venerdì 21 marzo 2008

Codice beni culturali e paesaggio: ok del CdM alle modifiche

Codice beni culturali e paesaggio: ok del CdM alle modifiche
Sarà obbligatorio ma non vincolante il parere della Soprintendenza sulle autorizzazioni paesaggistiche
di Rossella Calabrese
21/03/2008 - Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, due decreti legislativi che modificano il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 42/2004).

Sui due provvedimenti, che innovano rispettivamente la disciplina in materia di paesaggio e quella in materia di beni culturali, hanno già espresso parere favorevole la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari (leggi tutto www.edilportale.com).

Il decreto relativo al paesaggio innova in materia di nozione di paesaggio, pianificazione paesistica, regime delle autorizzazioni paesaggistiche. In primo luogo è stata formulata una nuova definizione di “paesaggio” in linea con i principi della Convenzione europea del paesaggio e con le finalità di tutela del Codice.

Viene stabilito che il piano paesaggistico, la cui redazione rientra tra le competenze delle Regioni, è elaborato congiuntamente dal Ministero dei beni culturali e dalle Regioni, per le parti che riguardano beni paesaggistici.

In tema di autorizzazioni paesaggistiche è attribuito alle Soprintendenze il compito di emettere un parere vincolante preventivo sulla conformità dell’intervento ai piani paesaggistici ed ai vincoli. Su questo punto è stata accolta la richiesta della Conferenza Unificata di modificare la natura del parere, da vincolante a meramente obbligatorio, quando il Ministero abbia positivamente vagliato l’avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici. Il termine entro cui le Soprintendenze devono pronunciarsi passa da sessanta a quarantacinque giorni, e alla scadenza può essere indetta una conferenza di servizi nell’ambito della quale il soprintendente ha ulteriori 15 giorni per emettere il parere. In mancanza, la decisione è rimessa all Regione o al Comune delegato. La delegabilità ai Comuni del potere di autorizzazione è limitata ai casi in cui essi dispongano di adeguati uffici tecnici ed assicurino la separazione tra gli uffici che valutano gli aspetti urbanistici e quelli che valutano gli aspetti paesaggistici.

Il nuovo decreto introduce l’obbligo di rivedere entro un anno i vincoli esistenti, allo scopo di specificare le regole da rispettare in virtù del vincolo.

Sarà istituita presso il Ministero dei beni culturali un’apposita struttura tecnica incaricata di assistere i Comuni nella demolizione degli ecomostri. La disposizione si aggiunge a quella contenuta nella Finanziaria 2008 che stanzia 15 milioni di Euro all’anno, a partire dal 2008, per interventi di recupero del paesaggio.

Il decreto relativo ai beni culturali ridefinisce la disciplina della dismissione o utilizzo a scopo di valorizzazione economica del patrimonio culturale immobiliare di proprietà pubblica, recuperando l'impianto normativo del Dpr 283/2000, il regolamento che disciplinava le alienazioni dei beni del demanio storico-artistico e che era stato espressamente abrogato dal Codice.

Il nuovo decreto prevede che la richiesta di autorizzazione sia corredata da maggiori indicazioni: oltre alla destinazione d'uso del bene e al programma delle misure per garantirne la conservazione, già previste, il proprietario deve indicare obiettivi, tempi e modalità di valorizzazione che si intendono conseguire con l'alienazione, la destinazione d'uso del bene prevista e le modalità di fruizione pubblica. L'autorizzazione non potrà essere rilasciata qualora la destinazione d'uso proposta, in seguito alla alienazione, sia suscettibile di arrecare pregiudizio alla conservazione e fruizione del bene, o risulti incompatibile con il suo carattere storico-artistico. Sono poi dettati requisiti specifici qualora la richiesta di alienazione riguardi immobili utilizzati a scopo abitativo o commerciale.

(riproduzione riservata)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Biennale toscana del Paesaggio a Dire&Fare 2008
Approcci culturali, politiche e strumenti per preservare la qualità del paesaggio

Si svolgerà dal 12 al 15 novembre alla Fortezza da Basso di Firenze, nella cornice di Dire&Fare, la prima edizione della Biennale toscana del paesaggio.

Organizzata da Regione Toscana, Anci Toscana e Recep, la rete europea degli enti locali e regionali per l’attuazione della Convenzione europea del paesaggio e in partnership con le altre due reti europee (Uniscape per la formazione universitaria e Civilscape per la partecipazione), si svolgerà in stretta collaborazione con la regione autonoma di Catalogna e vedrà la partecipazione di altre Regioni italiane, come la Sardegna e il Trentino.

In programma c’è una Conferenza internazionale a cui interverranno rappresentanti di Stati, Regioni ed Enti locali di tutta Europa, ma anche componenti del Comitato di redazione del Consiglio d’Europa del progetto della Convenzione, docenti universitari, esponenti dell’associazionismo, tecnici, amministratori, semplici cittadini. Quattro le giornate di lavoro: la prima, dedicata ai fondamenti della Convenzione europea del paesaggio (“La cultura del paesaggio in Europa e nelle sue regioni: la Convenzione europea del paesaggio”) vedrà gli interventi di esponenti di istituzioni comunitarie ed una lectio magistralis.

Il 13 novembre ci saranno due sessioni tematiche: “La Convenzione europea del paesaggio: dai principi all’azione”, dedicata alle prospettive applicative a livello nazionale, alla ripartizione delle competenze pubbliche in materia di paesaggio e al ruolo degli enti territoriali e “Le politiche del paesaggio, il paesaggio nelle politiche” che approfondirà l’integrazione con le altre politiche settoriali. La terza giornata si aprirà con il confronto tra Toscana e Catalogna (“L’attuazione della Convenzione europea del paesaggio in prospettiva comparata: Toscana e Catalogna a confronto”), mentre nel pomeriggio ci sarà spazio sia per la formazione in ambito scolastico, universitario e tecnico-amministrativo (“Fondamenti di una formazione culturale al paesaggio”), che per il coinvolgimento della società civile nel governo del territorio (“Il paesaggio tra governo e partecipazione. I cittadini che si associano”).

Il 15 novembre, “Tra qualità ed economia. Il futuro del paesaggio in Europa” analizzerà il ruolo del paesaggio come risorsa strategica per la ricchezza e il benessere delle regioni europee.

Il programma della Biennale sarà anche l’occasione per presentare le buone prassi della pubblica amministrazione nel processo di salvaguardia, tutela, sviluppo. L’iniziativa infatti non vuole parlare soltanto agli specialisti o agli addetti ai lavori: si rivolge anche ai cittadini comuni e al sistema dei media. La Biennale sarà poi arricchita dalle mostre collaterali: dal patrimonio artistico culturale ai paesaggi industriali, fino alle testimonianze fotografiche che raccontano l’evoluzione dei territori in relazione ai mutamenti sociali.



Articoli correlati su www.dire-fare.eu

- L’osservatorio del paesaggio della Catalogna

- Politiche paesaggistiche

- La Convenzione europea del paesaggio

- Codice dei beni culturali e del paesaggio

- Codice del Paesaggio, e la Toscana?

giorgio libralato ha detto...

Grazie del commento che pubblico come post.
Buon lavoro