lunedì 28 aprile 2008

Anche Bonelli, dopo la De Petris dà ragione ai verdi della provincia di Latina

Anche Bonelli, dopo la De Petris dà ragione ai verdi della provincia di Latina
Dopo l’ex senatrice e attuale presidente regionale dei verdi Loredana De Petris anche Angelo Bonelli dà ragione ai verdi della provincia di Latina che 3 anni fa chiedevano un cambiamento nella gestione del partito ed un approccio pratico e realizzabile sui temi e sui problemi.
Che la gestione interna fosse sbagliata e contraria alla storia dei verdi si è visto nel caso Marche, come nel caso Terracina, tanto per fare degli esempi, che poi hanno portato al brutto congresso nazionale di Fiuggi del 2006.
La situazione critica era esplosa in prossimità delle regionale del 2005 portando a 2 anni di commissariamento dei verdi della regione Lazio e la crisi si era ripetuta anche nella riunione regionale per le candidature del parlamento del 2006.
Segnali di allarme preoccupanti che seguivano una campagna per le primarie del 2005 e per il parlamento del 2006 completamente inadeguate.
I verdi della provincia di Latina avevano caratterizzato le campagne elettorali dell’intero centro sinistra in provincia, dalle provinciali del 2004, alle regionale del 2005, al parlamento del 2006, una minoranza numerica maggioranza nel programma e negli obiettivi.
Questo perché si proponevano modelli già sperimentati con successo in Europa, come in Italia in alternativa a modelli fallimentari, superati e non attuali, dalla gestione pubblica dell’acqua, a quella dei rifiuti, dal trasporto alla sanità.
I verdi della provincia di Latina avevano tradotto in progetti le necessità del territorio provinciale giustamente inseriti nei contesti regionali e nazionali e avrebbero consentito, per esempio, un’inversione di rotta nel campo occupazionale con 3000 nuovi posti di lavoro l’anno.
Non si tratta di destra o sinistra o di comunisti, bensì di proporre soluzioni e proposte per dare un’economia solida proveniente dalle esigenze, caratteristiche e capacità del territorio anziché assecondare l’ennesimo speculatore con i soldi pubblici.
Per questo c’è bisogno di capacità, competenze, tecnologie e conoscenza del territorio, non di scelte calate dall’alto.
I verdi, ammesso che vogliono esistere ancora, devono essere fedeli alla loro storia, dando voce a chi non ce l’ha in difesa dei diritti civili e sociali, rappresentare specifiche esigenze locale, cogliere le richieste continue di ascolto da parte di comitati sempre più numerosi e insoddisfatti, dare risposte e non creare ostacoli alla loro soluzione.
Se sono diventati un partito virtuale se dal territorio chiedono solo voti senza ascoltarlo non hanno alcuna ragione di esistere, se preferiscono qualsiasi finto salotto televisivo anziché assemblee dei cittadini sono destinati, giustamente, a sparire subito.
Invece solo una rete di esigenze reali (quello che erano le liste verdi all’inizio della storia dei verdi) potrà dare un senso al partito.
Solo dopo aver ridato la giusta identità al movimento ci si potrà chiedere chi potranno essere gli eventuali alleati che preferiscono i cittadini agli speculatori, che chiedono un’efficienza amministrativa al posto degli sprechi della casta, che propongono solidarietà e condivisione piuttosto che scelte di interesse personale.
Chi vorrà stare con i verdi dovrà avere fare scelte precise e coerenti.
Pontinia 28 aprile 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

Verdi. Bonelli: necessaria una rigenerazione culturale dei Verdi

Cosa c'e' nel futuro dei Verdi? Se lo chiede - e risponde - "Liberal". Con un articolo, tutto dedicato al cambio di rotta del Sole che ride. Nella confusione, finora, una chiara proposta di rilancio politico-culturale e' arrivata dall'ex capogruppo alla Camera Angelo Bonelli: "passare dall'ideologia del problema alla pratica delle soluzioni attraverso una contaminazione col mondo tecnico-scientifico. 'Nuovi verdi', li chiama lui, da lanciare magari con un ritocco del simbolo e attraverso un dialogo non subalterno col Pd". A 'Liberal', l'ex capogruppo anticipa i contenuti di un intervento che sottoporra' a giorni a tutto il partito: "Penso sia necessaria una rigenerazione culturale dei Verdi - spiega - Dobbiamo passare dall'ideologismo della critica del modello produttivo alla politica delle soluzioni. Intendo dire che, se parliamo di inquinamento, dobbiamo indicare poi soluzioni praticabili che migliorino la qualita' della vita dei cittadini. Per farlo occorre che il nostro ambiente si faccia contaminare sempre piu' dall'approccio tecnico-scientifico alla soluzione delle questioni". E’ questo "cambio di rotta", ci dice Bonelli, che dovra' contraddistinguere quelli che lui chiama "i nuovi verdi" e che potrebbe essere reso ancor piu' evidente "anche con una piccola modifica del simbolo". In questo momento, insiste Bonelli a 'Liberal', "si avverte, forte, la necessita' di costruire una nuova proposta che abbia, e' evidente, una classe dirigente adeguata". Un cambiamento di persone che sara', nelle intenzioni dell'ex capogruppo, anche un cambiamento delle forme di vita del partito: "Insisto, serve una rielaborazione culturale tutta centrata sulle pratiche. Per questo obiettivo sto mettendo in piedi una 'Rete nazionale del sapere ecologista'. Per fare nuove politiche non si puo' prescindere dagli uomini e io sto coinvolgendo tutta una serie di personalita' che fino a ieri avevano un po' abbandonato i Verdi. Penso, per fare un esempio, a Gianni Mattioli, ma anche a esponenti dell'associazionismo o a bravi ricercatori universitari: una rete di intelligenze utili al Paese". In questo senso, dice ancora Bonelli a 'Liberal', "faccio autocritica, c'e' stata inadeguatezza nella gestione del partito". Bonelli non si sottrae neanche sulle questioni tattiche: "E’ chiaro che bisogna pensare alle alleanze perche', qualunque sia la legge elettorale, non siamo autosufficienti. Io penso che serva un rapporto dialettico, non di scontro, col Pd. Poi al momento delle elezioni vedremo come procedere, se attraverso patti federativi o altre strade". In ogni caso, "non penso che la Sinistra arcobaleno sia la prospettiva giusta. Dovremmo chiederci, anzi, cos'e' la sinistra nel terzo millennio: siamo sicuri che basti scrivere sinistra sul simbolo per esserlo davvero?". A decidere, in ogni caso, sara' il Congresso, conclude Bonelli, dove "bisognera' rompere col vecchio meccanismo delle tessere e dei blocchi di potere, trovando il modo di liberare l'energia delle giovani intelligenze dei Verdi". (Dire)

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