di libero sviluppo imprenditoriale privato nel settore delle fonti energetiche rinnovabili: biomasse, solare, eolico, cogenerazione. E' tuttavia compatibile anche con le fonti fossili.
Pontinia 8 giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato


www.ansa.it NUCLEARE:SU BLOG PECORARO RACCOLTA FIRME REFERENDUM 'CONTRO'
(ANSA) - ROMA, 7 GIU - ''Metto a disposizione il mio blog, e sono in cantiere altre iniziative, per costruire da subito una rete disponibile a raccogliere le firme per un referendum abrogativo della legge che il Governo ha in animo di realizzare per imporre il nucleare in Italia''. E' quanto si legge sul blog di Alfonso Pecoraro Scanio, www.pecoraroscanio.it, nel quale si sottolinea come il nucleare sia ''costoso e pericoloso'', mentre il ''futuro e' nel solare e nelle rinnovabili''. ''Il futuro - afferma Pecoraro - e' nell'energia solare e nelle fonti rinnovabili. Ma sappiamo tutti che esiste una potentissima lobby oscura e tenace, che in tutti i modi cerca di imporre le centrali nucleari anche nel nostro Paese. Per questo dobbiamo diffondere la conoscenza, una conoscenza condivisa, che informi sul fatto che quella nucleare e' l'energia piú costosa e piu' pericolosa del mondo e che ancora oggi non sono stati risolti i problemi della sicurezza. Come continua a ripetere il Premio Nobel Carlo Rubbia, la tecnologia nucleare attualmente disponibile non ha ancora risposto ai tre grandi problemi: Chernobyl, Hiroshima e le scorie''. Secondo Pecoraro, dunque, ''dobbiamo rispondere in maniera forte a questa campagna tracotante a favore del nucleare, rilanciando il valore dell'efficienza energetica, del solare e delle fonti rinnovabili''. Per questo, l'ex ministro dell'Ambiente invita i cittadini a ''partecipare alle iniziative che finalmente stanno prendendo forma per rilanciare i temi dell'ambiente e per far crescere il No al nucleare. Come la Marcia di oggi per il Clima a Milano e come l'appello - conclude - che abbiamo firmato proprio nei giorni scorsi contro questa scelta folle, ma soprattutto a favore di un futuro migliore''. (ANSA). CR
07/06/2008 16:17
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NUCLEARE:CON ENERGIA IN 'CASA'SI RISPARMIEREBBERO 5 CENTRALI
(ANSA) - ROMA, 6 GIU - Se tutti producessero l'energia in casa, con pannelli solari e 'microcentrali' a biomasse si potrebbero risparmiare 5 centrali nucleari persino nella poco assolata Gran Bretagna. Lo afferma uno studio del ministero dell'energia britannico, secondo cui con un mix di incentivi e finanziamenti statali sarebbe possibile, oltre a produrre l'elettricita' di cinque centrali, risparmiare ogni anno 30 milioni di tonnellate di CO2. Attualmente, spiega lo studio citato dal Guardian, in Gran Bretagna ci sono centomila unita' di microgenerazione, cioe' sistemi di produzuione di energia elettrica applicati a singoli edifici. Secondo il rapporto questa cifra potrebbe arrivare a 3 milioni, vale a dire quasi un edificio su cinque che diventerebbe autosufficiente o addirittura produttore di energia. Tra i piani proposti per raggiungere l'obiettivo ci sono sgravi fiscali, mutui agevolati e contributi statali, che potrebbero costare fino a un massimo di 2,7 miliardi di euro all'anno fino al 2030, a fronte di un costo per una centrale nucleare di circa tre miliardi di euro esclusa la manutenzione. ''La microgenerazione, combinata con altre misure, puo' contribuire a ridurre le emissioni - ha affermato il ministro dell'enmergia britannica Malcom Wicks - e' una cosa che ogni cittadino puo' fare per salvare l'ambiente''.(ANSA). KYK
06/06/2008 13:21
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www.pecoraroscanio.it nei due anni del nostro governo: il futuro è nell'energia solare e nelle fonti rinnovabili.
Ma sappiamo tutti che esiste una potentissima lobby oscura e tenace, che in tutti i modi cerca di imporre le centrali nucleari anche nel nostro Paese.
Per questo dobbiamo diffondere la conoscenza, una conoscenza condivisa, che informi sul fatto che quella nucleare è l'energia piú costosa e più pericolosa del mondo e che ancora oggi non sono stati risolti i problemi della sicurezza. Come continua a ripetere il Premio Nobel Carlo Rubbia, la tecnologia nucleare attualmente disponibile non ha ancora risposto ai tre grandi problemi: Chernobyl, Hiroshima e le scorie.
Noi dobbiamo rispondere in maniera forte a questa campagna tracotante a favore del nucleare, rilanciando il valore dell'efficienza energetica, del solare e delle fonti rinnovabili.
Per questo vi chiedo di partecipare alle iniziative che finalmente stanno prendendo forma per rilanciare i temi dell'ambiente e per far crescere il No al nucleare.
Come la Marcia per il Clima a Milano e come l'appello che abbiamo firmato proprio nei giorni scorsi - insieme a tante personalitá ambientaliste - contro questa scelta folle, ma soprattutto a favore di un futuro migliore.
In questo senso metto a disposizione giá questo blog - e sono in cantiere altre iniziative - per costruire da subito una rete disponibile a raccogliere le firme per un referendum abbrogativo della legge che il Governo ha in animo di realizzare per imporre il nucleare in Italia.

www.verdi.it L’energia nucleare non è abbondante, non è pulita e non è a basso costo. Dopo l’incidente alla centrale slovena di Krsko ma soprattutto dopo l'annuncio del governo Berlusconi di voler rilanciare il nucleare, decine di esponenti dei Verdi (tra cui Francescato, Bonelli, Lion, Pecoraro Scanio, De Petris, Frassoni, Hutter, Gisotti, Mattioli) e della Sinistra, tra cui il governatore della Puglia Nichi Vendola, rilanciano il no all’atomo, annunciando la partecipazione alla manifestazione nazionale sul clima e contro il nucleare in programma a Milano il prossimo 7 giugno.
L’energia nucleare non è abbondante, spiegano in una nota appello. “Fornisce oggi un contributo al fabbisogno mondiale di energia pari ad un modesto 6,4% e, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite, persino a questo ritmo, c’è uranio solo per 30 anni”.
L’energia atomica non è poi sicura: “Dosi comunque piccole di radiazioni – dicono ancora -, aggiungendosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi sui lavoratori e sulle popolazioni, nel funzionamento “normale” degli impianti e, ovviamente, nel caso di incidenti (come conferma il caso di Krsko in Slovenia); resta irrisolto il problema dei rifiuti radioattivi, materia tuttora di ricerca, dopo il fallimento della prospettiva di utilizzare strutture saline. E quanto ai cambiamenti climatici, anche un raddoppio – invero improbabile - dei reattori oggi esistenti nel mondo darebbe un contributo insignificante alla riduzione della concentrazione di anidride carbonica”.
I promotori dell’appello rilanciano ancora dicendo che l’energia nucleare non è a basso costo: “La complessità del ciclo del combustibile, i dispositivi sempre più impegnativi per mitigare l’impatto sanitario degli impianti sono alla base della lievitazione del costo dell’energia prodotta e della situazione di crisi nei paesi più avanzati, che pure avevano perseguito con decisione nel passato questa produzione di energia”.
E’ difficile credere, scrivono ancora nel documento, “che gli elementi sin qui ricordati, noti a quanti – ricercatori, docenti, studenti – si occupino di energia nucleare, non siano stati portati a conoscenza del Governo e dunque è inevitabile cercare di individuare i motivi reali che hanno portato a questa decisione”. Investendo sul nucleare “si sottrarranno risorse finanziarie rilevanti in termini di ricerca e soprattutto di realizzazioni in materia di tecnologie per l’uso efficiente dell’energia e per l’impiego delle fonti rinnovabili: si toglieranno cioè risorse vitali per una strategia alla quale siamo impegnati nel quadro degli obiettivi che l’Unione Europea si è data per il 2020: riduzione dei consumi del 20% e contributo del 20% delle fonti rinnovabili”.
www.ecoage.it Generazione distribuita di energia
Per generazione distribuita di energia si intende la delocalizzazione delle centri di produzione dell'elettricità sul territorio. La generazione distribuita dell'energia si verifica in presenza di libero sviluppo imprenditoriale privato nel settore delle fonti energetiche rinnovabili: biomasse, solare, eolico, cogenerazione. E' tuttavia compatibile anche con le fonti fossili.
Dal gigantismo al decentramento della produzione di energia
Storicamente la produzione di energia elettrica è stata oggetto del monopolio di Stato e del gigantismo industriale. Grandi impianti produttivi termoelettrici o nucleari hanno prodotto grandi quantità di energia elettrica per vaste aree territoriali. I costi fissi degli impianti erano coperti dallo Stato mediante la spesa pubblica, mentre le economie di scala garantivano l'applicazione di tariffe dell'elettricità a prezzi "politici" (ossia più bassi di quelli determinati dal mercato). La diffusione dell'energia elettrica sul territorio era uno dei principali fattori determinanti dello sviluppo economico di un paese. Questo sistema ha avuto l'handicap di produrre elevate concentrazioni di inquinamento. In particolar modo nel passato quando i controlli e le tecnologie non offrivano grande attenzione all'impatto su ambiente e salute.
La privatizzazione del sistema energia
Dagli anni '90 le economie occidentali hanno avviato un progressivo processo di privatizzazione del settore energia. Il debito pubblico e il raggiungimento di una fase matura dello sviluppo economico hanno obbligato i policy maker ad intraprendere la strada del libero mercato in molti settori controllati dallo Stato: telefonia, trasporti, ferrovie, energia ecc. La caduta del monopolio pubblico ha aperto le porte del mercato energetico anche ad imprese private di medio-piccole dimensioni. Al sistema tradizionale della produzione centralizzata dell'energia iniziò ad affiancarsi anche quello della generazione distribuita (Distributed Generation).
Vantaggi e svantaggi della generazione distribuita
Aumentando il numero degli impianti di piccola-media dimensione collegati alla rete distributiva o a sistemi di accumulo. La minore dimensione degli impianti da un lato penalizza le economie di scala ma dall'altro beneficia di maggiore efficienza produttiva. Una centrale di media dimensione raggiunge l'80% del rendimento rispetto al 35% delle migliori centrali di grandi dimensioni. Ai vantaggi si deve aggiungere il minore costo di distribuzione. La vicinanza degli impianti di produzione dell'energia ai punti di consumo finale (utenza) consente un minore trasporto dell'energia elettrica e una minore dispersione nella rete distributiva. In media il 10% dell'energia prodotta si perde nella rete di trasmissione e distribuzione. Infine, come qualsiasi modello di economia a rete, il sistema "distribuito" garantisce una maggiore capacità di adattamento e flessibilità dei centri di produzione in relazione ai centri di consumo (fabbriche, abitazioni..).
20080602

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