venerdì 21 marzo 2008

per il ritorno alla gestione pubblica nella giornata mondiale dell'acqua

Il fronte delle amministrazioni comunali per il ritorno alla gestione dell'acqua pubblica sicuramente si allargherà dopo le prossime elezioni.
Dopo Bassiano, Formia, Cori, Pontinia, Amaseno, Anzio altri comuni si sono interessati all'unica gestione attenta ai problemi sociali, alla tutela dei diritti civili, all'efficienza e alla trasparenza invocata.
Tra queste amministrazioni spicca Aprilia che ha chiesto ai comuni che hanno adottato le delibere per l'uscita dalla società attuale l'acqua il testo della stessa delibera.
Pontinia gliel'ha inviata più di un mese fa.
Il comune di Pontinia si è intanto già costituito legalmente affianco dei cittadini e della amministrazioni comunali che contestanto la società, come è stata data l'opportunità dal Tribunale di Latina.
Intanto arrivano sempre nuovi segnali e documenti che fanno ritenere urgente e non rinviabile la gestione dell'acqua pubblica che dalla provincia di Latina si è allargata all'intera nazione superandone anche i confini.
Domani è la giornata mondiale dell'acqua.
Un momento ulteriore per riflettere sulla scomparsa in corso di alcune specie di pesci nelle nostre acque, così come sul binomio acqua - rifiuti (non per niente una socità nota ai pontini per la gestione dell'acqua è interessata anche alla costruzione degli inceneritori), alla questione dell'inquinamento, al riciclo e riuso almeno dell'acqua piovana.
Pontinia è arrivata la primavera liberiamo l'Italia non turiamoci il naso ed esprimiamo un voto pulito Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
ACQUA: LEGAMBIENTE, CAMPAGNA PER QUELLA RUBINETTO IN LOCALI
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Acqua del rubinetto al posto della minerale nei locali pubblici. In occasione della giornata mondiale dell'acqua che si festeggia il 22 marzo, Legambiente e Altraeconomia rilanciano ''Imbrocchiamola'', la campagna nazionale della rivista dei consumatori nata per promuovere nei ristoranti, nelle pizzerie e nei bar l'uso di una semplice caraffa con acqua del rubinetto, anche perche' non esiste nessun obbligo di legge a vendere esclusivamente le bottiglie di minerale, mentre esistono ragioni, ambientali ed economiche, per scegliere quella dell'acquedotto. Secondo quanto riferiscono gli ambientalisti, sono quasi 600 gli esercizi pubblici segnalati negli ultimi 12 mesi dai lettori di Altreconomia sul sito www.imbrocchiamola.org in tutta Italia, nessuna regione esclusa. Da oggi, ognuno di questi potra' esporre l'adesivo della campagna in bella mostra sulla vetrina del locale: e' quello il segnale sulla possibilita' di ordinare una brocca di acqua del rubinetto senza essere guardati male dal ristoratore. A Milano sono gia' ventidue i ristoranti che hanno aderito all'iniziativa. L'Italia, ricorda Legambiente, e' il Paese in cui si ha il maggior consumo di acqua in bottiglia nel mondo, con 194 litri pro capite solo nel 2006 (oltre mezzo litro a testa al giorno). Un dato in costante aumento, triplicato in poco piu' di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri), e con esso anche il volume di affari per i produttori di acqua minerale è aumentato e di molto. Nel 2006, in Italia, erano attive 189 fonti e 304 marche di acque minerali in grado di generare un volume di affari di 2,2 miliardi di euro, grazie all'imbottigliamento di 12 miliardi di litri di acqua (Beverfood). L'acqua alle industrie che la imbottigliano poi costa poco. Sono solo otto infatti, spiega Legambiente, le regioni italiane che prevedono un canone in base alla quantita' di acqua imbottigliata: si va dai 3 euro ogni mille litri prelevati in Veneto ai 5 centesimi ogni mille litri della Campania. (ANSA). Y62-CR
20/03/2008 16:15


© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati

OMS-UNICEF: GIORNATA ACQUA; 2,6 MLD PRIVI SERVIZI IGIENICI
(ANSA) - GINEVRA, 20 MAR - Almeno 2,6 miliardi di esseri umani (tra cui 980 milioni di bambini) nel mondo non hanno ancora acceso a servizi igienici di qualita' e sono esposti a gravi rischi sanitari, hanno ricordato oggi l'ORganizzazione mondiale della sanita' (Oms) e l'Unicef in un appello congiunto all'azione in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. La situazione e' particolarmente grave in Africa, dove sei abitanti su dieci non hano accesso servizi igienici di qualita' - un gabinetto decente che consente di evacuare le acque sporche. Secondo il Direttore dell'Oms Margaret Chan, ''L'accesso ai servizi igienici e' un elemento fondamentale della salute pubblica''. ''Sappiamo che semplici interventi possono ridurre di un terzo il rischio di contrarre malattie come la dissenteria''. Oms e Unicef, stimano che tra il 1990 e il 2004, nel mondo, oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone abbiano guadagnato accesso ai servizi igienici di qualita', un progresso, ma se le tendenze attuali proseguiranno 2,4 miliardi di persine ne saranno ancora escluse nel 2015. Il 2008 e' stato proclamato Anno Internazionale dei Servizi igienici dall'Assemblea Generale dell'Onu nel 2006, con l'obiettivo di accelerare i progressi verso l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio che punta a dimezzare entro il 2015 la quota della popolazione globale priva di servizi igienici adeguati entro il 2015. Un migliore accesso ai servizi igienici significa avere a disposizione latrine pulite e sicure e un sistema per lo smaltimento delle acque nere per prevenire la trasmissione di agenti patogeni attraverso le feci. Servizi igienici adeguati e semplici abitudini igieniche quali il lavaggio delle mani - se possibile con sapone - possono evitare che batteri, virus e parassiti presenti negli escrementi umani contaminino le risorse d'acqua, il suolo e gli alimenti. Questa contaminazione e' infatti la principale causa della diarrea, la seconda causa di mortalita' infantile nei Paesi in via di sviluppo. XBV
20/03/2008 16:08


© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
--------------------------------------------------------------------------------

ACQUA: PECORARO, IMPORTANTE RISPARMIO E RIUSO RISORSA IDRICA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Serve sostenere il rinnovamento ''dell'agricoltura per usare meno acqua, dell'industria per il riciclo della risorsa, ma anche nei sistemi urbani dove in molti casi bisogna usare acqua recuperata e riutilizzata invece di sprecarne altra''. Cosi' il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, alla vigilia della Giornata mondiale dell'Acqua di sabato, a margine della conferenza stampa della prima delle '5 giornate verdi' dedicata all'energia oggi a Roma. Secondo Pecoraro ''bisogna avere una cultura del risparmio idrico, della tutela della risorsa e non dello spreco'', ricordando come ''non bisogna aspettare la siccita' per fare degli interventi'' e l'approvazione del recente piano di bacino dell'Arno. In particolare, ha spiegato il ministro dell'Ambiente ''occorre rivedere tutto il sistema delle concessioni nel nostro Paese, che risalgono addirittura all'unita' d'Italia''. (ANSA). Y62-BR
20/03/2008 16:08


© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
ANIMALI: SOS 10 PESCI ACQUA DOLCE, DA ANGUILLA A TROTA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Scompaiono i pesci d'acqua dolce italiani, veri 'termometri' della qualita' ambientale per fiumi, laghi e lagune. Tra nomi noti e altri tipici di alcune localita', sono in particolare dieci le specie piu' in pericolo: l'anguilla, il ghiozzo di ruscello, il panzarolo, il carpione del Garda, la trota marmorata, il carpione di Fibreno, la trota macrostigma, lo storione cobice, la lampreda di ruscello e la lampreda padana. Nuota sicuro il cavedano, un pesce capace di vivere persino in mezzo ad acque inquinate da scarichi industriali. Questo l'allarme lanciato oggi dal nuovo dossier del Wwf ''2008. Acque in Italia. L'emergenza continua: a rischio molte specie di pesci'', presentato alla vigilia della Giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo. Nel bilancio presentato dagli ambientalisti sui nostri pesci d'acqua dolce, di circa 50 specie autoctone tre sono gia' estinte, mentre 22 rischiano lo stesso destino, con un diverso grado di pericolo. ''I pesci rappresentano senza dubbio una delle componenti biologiche piu' significative e a rischio degli ecosistemi di acque dolci - afferma Andrea Agapito Ludovici, responsabile acque del Wwf Italia - e rivestono anche una notevole importanza per il loro valore commerciale e ricreativo''. Ma la scomparsa di pesci tipicamente italiani, spiegano gli ambientalisti, e' solo un sintomo della gravita' della situazione delle acque interne. Quali le cause di questa emergenza secondo il Wwf? Dalla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale alla distruzione di habitat naturali, con canalizzazioni, dighe, traverse, inquinamento, introduzione di specie 'straniere', oltre ad una confusione normativa, alla frammentazione di competenze e risorse e alla tardiva o mancata applicazione di direttive comunitarie. Di qui l'appello degli ambientalisti alle istituzioni, per il coinvolgimento di tutte le autorita' competenti. Volendo dare un quadro piu' dettagliato della top ten dei pesci piu' a rischio stilata dal Wwf, si comincia dall'anguilla, una delle specie piu' importanti per la pesca e per l'acquacoltura. Poi c'e' il ghiozzo di ruscello, un animale che vive solo in pochi fiumi dell'Italia centrale e in acque limpide e ben ossigenate; poi c'e' il panzarolo, che abita esclusivamente nella regione padana, mentre il carpione del Garda sopravvive solo in acque pulitissime, ed e' ad alto rischio sia per la pesca eccessiva sia per l'inquinamento delle acque del lago. La trota marmorata invece, presente in alcuni corsi d'acqua a Nord, non solo e' tra le prede piu' ambite dai pescatori sportivi ma viene anche minacciata nei periodi di riproduzione da interventi vari, come la costruzione di argini artificiali e prelievi di ghiaia. Tra le altre specie che stanno scomparendo il Wwf segnala il carpione di Fibreno, che vive unicamente in questo piccolo lago dell'Italia centrale, la trota macrostigma, che abita nelle regioni peninsulari tirreniche, Corsica, Sardegna e Sicilia, ed e' colpita da numerosi estinzioni 'locali', mentre lo storione cobice, nel bacino del Po e in alcuni fiumi del Veneto, migra tra gli estuari dei fiumi per poi risalire nel periodo di riproduzione i grandi fiumi, per poi finire in pasto ai pescatori professionisti. Infine, la lampreda di ruscella, tipica delle aree peninsulari tirreniche, e' sempre meno presente a causa del degrado degli habitat, un destino condiviso dalla lampreda padana.(ANSA). Y62-VI
20/03/2008 10:27


© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati

Nessun commento: